Vittoria del Movimento d’indipendenza di Cabilia contro Algeria all’ONU. Relatrice Speciale ONU sui diritti umani denuncia Algeria
Dopo le varie denunce internazionali, un’altra condanna delle sistematiche violazioni dei diritti umani contro il regime algerino è arrivata il 5 dicembre 2023. La nuova denuncia è firmata proprio da Mary Lawlor, Relatrice Speciale delle Nazioni Unite sulla situazione dei difensori dei diritti umani. Non è mancato il successo del movimento di indipendenza di Cabilia nella stessa organizzazione.
“Mi rammarico che alcuni difensori dei diritti umani che lavorano su questioni delicate siano soggetti a continue restrizioni”, ha dichiarato Mary Lawlor, in un comunicato stampa pubblicato al termine di una visita ufficiale in Algeria e in Cabilia.
L’esperta delle Nazioni Unite ha elencato quattro tipi principali di violazioni utilizzati per impedire ai difensori dei diritti umani di svolgere il loro lavoro: Le continue molestie giudiziarie; Lo scioglimento delle principali organizzazioni per i diritti umani; restrizioni alla libertà di movimento; nonché le pratiche di intimidazione e sorveglianza che hanno gravi ripercussioni sulla salute mentale dei difensori e delle loro famiglie.
Leggi che causano “terrore”: “Io deploro che a un gruppo di difensori dei diritti umani che hanno tentato di recarsi a Tizi Ouzou (capitale di Cabilia), dove stavo tenendo delle riunioni, sia stato impedito di farlo e siano stati detenuti per 10 ore”, ha dichiarato.
“È deplorevole che le leggi progettate per combattere il terrorismo suscitino così tanto terrore tra i difensori dei diritti umani, a causa di una definizione eccessivamente ampia e vaga di ciò che costituisce terrorismo nel codice penale, ha spiegato. La Relatrice Speciale ha osservato che l’articolo 87 bis del Codice Penale algerino è stato una delle leggi più frequentemente invocate per perseguire i difensori dei diritti umani.
Da ricordare che il 18 maggio 2021, l’Alto Consiglio di Sicurezza algerino ha incluso il Movimento di Autodeterminazione della Cabilia (MAK) nella “lista delle organizzazioni terroristiche”. Sul suo presidente Ferhat Mehenni e su alcuni dei suoi principali membri, Algeri ha chiesto un mandato di cattura internazionale. Questa richiesta è stata però respinta dall’organizzazione internazionale di polizia criminale INTERPOL, così come ha respinto diversi altri mandati di arresto emessi dalle autorità algerine contro attivisti politici, giornalisti e blogger sui social network.
La settimana scorsa, in occasione del 16° Forum delle Nazioni Unite sulle questioni delle Minoranze, presso la sede dell’ONU a Ginevra, il 30 novembre 2023, è stata una svolta di un confronto diretto – per la prima volta dalla creazione del MAK nel giugno 2001 – tra il presidente fondatore, Ferhat Mehenni e un rappresentante del governo algerino.
Con il MAK classificata come “terroristica”, il rappresentante del governo algerino non dovrà in nessun caso discutere con i suoi rappresentanti né entrare in confrontarsi con loro, soprattutto nelle sedi dell’ONU. È una svolta per riconoscere l’indipendenza della Cabilia?
Il presidente del MAK ha parlato della repressione contro la Cabilia dopo l’omicidio di Massinissa Guermah, nel quartier generale della gendarmeria algerina il 18 aprile 2001. A questo omicidio ne sono seguiti altri 130 commessi contro innocenti.
Ferhat Mehenni ha ricordato che, noi non siamo algerini. Noi, siamo Cabili, e “come Cabili, siamo relegati nel campo dei popoli minoritari, mentre rappresentiamo 12 milioni” di persone, in una Cabilia che “sta attraversando l’inferno sotto la legge marziale”. Tutte le libertà sono sospese e tutti vivono nella paura di essere arrestati e torturati. Dal 2021, tutti i Cabili sono stati dichiarati terroristi e in corso un genocidio che prende il nome in codice “Opération Zero Kabyles”. Furono bruciati vivi e accusati di essere piromani di se stessi. Non meno di 43 Cabili innocenti furono condannati a morte. Migliaia di arresti furono seguiti da torture e a più di 100.000 Cabili fu proibito di lasciare il territorio algerino verso l’estero, ha concluso dopo aver elencato le varie forme di violazione nei confronti del popolo Cabili.