Marocco. In occasione dei suoi 25 anni di Regno, il Re Mohammed VI ha graziato 2.476 persone condannate dai vari tribunali
In occasione dei suoi 25 anni di Regno, il Re Mohammed VI ha graziato 2.476 persone condannate dai vari tribunali del Regno del Marocco, compresi giornalisti che hanno commesso reati previsti e puniti dal codice penale. Si tratta di Toufiq Bouachrine, Omar Radi e Souleimane Raissouni e degli attivisti Reda Taoujni e Youssef El Hirech. Sono interessati anche 16 detenuti condannati per casi di estremismo e terrorismo che hanno espresso ufficialmente il loro attaccamento alle costanti e alla sacralità della Nazione e delle istituzioni nazionali, rivedendo i loro orientamenti ideologici e rifiutando l’estremismo e il terrorismo.
Questa Grazia non è un’Amnistia, infatti, la condanna non viene cancellata e i diritti delle vittime restano preservati. La Grazia è una prerogativa esercitata da Sua Maestà il Re, allo stesso modo dei Capi di Stato del mondo.
Queste persone condannate per reati di diritto comune hanno il diritto di beneficiare della Grazia alle stesse condizioni di tutti gli altri condannati. La richiesta di Clemenza Reale Sollecitata rappresenta quindi l’ultimo ricorso per le persone condannate.
Così, il Sovrano ha voluto fare delle celebrazioni della gloriosa Festa del Trono, 30 luglio 2024, un’occasione per portare gioia e felicità ad un gran numero di condannati, detenuti e membri delle loro famiglie.
A questo proposito, il Sovrano, informato del fascicolo di ciascuna delle persone interessate, ha avuto la bontà di concedere la sua Grazia, al fine di consentire loro un sereno ritorno alle famiglie, il che non cancella in alcun modo la loro colpevolezza delle accuse per le quali hanno scontato la loro pena detentiva.
La Grazia Reale incarna la costante alta benevolenza con cui il Re circonda tutti i figli del suo Popolo, compresi i detenuti e i condannati, e sottolinea la volontà del Sovrano di sancire i principi di tolleranza e clemenza e di dare una seconda possibilità ai condannati. Essa non lede, infatti, in alcun modo i diritti altrui, ma, riguarda soltanto il reato o la pena per cui è stata pronunciata e non impedisce in alcun modo la prosecuzione dell’esame dei reati o dell’esecuzione delle altre sentenze in questione di multi-delitti o di cumulo di pene.
La Grazia Reale, che rappresenta una tradizione rinnovata dal Re, costituisce un simbolo distintivo dell’heritage e del patrimonio collettivo marocchino, e mette in risalto la benevolenza e l’empatia che caratterizzano il regno del Sovrano, inviando un forte messaggio sull’importanza della compassione e del perdono, valori che rafforzano il tessuto sociale e promuovono l’armonia all’interno della Nazione.
Questa iniziativa Reale si distingue per il suo carattere umano ed eminentemente sovrano, che va al di là delle circostanze temporanee, ed è frutto di una cultura di riconciliazione e di clemenza ancorata nella Storia millenaria del Regno.
Si tratta di un gesto Reale che è l’affermazione della sovranità marocchina e un atto di benevolenza che non obbedisce ad alcuna pressione o ricatto straniero, ed è in linea con una tradizione millenaria ben ancorata negli usi e costumi del Regno del Marocco.
Si tratta, inoltre, di un gesto umano e benevolo del Re Mohammed VI nei confronti dei beneficiari e delle loro famiglie, che si uniranno all’ondata di gioia e di festeggiamenti del 25° anniversario dell’ascesa al Trono del Sovrano dei suoi gloriosi antenati.