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Terremoto Emilia Romagna: ecco perchè non è causato dal fracking

Terremoto Emilia Romagna: ecco perchè non è causato dal frackingTra le molteplici ipotesi sul motivo del perdurare del terremoto in Emilia Romagna, spunta la teoria del fracking.

Il fracking è la fratturazione idraulica, ovvero lo sfruttare la pressione di un liquido che esce dalle rocce, in genere si sfrutta in questo modo la potenza dell’acqua. Attraverso delle opere di trivellazione si perfora il terreno. Il fracking è usato sia per l’acqua che per il petrolio ma anche per la ricerca e lo sfruttamento di giacimenti petroliferi.  L’uomo attraverso degli speciali macchinari fora il suolo, creando delle fratture da cui esce con la pressione del liquido. Le fratture idrauliche naturali più comuni sono i dicchi e i filoni-strato, oltre alle fessurazioni causate dal ghiaccio nei climi freddi. Quelle create dall’uomo vengono indotte in profondità in ben precisi strati di roccia all’interno dei giacimenti di petrolio e gas, estese pompando fluido sotto pressione e poi mantenute aperte introducendo sabbia, ghiaia, granuli di ceramica come riempitivo permeabile; in questo modo le rocce non possono richiudersi quando la pressione dell’acqua viene meno.

Il web è convinto che nel terremoto emiliano sia coinvolto il fracking. E’ pure vero che il terremoto si è creato in zone dove c’è alta densità di trivellazione  Sull’argomento c’è molta confusione: qualcuno è disposto a credere che la causa del terremoto sia il mega deposito di gas, progettato da Erg Rivara Storage (Ers) a Rivara di San Felice sul Panaro.


Ma a smentire è l’Erg Rivara Storage che sottolinea in più noteo: “i nostri dati sulle perforazioni risalgono a studi del 1979, noi non abbiamo toccato il terreno a Rivara, non abbiamo fatto carotaggi, non abbiamo perforato o immesso gas o acqua. Gli strumenti che servono per perforare un pozzo occupano un ettaro, nemmeno volendo avremmo potuto farlo e passare inosservati”. Eppure, esiste chi dice di aver visto trivelle in azione qualche giorno prima della scossa dl 20 di maggio.

Intanto tutte le compagnie petrolifere hanno chiarito che  il fracking  e altri metodi simili non sono mai stati utilizzati in Italia.

Infatti il Presidente della FederPetroli Italia, Michele Marsiglia, coinvolto anche nella monitorizzazione e fase di avanzamento delle possibile trivellazioni nelle zone del sud dell’Italia Vallo di Diano ha dichiarato : “non abbiamo elementi nella storia della ricerca e sviluppo di giacimenti petroliferi che portino alla causa di manifestazioni sismiche con pericolosità per i cittadini, da quelle che sono le dinamiche di trivellazione attraverso la tecnica del Fracking (fratturazione idraulica) ad altre forme di trivellazioni di uso più comune o non convenzionale”.  Invece sul gas mettano pare che “non vi sono elementi che definiscono tale processo pericoloso anzi, dopo rigide normative per lo stoccaggio del gas in superficie, il sottosuolo risulta per grado di sicurezza ed in alcune situazioni, ottimale. Riteniamo che in situazioni di disagio come quello che si sta verificando in seguito al terremoto, si trovi sempre spazio per polemiche nulle, senza pensare a quella che è la vera emergenza, ricordando che, prima di una trivellazione, gli studi e verifiche hanno tempi molto lunghi, con il consenso di Amministrazione locali, provinciali, nazionali ed in primis, comitati cittadini“.


Persino la rivista scientifica Focus aveva scritto in precedenza: Dal fracking alle dighe: le fabbriche di terremoti Le grandi opere (dighe, scavi e trivellazioni) possono causare immani catastrofi: dai terremoti alle eruzioni di fango. Il caso del fracking, una tecnica di trivellazione è emblematico. Ma non è assolutamente collegato ai terremoti in Italia.

Insomma il fracking non dovrebbe essere la causa del terremoto, che a detta di più scienziati intervistati e sentiti dalle maggiori testate nazionali resta un fenomeno non prevedibile.

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