Operazione Stop: tutti i dettagli. ‘ndrangheta a Rossano Calabro, Vigevano, Viterbo, Parma e Cuneo
I soldi che ottenevano, erano reinvestiti in attività commerciali, gelaterie in particolare, anche negli Stati Uniti. Tra gli arrestati anche la moglie del boss Nicola Acri
Sono stati eseguiti, questa mattina, 28 arresti nei confronti di esponenti della cosca Acri-Morfò di Rossano. Gli arrestati dovranno rispondere di: associazione a delinquere, tentato omicidio, estorsione, rapina, detenzione di droga e armi, procurata inosservanza della pena, illecita concorrenza, trasferimento fraudolento di valori.
L’operazione “Stop”, coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Catanzaro e condotta dai Carabinieri del Ragguppamento Operativo Speciale e del Comando provinciale di Cosenza, si è svolta a Rossano, Vigevano, Viterbo, Parma e Cuneo. I carabinieri hanno eseguito il sequestro di beni mobili, immobili, società e conti correnti.
Tra le persone arrestate, anche la moglie di Nicola Acri, killer dell’omonima cosca di Rossano, poichè,secondo le indagini era inserita a pieno titolo nell’organico e gestiva in prima persona alcune attività economiche di derivazione illecita.
In manette è finito anche un consigliere comunale di Rossano, Ivan Nicoletti. L’accusa nei suoi confronti è concorso esterno in associazione mafiosa. Avrebbe messo in atto condizionamenti al voto per il rinnovo del consiglio comunale di Rossano Calabro per avere appoggio elettorale alle elezioni del 2011. Nicoletti, che è avvocato, era stato eletto nelle fila del Pdl a sostegno della maggioranza.
Dalle indagini è emerso che la cosca Acri-Morfò avrebbe avuto il controllo della vendita di caffè e di pane, riuscendo a imporre a bar, stabilimenti balneari e altre attività commerciali l’utilizzo di determinate marche di prodotti. Le imposizioni del caffè riguardavano anche alcuni esercizi del nord Italia. L’attività investigativa ha riguardato un decennio, tra il 2002 e il 2011. Tra i beni sequestrati ci sono diverse società. Sigilli al ristorante lido “La Balera”, riconducibile alla cosca.
L’operazione Stop è stata avviata nel gennaio 2009 dalla Sezione Anticrimine di Catanzaro del Raggruppamento Operativo Speciale Carabinieri ed avrebbe portato al fermo di Nicola Acri che, dall’estate del 2007, immediatamente dopo è stato fermato Salvatore Galluzzi presunto braccio destro di Acri.
Immediatamente dopo sono partite le inchieste che hanno trovato risvolto nei fermi odierni.
Secondo gli investigatori, avevano conseguito il controllo e lo sfruttamento delle risorse economiche, non solo ogni membro o presunto tale aveva a disposizione un arsenale di armi da guerra (kalashnikov) e comuni da sparo.
L’inchiesta ha sottolineato la tipologia della presunta cosca ed i ruoli che avrebbero avuto Nicola Acri, da Salvatore Morfo’, Gennarino Acri, fratello di Nicola, Salvatore Galluzzi, Sergio Esposito e Francesco Sommario.