Ufo:il caso Roswell, 66 anni dopo. Un contatto involontario?
Se fosse dimostrato che l’incidente di Roswell è realmente avvenuto, nel senso della caduta di un’astronave aliena, allora l’umanità avrebbe la prova provata di una domanda atavica e che si perde nella notte dei tempi: l’uomo non è solo nell’universo. Di colpo molte teorie della fisica, la religione, la società nostra stessa così come la concepiamo, probabilmente riceverebbero un duro colpo dalle conseguenze difficilmente prevedibili. Il grosso problema è che, oramai, Roswell è diventato un vero e proprio business, simile ad un luogo di curiosità e divertimento più che una meta ufologica. Il vero significato dell’avvenimento lo si è perso per strada. I dubbi sono tantissimi. La prima domanda è: sicuro che a Roswell 66 anni or sono precipitò un vero e proprio disco volante? Se così fosse non ci dobbiamo affatto meravigliare delle smentite a più riprese da parte delle autorità statunitensi.
Troppe le ripercussioni, troppi i rischi. Che sicurezza potrebbe mai avere la popolazione sapendo che una civiltà superiore alla nostra tecnologicamente ci spia e potrebbe invaderci in ogni momento e schiavizzarci? O peggio ancora, circola liberamente tra di noi indisturbata? Immediato e spontaneo viene il richiamo a Medvedev ed alla sua valigetta “degli alieni”. Sull’effettivo accadimento di Roswell, è legittimo muovere tante riserve: perché prima era caduto un disco volante, “anzi no” con la seconda versione ufficiale. E che dire del fatto che l’intera vicenda tornò a galla dopo alcuni decenni dal presunto ufo crash? Perché i protagonisti vennero allo scoperto dopo tanti anni? Come hanno potuto mantenere un segreto straordinario come la presenza di extraterrestri sul nostro pianeta? Possibile che ricordassero tanti particolari? Tante testimonianze lasciano alquanto da pensare perché sono piuttosto coerenti tra di loro. Non secondaria è la questione per cui coloro che erano presenti ai fatti, potrebbero vicendevolmente essersi influenzati, dando luogo a racconti tutti da verificare. E’ pur vero però che a favore della veridicità dell’indicente di Roswell giocano molti elementi: tante testimonianze molto coerenti. Il foglietto tenuto nella mano sinistra del generale Ramey in una foto datata 1947, dove lo stesso foglio è rivolto con il lato scritto verso la macchina fotografica.
Così, con le odierne ulatraevolute tecniche fotografiche si sono letti inequivocabilmente i termini “Disk” cioè disco, e “Victims” vale a dire vittime. C’è ancora da considerare lo straordinario ed esponenziale sviluppo tecnologico degli ultimi 60 anni (guarda caso). Allora, a questo punto, una domanda sorge spontanea: l’ufo crash di Roswell avvenne in un paese piuttosto democratico dove i media, tutto sommato, parlano a 360 gradi compreso lo spinoso argomento degli oggetti volanti non identificati. Per logica induzione, nulla vieta di pensare che analoghi episodi siano avvenuti in altre nazioni meno aperte e con immensi territori per una questione di mera probabilità, quali l’ex Unione Sovietica, la Cina e forse gli stessi paesi dove apparentemente l’informazione è libera e la popolazione dovrebbe essere messa al corrente di quanto accade sul suo territorio. Allora, l’incidente di 66 anni or sono festeggiato l’8 luglio 2013 con un Doodle particolare ed interattivo da Google, risveglia l’interesse di tutti sull’affascinante tematica ovni (oggetti volanti non identificati). Ma da dove verrebbero questi esseri? Dal nostro universo o da altre dimensioni? E.T., se ci siete, almeno mostratevi e smettetela con i cerchi nel grano, le mutilazioni animali, con i rapimenti alieni, di giocare a nascondino con gli ufo. Basterebbe parlarsi! E poi in fondo così superiori ed infallibili non lo siete, se ogni tanto un vostro gioiello tecnologico precipita miseramente al suolo: proprio come i nostri arretrati velivoli!
Nota trasmessa dal CUFOM