A 50 anni dalla nascita del Muro che divise l’Europa: il Muro di Berlino
Berlino, 50 anni fa: Muro. Era un caldo sabato, 12 agosto 1961, quando il leader della Germania est Walter Ulbricht firma l’ordine per la costruzione di quel simbolo che marcherà l’Europa.Era passata da poco mezzanotte quanto la polizia ed una idonea unità dell’esercito della Germania Est si schierano lungo la linea di confine installando filo spinato e barriere di cemento per bloccare ogni passaggio. La mattina di domenica 13 agosto, il tracciato del Muro era stato eretto lungo i 43 chilometri della frontiera interna fra Berlino Ovest e i 156 chilometri del perimetro esterno di Berlino ovest.
Da un giorno all’altro parenti e amici vengono divisi, strade vengono separate a metà, tedeschi dell’est che lavoravano a ovest restano disoccupati e devono cercarsi altre occupazioni. Mentre qualche giorno dopo, il 17 agosto comincia la posa dei grossi blocchi di cemento che formano il vero e proprio Muro. Soldati dell’Esercito nazionale del popolo (Nva) e dei Gruppi di Combattimento della Classe Operaia (KdA) sorvegliarono i lavori fino al loro completamento per sparare a vista su chiunque cercasse di fuggire attraverso il confine.
E’ oramai storia, il Muro viene eretto sul suolo controllato dalla Germania est e negli anni successivi viene continuamente rafforzato. Le fughe verso l’Ovest continuano e, a circa un anno dalla nascita del Muro, nel giugno 1962 viene costruito un secondo muro all’interno della frontiera destinato a rendere più difficile la fuga verso la Germania Ovest: la “striscia della morte”. Nel 1975 il Muro viene rifatto con 45mila sezioni di cemento armato rinforzato alte 3,6 metri e larghe 1,5 metri. La “striscia della morte” sono circa 106 km di fossato anticarro, 302 torri di guardia con cecchini armati, 20 bunker e una strada illuminata per il pattugliamento lunga 177 km, sorvegliata dai Vopos, la polizia paramilitare della Ddr, con l’aiuto di feroci cani da guardia, rotweiller e pastori tedeschi. Solo nel 1962 si poteva fuggire attraverso alcune case di Bernauer Strasse, la cui facciata era est, ma il retro a ovest.La cosa però durò poco perchè in meno di un anno gli abitanti vengono sfrattati e le case abbattute. Nel 1985 viene rasa al suolo la chiesa della Riconciliazione che, su questa stessa strada, ostacolava il passaggio delle guardie di confine. Un muro a due nomi: “Muro della vergogna” a Ovest, e il “Muro di Protezione anti fascista” a Est, la grande barriera attorno a Berlino Ovest era stata costruita per impedire la continua fuga dalla Germania comunista. Fino al 1961 erano stati 3,5 milioni i tedeschi dell’est passati a ovest, circa il 20% dell’intera popolazione, in maggioranza giovani istruiti e professionisti.
Il passaggio avveniva soprattutto attraverso Berlino e la costruzione del Muro lo rese estremamente difficile. Almeno 5mila persone tentano la fuga negli anni successivi, alcuni con metodi molto fantasiosi. Le vittime sono però poche circa 200. Il primo morto è Ida Siekmann, che il 22 agosto 1961, sceglie di calarsi da una finestra di Bernauer Strasse. Mentre il primo fuggitivo ucciso è Guenter Liftin, un sarto 24enne, raggiunto da un proiettile alla nuca il 24 agosto 1961 mentre tenta di fuggire a nuoto all’altezza del porto di Humboldt. L’ultimo morto, l’8 marzo 1989, è Winfried Freudenberg, precipitato al suolo a Berlino ovest con una mongolfiera che aveva lui stesso costruito.
Fra le vittime vi sono anche diversi bambini, uno dei quali è annegato nella Sprea nel 1972 , il fiume apparteneva all’est e le guardie di confine non permisero ai soccorsi dell’ovest d’intervenire per salvare il bambino, nato nel quartiere occidentale di Kreuzberg. Poi sicuramente è storia tragica e triste quella di Peter Fechter, 18 anni ferito da proiettili sparati dalle guardie di confine della DDR il 17 agosto 1962 lasciato morire dissanguato nella striscia della morte, sotto l’occhio dei media occidentali.
Il Muro per anni è stato simbolo della chiusura della Ddr. Il passaggio legale era possibile solo attraverso sette varchi esterni, fra cui il noto Check point Charlie, e uno sotterraneo, nella stazione della metropolitana di Friederichstrasse. Ma a poter attraversare il confine erano soprattutto soldati delle forze alleate, diplomatici e turisti dell’ovest. La quasi totalità dei berlinesi ha dovuto aspettare il crollo del Muro, il 9 novembre 1989, per poter riabbracciare i parenti e gli amici dai quali erano stati separati 28 anni prima.
Con la lettura di stralci di vita dei fuggitivi caduti sotto i colpi delle guardie di frontiera, sono cominciate stamattina all’alba le commemorazioni per i 50 anni della costruzione del Muro di Berlino, di quando il 13 agosto 1961 la citta’ si svegliò divisa in due. Alle 10 il presidente Christian Wulff pronuncia un discorso davanti al Memoriale della Bernauer Strasse, la strada tagliata in due dal Muro, presenti la cancelliera Angela Merkel e il sindaco di Berlino, Klaus Wowereit. (ANSA)
apprezzo lo stile giornalistico, senza l’ombra della faziosità piacevole da leggere complimenti