La melodia della nostra anima: il Mantra
Il valore dei suoni magici è conosciuto fin dai tempi più antichi, quando le parole avevano un vero e proprio valore nelle formule rituali. Attraverso lo studio e la ricerca sui Mantra gli antichi saggi hanno scoperto come entrare in sintonia con noi stessi e con l’intero.
Il Mantra è una formula psicologica, un motto o una sentenza ( ad esempio: io sono la calma), o una sillaba vibratoria, come la sillaba sacra Om, vibrazione originale che rappresenta il Mantra per eccellenza che viene ripetuto mentalmente durante la respirazione yogica, le pratiche e la meditazione. Japa invece significa ripetizione di un mantra per un certo numero di volte, di minuti, di ore al giorno e, mentre la mera ripetizione risulta insufficiente, la meditazione sul suo significato e la sua manifestazione è un modo eccellente di trascendere, chiarire e focalizzare la mente per ottenere un equilibrio interiore.
La costante ripetizione del Mantra, di una formula psicologica, genera una autosuggestione sempre più intensa, sino a realizzarne il significato; la ripetizione di una sillaba vibratoria, invece, stimola con la vibrazione verbale una o più parti del corpo e della materia sottile, per il conseguimento di più alti gradi di vita interiore e di uno stato di coscienza superiore. Ogni sistema Yogi può giovarsi, a sostegno degli altri mezzi, della costante ripetizione di formule o di sillabe. Esiste infatti il Mantra Yoga che è lo Yoga che si vale esclusivamente o prevalentemente di tale mezzo.
Il Cosmo intero, con tutti i suoi principi, i suoi piani e i suoi modi di essere si manifesta in un certo numero di Mantra: L’universo è sonoro, esattamente come è cromatico, formale. Un Mantra è un simbolo nel senso arcaico del termine: esso è nello stesso tempo la realtà simboleggiata ed il segno simboleggiante. Esiste una corrispondenza occulta tra le lettre e le sillabe mistiche (le matrka, le madri e le bija, le sementi) e gli organi sottili del corpo umano da una parte e, dall’altra parte, tra questi organi e le forze divine dormienti o manifeste del Cosmo.. Lavorando su un simbolo, si risvegliano tuttele forze che gli corrispondono.
L’utilizzo dei suoni a scopo spirituale è usato universalmente. In molte religioni il ripetere continuo di una frase o di un suono con l’aiuto di una japa-mala o rosario, rappresenta la più alta forma di meditazione. Il Mantra è il miglior veicolo nella meditazione poiché la mente abbandona il flusso dei pensieri e si assesta in una profonda concentrazione.
Il valore pratico e l’importanza filosofica dei Mantra investono due ordini di fattori: innanzi tutto la funzione spirituale dei suoni mistici, utilizzati come sostegno per la concentrazione; in secondo luogo l’elaborazione di un sistema gnostico e di una liturgia interiorizzata che rivaluta le tradizioni arcaiche sul suono mistico.
Il mantra già nei tempi vedici serviva da corazza, difesa, protezione alla concentrazione, siano esse ritmate o ripetute mentalmente nel pranayama o nella meditazione. Per il profano queste sillabe o parole spesso restano intellegibili, il loro significato non appartiene al linguaggio razionale che serve per la comunicazione. Praticando assiduamente questa disciplina, in forma mentale o verbale, si acquisterà calma interiore, serenità, distacco mentale e impassibilità, assenza di timore, purificazione dei sensi, controllo della mente e delle emozioni. La ripetizione regolare di formule e sillabe, inoltre, può eliminare le cattive tendenze mentali, curare vari disturbi o malattie di origine psichica e rafforzare la mente.
Il mantra può essere utilizzato all’inizio di ogni esercizio Yoga: la sua scelta dipende dal preciso fine psichico che ci si prefigge di raggiungere. Spesso i praticanti di Hata-Yoga, prima di iniziare gli asana o la raspirazione, pronunciano, concentrandosi mentalmente, un mantra che deve psicologicamente prepararli all’esercizio stesso “Io sono la salute, la calma, il benessere”.
Esistono diversi tipi di mantra, che possono essere impegnati nei diversi momenti. Alcuni consistono, come abbiamo detto, in semplici affermazioni , altri sono ricavati dagli Yogasutra di Patanjali. Nella tradizione indiana, ad esempio, vi è un Mantra che, pur non essendo recitato, viene cantato spontaneamente da ogni creatura con il respiro: “So ham” (sono Lui); la sillaba “so” è associata all’inspirazione, quella “ham” all’espirazione. Nel buddismo, troviamo il Mantra “Nam myoho renge kyò” e tra i devoti di Krsna il Maha-Mantra “Hare Krsna hare Krisna, Krisna Krisna, Hare Hare”.
I Mantra si apprendono dalla bocca stessa del maestro, non si leggono dai libri, ma bisogna riceverli, ma una volta posseduti essi posseggono poteri illimitati, ma attenzione, senza studio, senza purificazione, senza una pronuncia adeguata, senza concentrazione, il mantra perde il suo valore.
Il vero significato dei mantra consiste nella loro assenza di significato. Ogni ripetizione indefinita conduce alla distruzione del linguaggio; in alcune tradizioni mistiche, questa distruzione sembra essere la condizione delle ulteriori esperienze.
Om Namah Shivaya
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