Novità sulla Fortezza del Priamar
Novità sulla fortezza del Priamar, a Savona. In questi giorni, durante gli scavi nell’aria antistante la fortezza, sono tornati alla luce del sole le mura del Chiostro dei canonici e gli attigui spazi frequentati dal clero che svolgevano servizio all’interno del Palazzo del Vescovo. E’ una scoperta molto importante, che permette di ricostruire una parte oscura delle radici cittadine, rase al suolo dai genovesi nel 1528 d.C. Chi prima di questa data fosse giunto dove sorge la fortezza, avrebbe trovato davanti a se una scalinata che accompagnava alla cattedrale romanica, cui sorgevano accanto, a destra il Palazzo del Vescovo, a sinistra il Monastero delle Recluse.
L’esistenza dei resti medioevali era ipotetica, ma l’equipe del professor Carlo Varaldo è riuscita a compiere l’eccezionale scoperta. In quell’area l’archeologo Nino Lamboglia, scomparso nel 1977, aveva avviato gli scavi fermandosi ad una stratigrafia superficiale che lo aveva convinto di spostare le ricerche in un’altra zona del sito archeologico, permettendo di portare alla luce la necropoli. Tornando agli scavi recenti, il ritrovamento dei resti delle mura ha permesso, dopo mesi di lavoro e anni di studio, di determinare con precisione la topografia del complesso al lato della Cattedrale di s. Maria Assunta.
Purtroppo le ricerche dovranno subire uno stop di 5 o 6 mesi a causa dell’esaurimento dei fondi, ma appena si saranno le disponibilità per sostenere la campagna di scavi promossa dall’Istituto di Studi Liguri, Museo Archeologico di Savona, Università di Genova e il contributo della Fondazione De Mari, si ricomincerà da dove lasciato; ci sarà anche l’aiuto volontario di studenti e dottorandi di alcune università italiane. Le prospettive dei nuovi lavori, sarà la certezza di trovare conservati anche i pavimenti del chiostro e potrebbero anche dare la conferma al quesito che gli archeologi liguri si pongono da anni: scoprire, cioè, se il complesso della cattedrale cela, al di sotto , radici longobarde o addirittura anteriori, risalenti al VII sec d.C.
Articolo circostanziato,ma come al solito ilnostro patrimonio culturale deve fare i conti con il denaro pubblico che non c’è..comunque speriamo….che tutto vada per il verso giusto…:)
Cmq, ti terrò informata alla ripresa dei lavori di scavo. Ciao 😀