L’incubo dell’aborto selettivo sbarca in Italia. Il caso Toscana
Toscana. è proprio aborto selettivo? Leggiamo in rete che 500 bambine non sono mai nate nella democratica ed occidentale Toscana, e si, non si tratta di una regione sperduta nel mondo ma proprio della nostra Toscana, culla di cultura e democrazia. Da alcune statistiche presenti online si evince che dal 2008 al 2010 i parti mostrano un dato preoccupante: tra i migranti in Toscana nascono stranamente più maschi. La cosa è molto strana anche perche è è scienza che il rapporto tra i sessi alla nascita, “sex ratio” prevede che ogni 100 femmine nascano un po’ più maschi, 105, solo che in Toscana non è così, le tabelle dell’Agenzia regionale di sanità (Ars) sono rispettati quasi al centesimo se si vanno a prendere i quasi 100mila bambini venuti al mondo in Toscana nei tre anni fino al 2010 Analizzando invece i singoli dati per comunità si trova una “sorpresa”: in quella cinese nascono 111 maschi ogni 100 femmine, in quella albanese addirittura 115, in quella romena 113. I dati statistici hanno spaventato un pò tutti, ma ad affrontare il tema degli aborti selettivi è un libro della biologa e giornalista scientifica Anna Meldolesi (“Mai nate” di Mondadori). Nel testo si parla di una diagnosi prenatale precoce e di interruzione di gravidanza come pratiche che hanno sostituito in alcune parti del mondo l’infanticidio. Spesso poi si leggono racconti e narrazioni di donne che dalla Cina arrivano in Italia proprio per poter partorire liberamente la propria bambina e non è fantascienza bensì è la cultura e la “selezione” che impedisce alle donne cinesi la nascita di bambine. ecco perchè i dati toscani fanno paura, se poi si riprende la lettura del testo della Meldolesi si evince un altro esempio che fa venire i brividi, sembra che anche nelle comunità albanesi ci sia ormai la ricerca spasmodica dell’aborto selettivo, dovuto forse ad un culto del macismo ancora molto spinto. Altra comunità che può correre questo rischio è quella indiana.Perchè si predilige un figlio maschio? Oltre ai motivi socioculturali spesso noti, molte ragioni sono sicuramente legati a motivi economici e a quella sottile discriminazione che ancora è presente nelle comunità patriarcali.Online troviamo il parere di Valeria Dubini, responsabile della ginecologia di Torregalli, vicepresidente della società italiana dei ginecologi ospedalieri e da sempre impegnata anche nell’assistenza agli immigrati che dichiara: «Mi stupiscono i dati sui romeni e su quelli albanesi. Non mi risulta che questi immigrati facciano diagnosi prenatale precoce per scoprire il sesso dei nascituri». «Per quanto riguarda le donne cinesi, nel loro paese c’è una politica demografica che favorisce obbiettivamente l’erede maschio. Così non si può escludere che anche nel nostro paese seguano dei percorsi simili, magari cercando anche una diagnosi precoce del sesso. Secondo me i dati però non dimostrano una prevalenza della scelta del genere del nascituro». Dubini da sempre si batte per l’applicazione della legge 194. «L’aborto selettivo è una aberrazione dice Uno strumento così importante per molte non può essere usato in quel modo. Tra l’altro l’Organizzazione mondiale della sanità lo considera una delle forme più gravi di violenza ai danni delle donne».