Vado Ligure: dai romani a Napoleone
Vada Sabatia, l’odierna Vado Ligure, si sviluppò nel II sec. a.C. attorno ad un accampamento dell’impero romano durante l’occupazione e colonizzazione della Liguria. Divenne in seguito municipio dell’impero romano e un importante nodo viario per i traffici commerciali, grazie anche alla bonifica delle paludi effettuata dai romani.
Il nome Vada Sabatia è citato in diversi documenti di alcune personalità dell’impero; lo troviamo, per ricordarne alcuni, in una lettera di Bruto a Cicerone del I sec. a.C. (Vada); negli appunti del geografo greco Strabone (Vada Sabatium); in Plinio il Vecchio (Portus Vadorum Sabatium) e, sempre in altre fonti del I sec.
Nel 109 a.C. Vada venne collegata, attraverso la via Emilia Scauri (di cui esistono ancora tracce), a Luni e Roma, valicando gli Appennini attraverso il Passo di Cadibona, per poi scendere per il Passo della Cisa.
Nel 641 d.C., la Liguria fu sottomessa dai longobardi del re Rotari e, come successe a Noli, alcuni centri del comprensorio vadesa subirono devastazioni e saccheggi.
Mentre Savona (Saona), fu soggiogata al dominio longobardo, Vado rimase indipendente e per questo privilegio, il vescovo della diocesi di Savona, spostò provvisoriamente la sede vescovile nel territorio vadese dal VII al IX sec. d.C.
Sotto il regno di Carlo Magno, Vado ebbe anni di prosperità e, in particolar modo, divenne politicamente importante nel panorama del ponente ligure, diventando comitato della circoscrizione dell’impero carolingio, grazie anche alla presenza della diocesi vescovile.
Passata sotto gli Aleramici di Bonifacio del Vasto, verso la fine del periodo feudale, cominciò lentamente a decadere, fino ad essere accorpata , nel XII sec d.C., nel terrritorio del Comune di Savona appartenente alla famiglia Del Carretto, cedendo così i suoi diritti feudali e parte del territorio di Quiliano al comune e al vescovo di Savona.
La rapida espansione feudale di Savona, non potè che attirare l’attenzione della Repubblica di Genova, che, per contrastare questo espansionismo nella riviera di ponente, provò prima a trattare in via diplomatica, sperando in un appoggio del papato e poi con l’uso della forza; così nel 1305 il pontefice Urbano VI cedette una grossa parte del territorio savonese a Genova.
Durante il possedimento di Genova, il territorio vadese divenne una podesteria e si iniziarono a costruire forti e torri per la difesa del territorio e della stessa comunità. La dominazione genovese incrementò lo sviluppo commerciale del porto, facendo di Vado uno dei maggiori centri portuali della riviera di ponente.
Nel 1797 Napoleone Bonaparte occupò il comune durante la campagna d’Italia e, caduta la Repubblica di Genova, la inglobò nella nuova Repubblica Ligure, annetendola al suo impero. Nel 1815, entrò a far parte del Regno di Sardegna, come fu stabilito dal Congresso di Vienna del 1814 e nel 1861 nel Regno d’ Italia.
..hai percorso un buon tratto di storia! Circostanziato e interessante.
Grazie Acquario