Stupro: pene alternative al carcere. Monta la protesta delle donne della rete. Profili in nero su FB
Stupro di gruppo non punito con il carcere, una decisione che fa parlare. Lo stupro prevedeva come unica forma di punizione, anche in attesa di giudizio, il fermo giudiziario in carcere.
La sentenza della corte di Cassazione secondo cui nei procedimenti per violenza sessuale di gruppo, il giudice non è più obbligato a disporre o a mantenere la custodia in carcere dell’indagato ed invece può applicarne le misure cautelari alternative ovvero arresto domiciliare o affido a struttura, non piacciono, ma non piacciono in modo particolare alle donne.
Il cambiamento pare sia dovuto applicando misure cautelari alternative), ha un suono amaro per le donne. Un cambiamento dovuto a ad un’interpretazione estensiva di una sentenza della Corte Costituzionale del 2010, in base alla quale la suprema Corte ha annullato una ordinanza del Tribunale del riesame di Roma, che aveva confermato il carcere, ritenendo che fosse l’unica misura cautelare applicabile, per due giovani accusati di violenza sessuale di gruppo.
Nel 2009,il Parlamento ha approvato la legge di contrasto alla violenza sessuale dopo che gli episodi si erano moltiplicati, si scopre però che Corte Costituzionale, nell’estate del 2010, ha ritenuto la norma in contrasto con gli articoli 3 (uguaglianza davanti alla legge), 13 (libertà personale) e 27 (funzione della pena) della Costituzione e ha detto sì alle alternative al carcere «nell’ipotesi in cui siano acquisiti elementi specifici, in relazione al caso concreto, dai quali risulti che le esigenze cautelari possono essere soddisfate con altre misure».(La Stampa)
Ora la terza sezione penale della Corte di Cassazione (sentenza n.4377/12) ha stabilito che i principi interpretativi che la Corte Costituzionale ha fissato per i reati di violenza sessuale e atti sessuali su minorenni sono applicabili anche agli stupri di gruppo dal momento che quest’ultimo reato «presenta caratteristiche essenziali non difformi» da quelle che la Consulta ha individuato per le altre specie di reati sessuali sottoposti al suo giudizio. (La Stampa)
Se a non condividere la scelta sono le donne del Parlamento, le misure alternative restrittive applicate in caso di stupro non piacciono manco alle donne della rete che qualche minuto fa hanno lanciato una protesta virtuale, una manifestazione alternativa scegliendo di oscurare la propria immagine su FB e così sugli altri socialnetwork, i profili in nero, in lutto, inizia ad apparire e a incupire il più noto social network.
“Stupro di gruppo…NIENTE CARCERE… PROTESTO !!! OSCURO LA MIA FOTO…tanto è come non esistessi per lo Stato Italiano…..non sono una donna che avrà GIUSTIZIA..” Così viene riportato nei profili di molte donne della rete.