Vado Ligure: l’OCV soluzioni e trattative? CIG o mobilità
Vado Ligure, la questione della OCV continua a essere viva e di certo le soluzioni che si prospettano non sono ottime per nessuno specie per i lavoratori. Stamane nella sede dell’Unione Industriali di Savona sono continuate le trattative tra OCV e parti sociali per l’ipotesi d’accordo che, come preannunciato, prevede la cassa integrazione dei dipendenti dello stabilimento di Vado Ligure. L’accordo è stato esposto ai lavoratori, qualche ora fa, durante una assemblea di fabbrica.
L’azienda ha accettato l’ipotesi di fare 2 anni di cassa integrazione, più 3 anni di mobilità (facendole aprire in contemporanea). ed ha dato la disponibilità all’anticipo dei pagamenti per due anni della cassa, senza fare intervenire l’INPS, evitando, così, i 4 mesi dell’iter burocratico. L’OCV si è resa disponibile, come già fatto le volte scorse ad assumere 15 lavoratori a Besana Brianza e 10 ad Ardoise (Francia) a parità di stipendio o superiore.
Le proposte dell’OCV al tavolo industriale altro non fanno che stare nei termini di legge, così come tra l’altro prevedono le normative vigenti sulle CIG e sopratutto sulla dismissione delle aziende, così come per altro la mobilità, specie all’estero è chiaro e palese che non potrà essere accordata allo stesso livello di paga italiana.
Per i lavoratori che invece vanno in pensione o, se coloro che invece vogliono andare in monilità l’OCV offre 25.ooo euro. Mentre chi dovesse entrare in CIG o si preventivamente licenziasse, allora l’OCV garantirebbe in TFR circa 5o0 euro per ogni anno di prestazione lavorativa in OCV .
Il 19 marzo, parti sociali e OCV sono riconvocate per redigere in maniera definitiva l’accordo, che sarà portato a Roma da unione industriale e regione al Ministero dello Sviluppo Economico, per iniziarne l’iter.
I tempi sono stretti per via della futura legge Fornero riguardo gli ammortizzatori sociali.
Per ora non è chiaro quale sia la possibilità di vendita del sito e tanto meno quali possano essere le risoluzioni concrete sebbene nell’aria aleggi ancora la questione del dotto energetico.