Salute

Sclerosi Multipla: ma lo studio Cosmo di Aism sul metodo Zamboni è attendibile?

Come annunciato ai media entro le prossime settimane verranno divulgati i risultati “finali” dello studio epidemiologico “Cosmo“, promosso e finanziato dall’Associazione Italiana Sclerosi Multipla (Fism-Aism), sulla correlazione tra l’insufficienza venosa cronica cerebro spinale (CCSVI), scoperta nel 2007 dal prof. Paolo Zamboni (Direttore del Centro Malattie Vascolari dell’Università di Ferrara) e la sclerosi multipla (SM), malattia gravemente invalidante che colpisce circa 63.000 italiani, con maggiore incidenza fra le donne ed esordio prevalente tra i 20 e i 40 anni. Come noto ad oggi non si conoscono ancora le cause della SM, né esiste una terapia definitiva ed efficace per tutti.
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I primi risultati dello studio Cosmo sono stati annunciati alla stampa nell’ottobre scorso, secondo i quali “a oggi, sulla base di dati preliminari, la presenza di CCSVI è stata osservata globalmente in meno del 10% dei soggetti esaminati“.

La teoria del prof. Zamboni, almeno secondo lo studio Aism, verrebbe così smontata e, dunque, avanti un altro…

Ma, per fortuna, le cose non sono sembrano essere così semplici.

Per prima cosa è bene ricordare i difetti del protocollo Aism, denunciati dallo stesso prof. Zamboni nel settembre del 2010, ben prima della partenza dello studio Aism, che fu costretto alle dimissioni dal comitato scientifico e secondo il quale: “Il protocollo stabilito dall’Associazione Italiana Sclerosi Multipla (Aism) rischia di non riuscire a dimostrare nulla a causa di alcuni difetti di procedura. Avevo chiesto di aspettare qualche mese per formare gli operatori che devono fare gli esami e mi è stato detto di no. Ho suggerito allora di ridurre il campione, in modo da farlo esaminare solo da tecnici già formati, ma anche questa richiesta è stata rifiutata. In queste condizioni la sperimentazione rischia di non dimostrare nulla, perchè un tecnico non formato non è in grado di trovare la malformazione dei vasi sanguigni che secondo noi è alla base della Sclerosi“.

Il medico ferrarese fu sostituito nel comitato scientifico da Erwin Stolz, della Clinica Neurologica dell’Università di Giessen in Germania e ancora dichiarò: “Si tratta di un esperto di ecodoppler del cranio mentre per dimostrare il mio metodo gli esami vanno fatti al collo e al torace“.

Nell’ottobre scorso, durante la fase di svolgimento dello studio, l’Aism divulgò alla stampa con malcelato orgoglio i primi risultati costituendo, secondo alcuni epidemiologi, un possibile bias di ricerca in grado di invalidare lo studio, essendoci dichiarazioni fatte anzitempo (come riportate all’inizio) in grado di influenzare negativamente gli operatori dello studio (anche quando fossero stati perfettamente preparati).

Il “principal investigator” dello studio Aism, dr. G. Comi, dichiarò alla stampa: “già con l’analisi ad interim di Cosmo si è completamente sgonfiata l’ipotesi che la Ccsvi sia una causa o una significativa concausa della sclerosi multipla“.

Forse per condire queste sue affermazioni, durante un’intervista concessa al programma “Report” di Rai Tre che trattava della scoperta di Zamboni, si scagliò contro il dr. Fabrizio Salvi, neurologo e principale collaboratore negli studi di Zamboni, definendolo addiritura come un “pervertito a questa idea“.

Per uscire da queste tristi polemiche, che poco interessano ai malati, è bene evidenziare che sono usciti recentemente diversi studi (passati inosservati dalla stampa) che hanno invece confermato una possibile correlazione tra la CCSVI e la SM, di cui alcuni condotti proprio in Italia.

Il primo, pubblicato nell’ottobre scorso sulla rivista medica “BMC Neurology“, è stato coordinato dai proff. Bastianello e Bergamaschi dell’Università di Pavia e ha visto coinvolti ben 710 pazienti con SM in sei centri (cinque in Italia e uno in Canada).

La CCSVI è stata diagnosticata nell’86% dei pazienti con SM, con dati opposti a quelli forniti dai primi risultati dello studio Cosmo di Aism.
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Se ciò non bastasse, nel mese di maggio è stato pubblicato sulla rivista medica “Current Neurovascular Research” un altro studio italiano, coordinato dai proff. Ciccone e Trojano dell’Università di Bari, secondo il quale la SM è associata alla CCSVI. Questo studio ha coinvolto 277 pazienti con SM.

I risultati di questi due studi italiani, che hanno coinvolto un migliaio di pazienti con SM dovrebbero far riflettere attentamente i vertici dell’Aism ed i medici coinvolti nel loro studio Cosmo.

Il tutto, nell’esclusivo interesse dei malati e delle loro famiglie che sono stufi di assistere ad una sciocca diatriba su una scoperta che invece sta dando lustro al nostro paese.

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Alessandro Rasman

Alessandro Rasman, 49 anni, triestino. Laureato in Scienze Politiche, indirizzo politico-economico presso l'Università di Trieste; è malato di sclerosi multipla, patologia gravemente invalidante, dal 2002. Per Mediterranews cura una speciale rubrica sulla sclerosi multipla.

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