Tirocini regionali, Erbì (IDV): basta con la gogna mediatica,rinuncio ad un voucher più che legittimo
Mi chiamo Lorenzo Erbi, ho 23 anni, sono iscritto in ingegneria elettronica a Cagliari, sono uno studente pendolare di Domusnovas. Da un paio di anni la mia passione politica mi ha condotto nelle fila di un’esperienza civile che considero consona al mio modo di vedere la vita e i problemi sociali e politici. Sono stato da poco nominato coordinatore provinciale dei giovani della provincia di Carbonia-Iglesias. Con la scelta politica e l’inserimento negli organigramma di Italia dei Valori ho, come molti altri ragazzi, offerto a titolo di volontariato, quindi sempre gratuitamente, il mio tempo e le mie conoscenze a beneficio della causa comune.
Su ogni altra cosa, sono cresciute la mia responsabilità e le mie incombenze soprattutto nella progettazione e nell’aggiornamento del sito dell’Idv della Sardegna. Lo scorso anno, il partito sardo, che ha una sola dipendente amministrativa e sopravvive a stento con i pochi contributi delle tessere e delle donazioni privatistiche dei pochi eletti nelle assemblee nazionali e regionali, mi ha proposto di fare un tirocinio formativo presso la sede regionale, guidato dalla nostra segretaria per istruirmi nelle pratiche di segreteria e per collaborare all’attività e alle iniziative culturali. Ho perciò pensato di fare domanda per ottenere un voucher: cosa più che legittima, trattandosi di associazione privata che poteva dare una formazione utile anche per il successivo inserimento sociale. Senza fare niente di più ho visto la mia domanda accolta, come era giusto che fosse.
Il resto è cronaca di oggi, con la mia persona finita nel tritacarne mediatico come “picciotto” della casta o, peggio, della mafia politica, favorito non si sa bene da quali poteri. Ho capito che, ormai, per essere “corrotti” e disonesti basta anche solo fare militanza politica in un partito, se poi ci lavori gratis e con passione, ci deve essere qualcos’altro di marcio sotto. Io sono figlio di un pensionato e di una casalinga che fanno sacrifici enormi per mantenermi agli studi. Mio fratello per sopravvivere fatica e lavora come operatore a Mantova. Io non ho chiesto né ottenuto alcuna corsia preferenziale, ho solo presentato una domanda come tutti, considerando che anche per me questo potesse essere un diritto. Mi si fa capire con una incomprensibile campagna stampa che, visto che il mio stage è inserito in un contesto sociale non Deve e Non può trovare udienza, perché un’Associazione libera e ideale strutturata per la tutela degli interessi della collettività è discriminata rispetto ad un’azienda dedita al business ed al puro profitto. Eppure lo “sfruttamento” del lavoro è lo stesso, visto che sempre 3,60 euro lorde all’ora viene pagato il nostro lavoro, sia nelle aziende private che nel partito. Penso che fosse mio diritto scegliere dove effettuare la mia formazione professionale e sociale, anche presso la segreteria di un partito: e difatti la mia domanda è stata accolta perché rientrante nei miei diritti.
Un’altra piccola considerazione. La stessa Regione Sardegna quando concede gli Assegni Lavorativi nella cosiddetta Linea 3 delle povertà estreme paga queste prestazioni (quasi sempre generiche, di fatica o pulizia) ben 10 euro nette all’ora. Qualcosa di poco convincente c’è, e non solo quindi nelle modalità di assegnazione dei voucher. Io, comunque, anche, ma non solo, per la mia età, non sono in grado di accettare o sopportare questa gogna mediatica che mi toglie non solo la possibilità di fare la formazione dove io ritengo opportuno farla per il mio sviluppo sociale, ma anche quella di percepire una simbolica retribuzione per pagarmi il treno per arrivare a Cagliari. Infatti, essendo e restando una persona per bene e pur sapendo di aver fatto una cosa assolutamente lecita nel presentare la mia domanda di ammissione al voucher, rinuncio a un mio diritto e lo cedo ad altro pretendente in graduatoria. Questa campagna mediatica non mi impedirà invece di continuare a lavorare e fare formazione presso il mio partito, perché ci credo. Lavoro gratis perché l’IdV non è in grado di pagarmi. Invece che prendere il treno farò l’autostop. Con una speranza: sogno anche un Paese dove partecipare con passione e idealità alla costruzione comune della democrazia non sia più considerato un reato e la stampa non indebolisca la partecipazione democratica facendo di ogni erba un fascio.
Lorenzo Erbi
Coordinatore provinciale Giovani Idv Carbonia-Iglesias