Sclerosi Multipla: perché i neurologi non trovano la CCSVI di Zamboni?
Nel 2009 furono pubblicati pubblicati in letteratura i primi studi sulla correlazione tra l’insufficienza venosa cronica cerebro spinale (CCSVI), scoperta nel 2007 dal prof. Paolo Zamboni (Direttore del Centro Malattie Vascolari dell’Università di Ferrara), e la sclerosi multipla (SM), malattia gravemente invalidante che colpisce 63.000 italiani e per la quale purtroppo non sono ancora note né le cause né una terapia definitiva e valida per tutti, nonostante le ingenti risorse investite per la ricerca soprattutto nel ricco settore farmaceutico.
Da allora sono usciti numerosi altri studi epidemiologici con ecocolordoppler che avevano l’obiettivo di confermare o di smentire le osservazioni di Zamboni, tanto che a tutt’oggi la situazione rimane ancora abbastanza confusa, con risultati contrapposti che hanno portato ad un vero scontro disciplinare tra i neurologi e gli esperti vascolari.
Da un raffronto tra queste ricerche emerge con chiarezza che la presenza della CCSVI in pazienti con sclerosi multipla è stata confermata dagli scienziati dell´area cardiovascolare (come lo è anche Zamboni) in una quota variabile tra il 60 e il 100 per cento dei casi. Viceversa gli studiosi con una formazione neurologica, nella maggior parte dei casi, non hanno trovato la CCSVI associata ai pazienti con SM e la ritengono presente in una quantità pari nella popolazione sana.
La domanda che molti malati di SM si pongono è perchè questi neurologi non trovino la CCSVI e continuino a pubblicare studi contro la teoria di Zamboni, che hanno maggiore spazio sulla stampa.
Proviamo a fornire alcune possibili risposte:
– Nel 2011 durante un convegno promosso dall’Associazione Italiana Sclerosi Multipla (Aism) a Gorizia per pubblicizzare lo studio CoSMo appena partito, un neurosonologo ospedaliero dichiarò molto candidamente “Oggi parlo anche di una cosa, il venoso, che non mi è estremamente familiare. Noi facciamo doppler arterioso. Nessuno di noi ha fatto mai venoso” (…).
– Buona parte dei neurologi autori degli studi contro la CCSVI hanno importanti conflitti d’interessi, per via dei loro rapporti con le case farmaceutiche, che certamente non vedono certo di buon occhio la scoperta di Zamboni, che in futuro forse potrebbe far perdere loro gli attuali ricchi profitti sui farmaci per questa malattia.
I conflitti d’interessi dovrebbere venire obbligatoriamente dichiarati ma ciò non sempre avviene, come nel caso di Erwin Stolz, uno dei tre potenti revisori centrali dello studio CoSMo di Aism, che nel poster di presentazione dei risultati durante il congresso dei neurologi Ectrims 2012 a Lione omise di dichiarare i propri conflitti d’interessi, tanto da doverci costringere a fare una segnalazione agli organizzatori grazie alla quale il poster venne poi subito rettificato.
Inoltre nello stesso studio CoSMo, l’Aism, finanziatore di questa poderosa ricerca, non ha dichiarato di ricevere fondi anche dalle case farmaceutiche e soprattutto che i partecipanti allo studio venivano “retribuiti” dalla stessa Aism.
CREDO CHE SIA SUFFICIENTE QUESTO…