Quasimodo aderì all’Ermetismo spontaneamente, per la sua naturale esigenza di concretezza e perchè vide nella nuova poesia un sussidio contro il Romanticismo, il sentimentalismo, l’autobiografismo e qualcosa di utile per il raggiungimento di una più acuta visione delle cose. Il suo ermetismo risultò in ogni caso originale, per il suo linguaggio scarno ma non privo di sfumature musicali e caratterizzato da un velo di tristezza. Dall’ambientazione in una Sicilia dal sapore mitico, che caratterizza la prima parte della sua produzione letteraria la sua opera poi cominciò a riflettere in modo più diretto l’opposizione al regime fascista e l’orrore della guerra, particolarmente in Giorno dopo giorno (1947). In seguito prevalse un andamento di carattere narrativo, non di rado legato a temi di cronaca.
Tra gli elementi più importanti di questo periodo appaiono il rinnovamento del linguaggio ed un arricchimento dei temi, nell’ambito dei quali trovano posto importanti istanze sociali. È significativa inoltre la volontà dell’autore di agire per la trasformazione della realtà e per la realizzazione di un mondo migliore.
L’esperienza poetica di Quasimodo si può suddividere in tre tappe essenziali.
La prima è rappresentata dalle poesie improntate ai modelli più illustri del tempo, dal Pascoli ai simbolisti, dal d’Annunzio ai crepuscolari. Temi salienti: sono: l’amore per la terra siciliana, la malinconia, il ricordo dell’infanzia. Il linguaggio qui è sobrio. Nei suoi primi scritti, Acque e terre del 1930 e Ed è subito sera del 1942, si occupò del tema della solitudine. Quasimodo era molto legato alla sua infanzia e alla sua famiglia e il tema dell’allontanamento da quei momenti felici è prominente in questi scritti.
La seconda fase ha come esperienza “l’ermetismo”, dove nelle liriche del poeta prevale lo studio per una poesia “pura” e intensa.
La terza tappa si può considerare quella che scaturisce dalla dolorosa esperienza della guerra. Dopo l’esperienza della guerra, non vissuta in prima linea, matura nel poeta un grande interesse per i problemi politici del paese. Così la poesia rivolge il suo messaggio di pace e civiltà a tutti gli uomini con un linguaggio più comprensibile. E’ qui che il poeta esce dal suo idilliaco isolamento, e la sua produzione interpreta l’uomo del tempo ridandogli le sue illusioni e la fiducia nel futuro. E’ proprio da questo momento che Quasimodo figura tra i maggiori interpreti della condizione dell’uomo moderno. Ciò notiamo soprattutto in Giorno dopo giorno (1949) e nella raccolta successiva. La vita non è un sogno (1949). Le tragiche esperienze del conflitto indussero in particolare il poeta ad allontanarsi dagli aspetti più rigidi dell’Ermetismo, ad abbandonare le meditazioni solitarie e ad avvicinarsi a tutti gli uomini, nel tentativo di aiutarli nella ricostruzione degli antichi valori. È significativa inoltre la volontà dell’autore di agire per la trasformazione della realtà e per la realizzazione di un mondo migliore.