Pd e Pdl bocciano l’abolizione dell’Irap per le piccole attività produttive proposta da Prodani (M5S): «Microimprese abbandonate dalla maggioranza»
«Pd e Pdl hanno votato contro il punto della mia mozione sul manifatturiero che chiedeva l’abolizione dell’Irap per le aziende con un massimo di 10 dipendenti e un fatturato inferiore ai 2 milioni di euro. Ecco a chi interessa realmente il futuro delle nostre imprese». Il deputato del MoVimento 5 Stelle Aris Prodani commenta così il l’ennesimo voto “consociativo” a discapito delle piccole e medie imprese.
«Il manifatturiero rappresenta una risorsa fondamentale per l’industria nazionale, costituita per lo più da piccole e medie imprese che oggi faticano a restare sul mercato – spiega Prodani -. Le cause di queste difficoltà sono molteplici e, oltre a una crisi economica ciclica, risiedono principalmente nell’immobilismo e nell’assenza di un piano industriale nazionale che avrebbe dovuto essere varato almeno 20 anni fa».
«Oggi, con una pressione fiscale alle stelle – che secondo le ultime stime dell’Istat riferite al secondo trimestre del 2013 si attesta al 43,8% – è necessario tutelare le piccole realtà imprenditoriali, che molto spesso sono le più attive e innovative, intervenendo sulla leva impositiva. Purtroppo alla strana maggioranza che governa l’Italia – attacca il deputato M5S – interessano molto poco le microimprese che rappresentano il 94,9% delle imprese attive italiane e concorrono al 46,7% dell’occupazione. Un patrimonio in serio pericolo che deve essere salvaguardato».
«Invece di ostacolare le aziende che operano nel manifatturiero, il governo Letta dovrebbe rendere più efficiente questo settore, favorendo gli strumenti che permettono alle imprese di investire in ricerca e sviluppo e, soprattutto, di colmare il livello di “digital divide”, ormai imbarazzante, nel nostro Paese. Per questo vanno attuate immediatamente le misure previste dall’Agenda digitale europea e dall’Agenda digitale italiana. Non è più accettabile – conclude Prodani – che il tessuto produttivo del Paese sia frenato nel suo sviluppo dalla mancanza di accesso alla rete internet veloce che affligge anche numerosi poli industriali e rende impossibile ricorrere a formule alternative di impiego come il telelavoro».