Operazione Gangale: fermi in Emilia Romagna, ‘ndrangheta
I Carabinieri del Ros e dei Comandi provinciali competenti hanno eseguito nelle province di Bologna, Roma e Olbia-Tempio, un’ordinanza di custodia cautelare in carcere e di divieto di dimora, un decreto di sequestro preventivo dei beni e numerose perquisizioni, disposti dal gip del Tribunale di Bologna e dalla Procura Distrettuale Antimafia a carico di 17 persone di origine calabrese per associazione finalizzata al traffico di stupefacenti, detenzione di materiale esplodente e armi,favoreggiamento personale e altri reati, aggravati dalle finalità mafiose. I fermati sarebbero accusati di far parte di una organizzazione criminale a cui capo ci sarebbe Nicola Acri, già presunto uomo di spicco della cosca Acri-Morfò di Rossano Calabro (Cosenza). Acri è stato fermato a Bologna nel novembre del 2010, insieme ad altri tre favoreggiatori trovati in possesso di quattro pistole ed un revolver con matricole abrase, munizionamento di vario calibro, circa 4 kg di esplosivo al plastico, dinamite, detonatori e inneschi vari.
L’indagine attuale ha il nome di Gangale e deriva da uno degli pseudonimi di Acri. Acri gestiva a un traffico di droga internazionale tra Spagna-Italia, utilizzato, referente di Acri sarebbe stato dir Maurizio Ragno, pericoloso pregiudicato già condannato nel 2005 dal Tribunale di Bologna a 35 anni per rapina, detenzione illegale di armi e munizioni e traffico internazionale di stupefacenti, arrestato nel luglio 2011 dal Grupo de Localizacion de Fugitivos del Cuerpo Nacional de Policía spagnolo, attivato dal Ros, ed estradato in Italia nel febbraio del 2012.
Tra Emilia Romagna e Calabria pare che il gruppo criminale fosse gestito da Roberto Ammirato, detto “zio checco”, Antonio Ammirato, nipote del primo, gestori a Bologna di un bar all’interno del quale veniva stoccato il narcotico da destinare poi alle piazze.