Salute

Sclerosi Multipla: Verticale Solidale 2014 – Report del Convegno

index di Gisella Pandolfo e Silvia Chinellato

Nel week end del 12 e 13 luglio si è tenuto, a Cortina d’Ampezzo, l’annuale appuntamento con Verticale Solidale organizzato dalla Fondazione Il Bene. Ringraziamo di cuore gli organizzatori che ancora una volta hanno consentito un incontro umano, oltre che scientifico, fondamentale per la coesione della vasta ‘comunità’ che sostiene Zamboni, Salvi e la ricerca sulla CCSVI e la SM.

Le due giornate prevedevano, nell’incantevole scenario delle cime che incorniciano Cortina, momenti conviviali e di incontro oltre che, ovviamente, il convegno scientifico della domenica sempre di estremo interesse.

Accanto ai temi CCSVI e SM, quest’anno il convegno ospitava i relatori Dott. Filippo Martone e Prof. Carlo Agostini che sono intervenuti sul tema della sarcoidosi, patologia rara, poco nota e non ancora riconosciuta dal sistema sanitario. Per l’approfondimento di questo tema rimandiamo ai filmati che gli organizzatori dell’evento metteranno on line.

Sono seguiti quindi gli interventi del Prof. Zamboni e del Dott. Salvi, mentre il Prof. Veroux, previsto dal programma, è risultato assente a causa di un serio impedimento che lo ha costretto ad annullare la sua partecipazione.

La relazione del Prof. Zamboni verteva sull’ultimo studio “Ultrastruttura delle valvole difettose delle vene giugulari interne“ pubblicato recentissimamente su Phlebology e condotto dal gruppo di ricercatori dell’Università di Ferrara.

Dopo aver citato e ringraziato la nostra associazione, che ha contribuito a finanziare questo progetto di ricerca, Zamboni ha illustrato molto dettagliatamente gli importanti risultati cui sono giunti i ricercatori analizzando al microscopio le giugulari affette da CCSVI e ha spiegato perchè questi risultati permettono di affermare che la CCSVI è una patologia.

Questo studio ha dimostrato infatti per la prima volta e in modo inoppugnabile che la CCSVI è una patologia venosa a sè stante, indipendente dalla SM. Di conseguenza, è sacrosanto che sia inserita nei LEA (livelli essenziali di assistenza), e quindi presa in carico dal SSN.

Questo non vuol dire, ha precisato Zamboni, che sia negata la correlazione tra la CCSVI e la SM o altre malattie neurologiche, vuol dire semplicemente che “la CCSVI è una patologia vascolare con meccanismi di sviluppo indipendente, e che quindi non può essere una conseguenza della SM”.

Le giugulari e le valvole difettose di queste ultime, in pazienti con CCSVI, sono state studiate con un microscopio elettronico a scansione: uno strumento di altissima precisione sui cui risultati non sono possibili differenti interpretazioni: abbiamo la verità in mano, ha affermato il Prof, c’è solo da prenderne atto.

Zamboni ha spiegato che lo studio ha messo in luce due importanti aspetti:

1) lo strato endoteliale delle pareti delle giugulari affette da CCSVI è fortemente danneggiato: appare al microscopio come un pavimento sconnesso con le mattonelle (ovvero le cellule endoteliali) sollevate e disconnesse. “Se c’è una lesione nelle cellule endoteliali c’è una malattia vascolare. Tutte le malattie vascolari hanno lesioni nelle cellule endoteliali”, ha sottolineato, ed ha portato ad esempio le vene delle gambe affette da insufficienza venosa, nella quale si ha una analoga irregolarità di flusso del sangue. Il flusso del sangue, ha spiegato, dovrebbe essere unidirezionale. Un flusso irregolare fa ammalare l’endotelio. Succede nelle gambe, succede nelle giugulari con CCSVI. Tale condizione indica già essa stessa una patologia.

2) l’endotelio delle valvole malformate poichè affette da CCSVI “è come morto”: nelle valvole e nelle cuspidi affette da CCSVI “non c’è vita”. Le valvole delle giugulari affette da CCSVI sono prive di cellule endoteliali.

Zamboni ha poi precisato di non essere convinto che tale assenza di cellule endoteliale dalla valvole giugulari malformate sia congenita. “in alcuni casi morfologici sì”, ha detto, ma potrebbe essere l’esito di “un precedente episodio infettivo, infiammatorio o trombotico”.

Questi dubbi, ha sottolineato il Prof, possono essere sciolti. “La scienza è in grado di ricostruire la scena del delitto. La ricerca ha l’obbligo di continuare”, per poi poter bloccare o prevenire tale condizione patologica. “NON INTENDIAMO FERMARCI”, ha affermato Zamboni. “LA PAROLA D’ORDINE DEVE ESSERE CONTINUARE LA RICERCA. Sia di base, sia ricerca clinica come Brave Dreams”.

Zamboni ha concluso chiedendo a tutti noi, associazioni, pazienti, persone che lottano per il raggiungimento della verità sulla CCSVI nella SM e non solo, di continuare a sostenere in tutti i modi possibili Brave Dreams, lo studio clinico che lui e Salvi stanno conducendo tra infinite difficoltà e che dimostrerà la sicurezza e l’efficacia della pta nei malati di SM.

A proposito della angioplastica dilatativa (PTA), Zamboni durante la sua relazione ha ribadito che si è ormai capito che non in tutti casi di CCSVI tale intervento è consigliato, ma che stanno studiando e capendo molte cose su questo punto. Motivo di più per sostenere BD.

Il Dot. Salvi è intervenuto con una relazione che ha ripercorso la storia della “ipotesi vascolare della SM”, denunciando gli infiniti tentativi, in malafede, per ostacolare e creare confusione sulla ricerca sua e di Zamboni.

Ha sottolineato i principali aspetti morfologici che collegano inequivocabilmente le placche della SM alle vene, ha ricordato i principali studi scientifici sul tempo di circolo venoso cerebrale, si è soffermato sulla perfusione cerebrale e il rapporto della ipoperfusione (scarsa irrorazione) con la formazione delle placche, con il grado di ostruzione delle giugulari, con il grado di gravità della sclerosi multipla, con le ricadute: uno scompenso perfusionale acuto (in caso di stress forte, ad esempio) può portare una riacutizzazione della malattia.

Ancora una volta, Fabrizio Salvi, nel quale tutti ci riconosciamo, ha denunciato il problema dell’insano rapporto dei medici con le case farmaceutiche, facendo riferimento alla pubblicazione molto esplicita di Carl Elliott “Relationships between physicians and Pharma”: perché i medici non dovrebbero accettare soldi dalle case farmaceutiche.

Salvi, come prima Zamboni, ha ribadito la fermissima volontà sua e del suo team di continuare nella ricerca, concludendo con un accenno alla possibilità che nuovi farmaci possono essere studiati e prodotti per migliorare la perfusione cerebrale.

La sensazione che ci accompagna, al termine delle due giornate e del convegno, è la forza e la fiducia che ci derivano dall’avere ancora una volta toccato con mano l’instancabile impegno e la volontà dei ‘nostri’ ricercatori a non mollare, ad andare avanti, nonostante le mille difficoltà e gli ostacoli che ogni giorno vengono frapposti al loro lavoro e la consapevolezza che la ricerca sta progredendo in tutti i campi per giungere alla soluzione del dramma sclerosi multipla. Da parte nostra si rafforza quindi l’impegno a sostenere le loro ricerche nella speranza che portino sempre nuove importanti evidenze come è stato per questo studio sulle cellule endoteliali che siamo orgogliosi di aver supportato.

Gisella Pandolfo e Silvia Chinellato

Fonte: http://ccsvi-sm.org/node/2026

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Alessandro Rasman

Alessandro Rasman, 49 anni, triestino. Laureato in Scienze Politiche, indirizzo politico-economico presso l'Università di Trieste; è malato di sclerosi multipla, patologia gravemente invalidante, dal 2002. Per Mediterranews cura una speciale rubrica sulla sclerosi multipla.

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