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Napoli: morte Bifolco. Coisp replica a Equabile

 

Arturo Equabile foto Il Fatto Quotidiano
Arturo Equabile foto Il Fatto Quotidiano

Morte Bifolco, il Coisp replica a Equabile: “Disgustati dalle parole del latitante, quel che è successo al diciassettenne è solo colpa sua e di chi pensa come lui che ognuno debba seguire le regole che preferisce!”

“Siamo disgustati dalle parole attribuite dalla stampa ad Arturo Equabile che non solo non ammette le proprie responsabilità continuando a violare la legge, ma addirittura vaneggia del suo terrore verso le Forze dell’Ordine che vorrebbero fargli del male. Siamo al delirio più assoluto e nessuno si decide a dire le cose come stanno. Meglio sarebbe, a questo punto, stabilire subito con chiarezza se la soglia di tollerabilità di comportamenti che ancora oggi, sfortunatamente, sono considerati dei reati si è abbassata al punto da rendere il nostro lavoro solo un accanimento verso i cittadini che delinquono. Se è così, e così sembra visto le sconcertanti dichiarazioni che si leggono un po’ ovunque a difesa di un diciassettenne che non avrebbe dovuto morire ma che non sono stati i Carabinieri a spedire in strada in quel deprecabile contesto, allora qualcuno si degni di avvertire gli Appartenenti alle Forze dell’Ordine, così almeno la facciamo finita con tutte le sciagure che il nostro lavoro ci procura solo perché abbiamo il brutto vizio di fare il nostro dovere”.

Franco Maccari, Segretario Generale del Coisp, Sindacato Indipendente di Polizia, commenta infuriato le dichiarazioni riportate dalla stampa ed attribuite ad Arturo Equabile, il latitante che i Carabinieri cercavano nelle strade di viale Traiano, a Napoli, tra venerdì e sabato quando è rimasto ucciso il diciassettenne Davide Bifolco, che avrebbe detto: “Quella sera non ero sul motorino con Davide Bifolco”. “Un’ora prima del fatto – racconta Equabile – sono venuti i carabinieri nella casa dove stavo. Erano con le pistole in pugno e gridavano apri, bastardo. Ho avuto paura e sono scappato in un’altra casa. Dopo tre quarti d’ora ho saputo che in un’altra parte del quartiere c’era stata la sparatoria”. E ancora: “Sono latitante per un furto che non ho commesso… Qualcuno diceva che se mi prendevano i carabinieri mi ammazzavano. E io mi chiedo perchè hanno ammazzato Davide? Al posto suo potevo esserci io”. “Giuro che lo farò” avrebbe aggiunto Equabile in risposta a chi gli ha chiesto di costituirsi “aspetto solo che il mio avvocato mi porti il fascicolo. Mi costituirò per dire la verità sulla morte di Davide, ma i carabinieri devono arrestarmi, non spararmi. Ho paura, voglio che nessuno mi faccia del male, non voglio fare la fine di Cucchi”.

“La nostra volontà non è di metterci a dibattere con Equabile – aggiunge Maccari – un latitante che si fa beffe della legge e dello Stato rilasciando interviste dal buco dove si nasconde come un lombrico senza spina dorsale e senza alcuna dignità. A lui è appena il caso di dire che la morte di Bifolco è colpa sua, sua e di tutti quelli che come lui ritengono di potersi confezionare le regole a proprio piacimento, strafregandosene di ciò che in uno Stato civile vale per tutti i cittadini. Il punto vero, però, è un altro. Ancora una volta ci si meraviglia di quel che alle Forze dell’Ordine può capitare e capita alquanto spesso. Ma si vuole pensare o no a quanto spesso ci troviamo di fronte a gente che delinque senza alcuna remora, in circostanze fra le più disparate ed imprevedibili? Altrettanto spesso sono i Tutori della sicurezza a farne le spese, ed allora ecco pronte commemorazioni, targhe, medaglie al valore e discorsi strappalacrime di politici e rappresentanti istituzionali ottusi e ipocriti che amano il politically correct che porta tanti voti ma a spese altrui, a spese, per intenderci, di quei cretini con la divisa. Poi scoppia il ‘caso Napoli’ ed ecco la flagellazione del cretino di turno, che avrebbe potuto essere uno qualsiasi di noi centinaia di migliaia di cretini che, strano ma vero, hanno deciso di portare questa benedetta uniforme. Centinaia di migliaia di persone che stanno soccombendo a causa di un’ipocrisia soffocante, e centinaia di migliaia di loro famiglie che stanno soccombendo a causa del terrore di se ed in quale stato i loro cari torneranno a casa dall’ennesimo turno di servizio. Scoppia il ‘caso Napoli’ e tornano le consuete agghiaccianti questioni: un Agente deve intervenire per dovere ma se lo fa rischia di passare per torturatore; un Agente deve cercare un latitante ma non lo deve inseguire se scappa in scooter; un Agente ha la pistola d’ordinanza (e solo quella!) ma non la deve usare e neppure armare (così quando gli sparano o gli spaccano la testa a sprangate è sicuro che la famiglia riceve l’agognata medaglia!); un Agente deve sapere bene cosa è reato e perseguirlo, ma in certi territori e contesti deve lasciar fare perché in zone difficili certe cose passano per normali… Ma dico, siamo alla follia pura!”.

“Se le cose stanno così siamo alla follia pura, almeno rispetto a quanto ancora stabilito nel nostro ordinamento – conclude il Segretario del Coisp -, o quantomeno siamo in un universo parallelo che ancora a noi Personale delle Forze dell’Ordine è totalmente sconosciuto. Se quando incappiamo sfortunatamente in qualcuno che viola la legge dobbiamo lasciar perdere, o dobbiamo dare per scontato che se ciò avviene a Napoli allora si tratta di bravi ragazzi che giocano a modo loro perché cresciuti in contesti difficili, o che se davanti abbiamo un minorenne allora è certamente innocuo (invito tutti a ricordare quanto accaduto ad Antonio Santarelli, straordinario eroe dei nostri tempi), allora, per favore, ditelo pubblicamente anche a noi. Ritroveremo il sonno e la serenità minima ed indispensabile per fare questo lavoro che sta diventando incomprensibile ed insostenibile, ed i nostri familiari potranno riprendere a dormire sonni tranquilli”.

 

Hamlet

"Amo ricercare, leggere, studiare ogni profilo dell'umanità, ogni avvenimento, perciò mi interesso di notizie e soprattutto come renderle ad un pubblico facilmente raggiungibile come quello della net. Mi piace interagire con gli altri e dare la possibilità ad ognuno di esprimere le proprie potenzialità e fare perchè no, nuove esperienze." Eleonora C.

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