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Sclerosi Multipla e CCSVI: cattiva condotta scientifica?

grade_stenosis  di CCSVI in Multiple Sclerosis (USA) – Joan Beal:

Nello studio canadese negativo sulla CCSVI più recente, condotto dal neurologo Traboulsee e pubblicato su The Lancet, non è stato utilizzato il protocollo scientifico originale del prof. Paolo Zamboni.

http://www.thelancet.com/journals/lancet/article/PIIS0140-6736(13)61747-X/abstract

Questo nuovo studio si è dimostrato arrogante e sfacciato, deviando da tutti gli altri studi venosi ed arteriosi pubblicati, utilizzando un falso criterio per valutare le stenosi della vena giugulare.

La stenosi viene abitualmente misurata confrontando il segmento ristretto alla sezione normale adiacente della vena o arteria e si esprime tutto ciò in una percentuale. Questo è il modo accettato per misurare le stenosi. Tutti i ricercatori vascolari internazionali utilizzano questo metodo. E’ pubblicato nei libri di testo vascolari, dove ho trovato questo schema. Ciò è come il prof. Zamboni ha quantificato le vene giugulari stenotiche nella CCSVI.

Ma lo studio dei neurologi canadesi non ha fatto questo. Piuttosto, i ricercatori dell’UBC hanno creato una nuova misurazione per quantificare le stenosi, mai vista negli studi vascolari pubblicati, utilizzando l’intera lunghezza della vena giugulare. E quando il prof. Zamboni ha tirato fuori questo problema, The Lancet ha rifiutato di pubblicare la sua risposta.

Il primo passo del metodo scientifico è la replica dei risultati. Quando uno scienziato si fa avanti con una nuova scoperta, agli altri scienziati viene chiesto di guardare alle evidenze. Per fare questo, deve essere seguito il protocollo scientifico originale.

Questo significa che gli scienziati collaborano tra di loro. Iniziano un dialogo con lo scopritore di nuove informazioni. Parlano tra di loro, discutono dei protocolli diagnostici e di trattamento. Sono aperti, non hanno taccuini. Questo passo nel metodo scientifico è riconosciuto in tutto il mondo. Fa parte del processo critico utilizzato per ulteriori ricerche basate sull’evidenza.

Quando ciò non succede, il metodo scientifico non funziona. Frode ed inganno sono il risultato. Questa viene chiamata cattiva condotta scientifica.

“Le deviazioni dal protocollo previsto possono incidere sulla validità o rilevanza di uno studio.

La componente più importante di valutazione critica è l’attenta valutazione del disegno dello studio; Tuttavia sono inoltre essenziali altri passaggi, come la valutazione dei metodi statistici utilizzati, l’interpretazione dei risultati e i potenziali conflitti di interesse.”

http://www.nature.com/nrgastro/journal/v6/n2/full/ncpgasthep1331.html

Non solo nello studio sulla CCSVI di Traboulsee et al. non è stato utilizzato il protocollo originale dal prof. Zamboni, gli investigatori si sono pure rifiutati di parlare con il designer del protocollo. Non hanno risposto alle sue richieste di input, e non hanno risposto alle sue osservazioni sullo studio errato. Sono andati avanti con uno studio mal progettato, e hanno pubblicato i loro risultati come “ultima parola” per la CCSVI. Questo è un enorme tradimento del metodo scientifico.

La rivista medica, The Lancet, ha rifiutato di pubblicare la risposta del designer del protocollo originale. Tuttavia, la risposta del prof. Zamboni è ora linkata su PubMed nella sezione commenti.

http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/24119384#cm24119384_8458

Ecco la verità. Il prof. Zamboni risponde agli errori dello studio di Traboulsee et al, “Prevalence of Extracranial Venous Narrowing” (Prevalenza di restringimenti venosi extracranici), che è ora pubblicato su una rivista vascolare. I miei commenti sono tra parentesi.

http://www.pagepressjournals.org/index.php/vl/article/view/vl.2014.4195

La rivista The Lancet ha pubblicato nel gennaio scorso l’articolo di Traboulsee e altri “Prevalence of extracranial venous narrowing on catheter venography in people with multiple sclerosis, their sibilings, and unrelated healthy controls: a blinded, case control study” (Prevalenza di restringimenti venosi extracranici alla flebografia con catetere su persone con sclerosi multipla, sui loro fratelli e sui controlli sani non imparentati: uno studio in cieco caso-controllo).

Questi autori hanno confermato la presenza dell’insufficienza venosa cronica cerebrospinale con una elevata prevalenza di circa il 70% della popolazione canadese, ma senza differenze significative tra pazienti e controlli sani.

 

Tuttavia, per valutare le stenosi hanno usato un criterio mai pubblicato, in alternativa alla classica misurazione del diametro nel segmento immediatamente precedente il punto più stretto.

Traboulsee e altri misurano la stenosi su tutta la lunghezza della vena giugulare interna, confrontando il diametro massimo con il punto più stretto. È stato dimostrato, dai risultati anatomici sui normali, come il diametro del bulbo giugulare supera normalmente il 50% del diametro minimo della vena giugulare interna, dimostrando chiaramente il motivo per cui Traboulsee e altri non hanno trovato differenze significative tra le persone con sclerosi multipla, i loro fratelli e i controlli sani non imparentati.

(In altre parole, con questo nuovo metodo, non gold standard, Traboulsee e il suo team fanno sembrare che tutte le persone hanno la CCSVI. Se si confronta il diametro massimo della vena al bulbo giugulare al minimo, beh, diamine! Ognuno ha la CCSVI! Ma questa non è scienza. Questa è frode e cattiva condotta scientifica. Le stenosi si misurano classicamente in entrambe le vene e le arterie confrontando l’area chiusa alla parte aperta proprio accanto ad essa).

Inoltre, come risultato della misurazione di Traboulsee e altri, la parete della stenosi è una parte trascurata di ostruzione venosa primaria, perché nella maggior parte dei casi di ostruzione è la conseguenza di ostacoli intraluminali, come parte considerevole delle malformazioni venose tronculari, e/o compressioni; raramente da ipoplasia esterna.

(Il prof. Zamboni sta dicendo questo dal 2009. È necessario guardare agli ostacoli all’interno della vena, così come alla compressione dall’esterno. Questo studio non ha considerato niente di tutto ciò).

Infine, diversi metodi recentemente pubblicati possono essere adottati per la valutazione obiettiva del flusso giugulare ridotto in corso di insufficienza venosa cronica cerebrospinale, per mezzo dell’imaging di risonanza magnetica non invasiva, ecografia e pletismografia. Questo ci può aiutare a migliorare la valutazione del ritorno venoso cerebrale nel prossimo futuro.

(Perché i ricercatori non hanno lavorato assieme al prof. Zamboni, uno specialista delle vene? La NASA sta usando la sua tecnologia, ma Traboulsee non gli avrebbe fatto la cortesia di una telefonata? Una email? Forse per l’onore di pubblicare la sua risposta?)

E’ un periodo buio per la scienza. Mentre le riviste neurologiche e ricercatori tengono il dialogo nella SM, la scienza dell’endotelio, la funzione venosa e il flusso sanguigno cerebrale sono relegati a “campane a morto”, “bare chiuse” e “ultime parole” nelle pubblicazioni neurologiche. I ricercatori si rifiutano di parlare con specialisti di altri campi. I commenti dello scienziato che ha scoperto la CCSVI non vengono pubblicati. Vengono creati falsi criteri diagnostici falsi. Le campane suonano a morto, non per la CCSVI, ma per la fiducia della gente.

Ecco l’informativa sui finanziamenti del prof Traboulsee.

Informativa: Anthony Traboulsee, ha ricevuto compensi da EMD Serono, Teva Neuroscienze, Bayer, Biogen Idec, Chugai Pharmaceuticals e Roche. Traboulsee ha riferito di rapporti con Bayer, Roche, Biogen Idec, Merck Serono, e Chugai. http://www.medpagetoday.com/Neurology/MultipleSclerosis/42151

A proposito, prof. Traboulsee, qui ci sono tre nuovi studi — pubblicati solo il mese scorso, due tra l’altro dal Canada, TUTTI trovano una relazione tra il sistema vascolare e la sclerosi multipla. Questo viene da biologi cellulari, che sono alla ricerca di risposte, risposte concrete sull’eziologia della malattia. E la loro ricerca è stata finanziata da università e agenzie governative, da non case farmaceutiche.

http://ccsviinms.blogspot.com/2014/12/from-cells-to-space-stations-vascular.html

Sperando in giornate migliori nel prossimo nuovo anno,

Joan Beal

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Alessandro Rasman

Alessandro Rasman, 49 anni, triestino. Laureato in Scienze Politiche, indirizzo politico-economico presso l'Università di Trieste; è malato di sclerosi multipla, patologia gravemente invalidante, dal 2002. Per Mediterranews cura una speciale rubrica sulla sclerosi multipla.

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