Sull’Asinara per ricordare i profughi ungheresi
L’ambasciatore di Ungheria in Italia in visita a Stintino e sull’isola parco.
STINTINO 24 aprile 2015 – Ha letto i nomi, li ha scanditi nella sua mente, ha osservato le loro lapidi in religioso silenzio, commosso. Nel marmo le incisioni sbiadite dei nomi di due militari ungheresi, Muller Vilheln e Bruker Michael, morti entrambi sull’isola nel 1916. Si respirava una forte emozione oggi, durante la visita all’ossario austroungarico sull’isola dell’Asinara.
È stato il momento più alto della visita dell’ambasciatore di Ungheria in Italia Tamàs Török che, di prima di sbarcare sull’isola parco, questa mattina è stato ricevuto a Stintino, nel palazzo di via Torre Falcone, dal sindaco Antonio Diana.
«Stiamo portando avanti un progetto partito lo scorso anno – ha spiegato il primo cittadino di Stintino – per la commemorazione del centenario della Grande Guerra e che ci vedrà impegnati a settembre con un secondo convegno internazionale. L’Asinara nel 1915 ospitò circa 27 mila profughi e prigionieri di guerra e di questi circa 6mila persero la vita».
Il Comune di Stintino è capofila nel progetto di studio e ricerca che durerà sino al 2018 e che mira a tramandare la memoria storica di uno dei più sanguinosi conflitti che hanno imperversato nel continente europeo negli ultimi secoli, oltre che far diventare l’Asinara e il Nord Ovest della Sardegna luogo di incontro tra popoli. La ricerca dovrà ridare voce e un volto agli uomini che, scampati alla morte nei campi di battaglia, rimasero marchiati per sempre dal conflitto. Nel progetto sono coinvolti anche il Comune di Porto Torres, il Parco nazionale dell’Asinara, l’Università di Sassari, con il patrocinio della Presidenza del Consiglio dei Ministri e la collaborazione della Camera di commercio del Nord Sardegna e della Fondazione Banco di Sardegna.
«L’ossario dell’Asinara – ha ripreso Antonio Diana – conserva le spoglie di tanti profughi, molti anche ungheresi. La Conservatoria delle coste nei giorni scorsi ha fatto un sopralluogo e si appresta a predisporre un progetto di ristrutturazione dell’ossario e avviare alcune manutenzioni nella cappella austro-ungarica».
«Le bellezze dell’isola si raccontano da sole – ha detto il presidente del Parco nazionale Pasqualino Federici – ma l’Asinara ha anche una storia fatta di dolore. Dobbiamo allora trasmettere ai giovani il ricordo e il significato dei valori della pace».
«Vi ringrazio per questa apertura – ha detto il rappresentante del governo di Budapest – le commemorazioni servono non solo per ricordare ma anche perché quella storia non si ripeta. Per questo non possiamo dimenticare quel dolore».
Il primo cittadino di Stintino ha quindi donato all’ambasciatore una raccolta di fotografie acquerellate che ritraggono la vita sull’Asinara negli anni tra il 1915 e il 1916, quindi un libro con le cartoline “viaggiate” di Stintino. L’ambasciatore, invece, ha donato al sindaco due libri di poesie e proverbi ungheresi.
All’incontro stintinese hanno partecipato anche il vicesindaco Angelo Moschella, il consigliere Mario Mura, il consigliere del direttivo del Parco Delfo Poddighe e il maresciallo della Stazione dei carabinieri di Stintino Pier Paolo Carta. Con l’ambasciatore anche il console onorario per la Sardegna Gabor Pinna e il coordinatore nazionale degli ungheresi in Italia Németh Làszlo.
Il trasferimento sull’isola dell’Asinara è stato curato dalla Capitaneria di Porto di Porto Torres. Il capo del compartimento di Porto Torres, comandante Marco Nobile, e il comandante del porto di Stintino, Gianluca Cirillo, al porto Mannu di Stintino hanno accolto gli ospiti a bordo della motovedetta Cp 306, pilotata da Giancarlo Todini, che ha fatto rotta su Fornelli. Da qui, a bordo delle vetture del parco, la prima tappa è stata appunto all’ossario di Campo Perdu, che domina la piana sulla quale nel 1915 furono allestiti i campi dei prigionieri di guerra. Il gruppo quindi, prima di ripartire, ha visitato la piccola cappella austro-ungarica di Cala Reale, poi ancora la sede delle officine cosmetiche dell’Asinara e gli uffici del Parco. L’ambasciatore ha proseguito la sua visita all’impianto di Matrica.