Salute

L’ippoterapia: un recente studio apre nuove speranze per i pazienti affetti da Alzheimer

L’ippoterapia, o più precisamente la “terapia con il mezzo del cavallo”, rappresenta già da qualche decennio uno strumento ampiamente utilizzato nel trattamento di alcune patologie, la cui efficacia è stata ampiamente dimostrata. La logica di fondo di questa particolare tipologia di cure è basata sul rapporto molto particolare che può instaurarsi tra uomo e cavallo: come tutti gli appassionati di discipline equestri sanno bene, questi animali risultano essere particolarmente empatici ed intelligenti. Non a caso, sin dall’antichità, abbiamo testimonianza del fascino e dell’importanza attribuiti al legame tra cavaliere e destriero.

Sino ad oggi, l’ippoterapia è stata utilizzata con successo soprattutto per il trattamento di disturbi a livello psichico o motorio. Nel primo caso si è rivelata particolarmente di aiuto nello stimolare miglioramenti dal punto di vista comportamentale nei piccoli pazienti affetti da autismo o dalla sindrome di Down. Inoltre, questa particolare terapia è stata utilizzata con successo anche nel trattamento di patologie causate da incidenti stradali o da infortuni sul lavoro, come tecnica di riabilitazione. Esiste poi tutta una serie di applicazioni che riguardano un ambito prettamente psicologico: lo svolgimento di attività in compagnia di questi animali si dimostra spesso molto efficace nel trattamento di disturbi comportamentali, ma anche al fine di sviluppare capacità relazionali, migliorare l’autostima, o elaborare lutti ed altri eventi traumatici.

Oggi però, un nuovo studio, condotto in collaborazione dall’università statale dell’Ohio da un centro per l’ippoterapia e da una casa di cura per gli anziani e pubblicato sulla rivista scientifica Anthrozoös, sembrerebbe dimostrare l’efficacia dell’ippoterapia anche nell’alleviare i sintomi di una grave patologia neurodegenerativa: l’Alzheimer.
Lo studio, svolto su un campione di uomini e donne di diversa età, affetti da questa malattia, ha evidenziato un notevole miglioramento dell’umore dei pazienti, con un conseguente aumento della disponibilità a ricevere le cure ed una diminuzione degli stati di depressione e, talvolta, di aggressività, correlati a questa forma di demenza.

Non solo: le attività svolte a contatto con i cavalli, per lo più passeggiate, oppure la cura del loro manto, avrebbero anche avuto un effetto positivo sulle abilità fisiche dei partecipanti. I soggetti affetti da Alzheimer infatti, insieme ad una progressiva diminuzione delle facoltà mentali, come memoria, capacità di associazione ed uso del linguaggio, presentano nelle fasi più avanzate della malattia anche la comparsa di numerose limitazioni fisiche: le attività svolte in compagnia degli animali sembrerebbero aver spinto i pazienti, in diverse occasioni, a superare queste loro difficoltà.

Ippoterapia: le fasi

L’ippoterapia, che deve necessariamente svolgersi in una speciale selleria e sotto il controllo di personale appositamente addestrato, si divide in più fasi:

– Maternage: rappresenta la fase di approccio tra paziente e cavallo;
– Ippoterapia propriamente detta: è l’insieme degli esercizi terapeutici a cui è sottoposto il paziente, che risponderà agli stimoli provenienti dai movimenti del cavallo;
– Riabilitazione equestre: si tratta della fase di controllo dell’animale da parte del paziente, mediante le sue azioni;
– Re-inserimento sociale: si tratta della conclusione della terapia, in cui il paziente ritorna ad affermare sé stesso.

Capire perché la cura del cavallo sia così terapeutica è molto importante: l’empatia di questi animali è innegabile e prendersene cura è certamente un’attività che farebbe bene a chiunque, a prescindere dallo stato di salute. Il consiglio è dunque quello di cominciare a frequentare i maneggi, stabilire un primo contatto con questi meravigliosi animali e provare ad avere cura di quelli più bisognosi, come i cavalli zoppi o malati. Se questa idea vi piace, sarà necessario informarsi circa i metodi migliori per la cura dei cavalli, del loro manto e dei diversi trattamenti di cui hanno bisogno. A tale riguardo vi consigliamo di visitare la sezione approfondita ed interamente dedicata alla cura del manto del cavallo di una delle migliori sellerie online italiane.

In conclusione, i pregi ed i possibili benefici di questa terapia sono dunque davvero molti, ma purtroppo essa è ancora oggi poco diffusa. Questo soprattutto perché la pratica dell’ippoterapia richiede la disponibilità di strutture adeguate e personale qualificato. In effetti, agli ambienti tipici del maneggio, come stalle, box, pascoli e spazi coperti per le passeggiate, si unisce la necessità di una vera e propria equipe, formata da medici, psicologici ed istruttori d’equitazione. La scelta di destinare maggiori fondi e risorse a queste attività dovrebbe essere quasi scontata, dato il loro carattere di non invasività e grande efficacia.

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