Come curare il binge eating, disturbo del comportamento alimentare
La psicologia e la psicoterapia possono offrire un aiuto molto valido nel trattamento di diverse tipologie di disturbi alimentari: tra questi, non può non essere annoverato il cosiddetto binge eating disorder, noto in italiano con il nome di sindrome da alimentazione incontrollata. Una vera e propria sfida per un professionista della psicologia, e non è un caso che questo disturbo del comportamento alimentare sia stato individuato in maniera chiara e descritto in maniera esaustiva solo negli ultimi tempi.
Entrando nello specifico, esso si presenta come una patologia che induce la persona che ne è colpita a mangiare in maniera spropositata (dedicandosi a quelle che, con un termine un po’ gergale, potrebbero essere definite delle grandi abbuffate) in modo tanto vorace quanto rapido, e quindi pericoloso (o comunque per nulla benefico per la salute del soggetto), fino a quando non è totalmente sazia. Ovviamente, sono vari i fattori che coesistono e sono numerosi i comportamenti che devono essere manifestati in contemporanea affinché si possa parlare di binge eating: in primo luogo, le abbuffate non devono essere sporadiche ma avvenire con una certa regolarità, non meno di due volte alla settimana; in secondo luogo, esse devono manifestarsi per un periodo relativamente lungo, non inferiore ai sei mesi, in maniera continuativa.
Altra peculiarità di questo disturbo è che la persona che ne soffre, nel momento in cui si alimenta in maniera eccessiva, non trova alcun tipo di gratificazione e di soddisfazione nel suo modo di agire, ma anzi sperimenta un senso di colpa che la fa sentire male. Questo accade perché, non di rado, le abbuffate vengono compiute mentre si è da soli (come se ci si nascondesse dagli altri), e molte volte non sono strettamente correlate alla comparsa dello stimolo della fame. Va detto che, a differenza di quel che avviene nella bulimia (che è contraddistinta dall’assunzione di lassativi o da tentativi di procurarsi il vomito), nel binge eating disorder non sono previsti e non vengono attuati dei meccanismi di carattere compensativo: ed è proprio per tale ragione che le persone che ne soffrono sono in netto sovrappeso. Non è un caso che la sindrome da alimentazione incontrollata interessi non più del 3% della popolazione complessiva, ma tra gli obesi la sua incidenza sfiori il 30% dei casi. Un’altra statistica rilevante è che le persone più colpite sono adulti di età compresa tra i 30 e i 40 anni, mentre pochi sono gli adolescenti.
La dottoressa Laura Vitagliano, esperta in psicologia e psicoterapia, può fornire un valido supporto e un aiuto importante a tutte le persone che ne hanno la necessità, mettendo la propria competenza, la propria professionalità e la propria esperienza al servizio di chi deve fare i conti con il binge eating e non riesce a trovare una soluzione.
Fonte: www.lauravitagliano.it