Comunicati Stampa

Autoconvocati dal 19 al 21 febbraio a Roma

La sintesi della proposta degli autoconvocati dal 19 al 21 febbraio a Roma è questa

– metterci in cammino per condividere un processo e costruire un progetto politico all’altezza delle sfide, alternativo alla politica di oggi e non autoreferenziale, avviando un percorso come persone, “una testa un voto”;

– una netta discontinuità con il passato e connessione con il popolo e le centinaia di esperienze di lotte territoriali;

– un programma per uscire dall’ “austerità”, per un’alternativa basata sull’uguaglianza, sui diritti, sui beni comuni, che significa: per redistribuire le ricchezze, abbattere le disuguaglianze sociali, di genere, eliminare la precarietà, cambiare il modo di produzione e di consumo, cambiare la scuola, le politiche di accoglienza, restituire dignità al mondo del lavoro, difendere la costituzione;

– costruire una forza politica ( non un cartello elettorale) che si canditi a governare il Paese per cambiarlo;

– costruire una sinistra di tutti e di tutte, non con un percorso pattizio, ma come nuova forza politica che nasca come partecipazione diretta delle persone;

– restituire protagonismo alla vita dei territori , per ascoltare e connettere percorsi e conflitti nonché scrivere collettivamente la nostra idea di società… di cambiamento…;

– raccogliere le istanze dei singoli e di tutte le esperienze collettive : forze sociali, movimenti, organizzazioni sindacali, associazionismo diffuso ecc…) ;

– costruire un nuovo soggetto di alternativa attraverso un cammino fatto di assemblee territoriali, di piattaforma digitale, adesione individuale, piena sovranità e metterci in cammino da subito.

ALLORA COS’E’ CHE NON VA NELLA PROPOSTA ? NON SOMIGLIA MOLTO ANCHE A QUELLA FATTA COME PLP ?

A mio parere non vanno due questioni che a me risultano fondamentali.

1) La prima riguarda il fatto che essa (la proposta) parte come esigenza di un gruppo di persone ed anche se si richiama ai movimenti, associazioni, comitati, Org. Sindacali … non scaturisce però da essi… cioè dalle lotte in atto in quanto sono ancora del tutto insufficienti;

2) la seconda questione riguarda la definizione sia del progetto di conversione ecologica, sia del soggetto principale che deve sostenere il progetto ed il cambiamento: a mio parere è poco sviluppato in concetto di dover mutare radicalmente la struttura economica produttive e sociale in termini di compatibilità ecologica ed ambientale e quindi la necessità di rimettere al centro la questione del lavoro e dei lavoratori come soggetti principali del cambiamento perseguito.

Ma credo questo discorso varrà anche per la nostra assemblea del 9/10 gennaio a Bologna

Umberto Franchi

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