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Arte: certificato di battesimo per la paternità di un’opera

La mostra

Dal 5 marzo 2016 fino al prossimo 5 giugno si tiene alle Gallerie d’Italia di Palazzo Zavellos Stigliano a Napoli la mostra sul Seicento napoletano «Intorno alla “Santa Caterina” di Giovanni Ricca. Ribera e la sua cerchia a Napoli». Lo scopo è rivalutare alcuni dei personaggi della cerchia di Juseppe de Ribera per dare la gusta considerazione all’arte campana di quel periodo.

La mostra si concentra in particolare sul dipinto Santa Caterina d’Alessandria e sulla sua attribuzione a Giovanni Ricca.

 

Il curatore

È lo storico dell’arte Giuseppe Porzio, autore anche della monografia intitolata La scuola di Ribera, risultato di una lunga ricerca sul Seicento napoletano, e responsabile dell’attribuzione dell’opera a Giovanni Ricca. Questa è stata possibile grazie a un riesame filologico, basato su collegamenti fra documenti e opere, noti e non, di Santa Caterina a Giovanni Ricca, sciogliendo anni di dubbi critici sull’attribuzione ad artisti diversi.

 

L’attribuzione e l’assenza del certificato di battesimo

Lo storico, durante la conferenza stampa per la presentazione della mostra, ha spiegato come non ci fossero indizi biografici, ma solo il nome del pittore in calce nei movimenti dei documenti. La fortuna è stata di trovare gli atti di un piccolo processo matrimoniale nell’Archivio Diocesano: Giovanni Ricca si stava per sposare e si era presentato alla Curia per dichiarare il suo stato civile libero. Solitamente dovevano farlo solo i forestieri, e non i cittadini, ma, vista l’assenza del certificato di battesimo di Ricca, egli aveva dovuto seguire questa procedura. In questo modo si è conosciuta la sua data di nascita (1603), che era napoletano e risiedeva nella parrocchia di Sant’Anna di Palazzo. Dai registri ivi contenuti sono stati trovati i battesimi dei figli, i cui padrini erano altri pittori dell’epoca; da lì è stato possibile tracciare una rete di altre connessioni. Sua moglie è Caterina Rossa, di qui molto probabilmente il dipinto Santa Caterina. Negli atti del processo è nominato anche Diego da Molina, testimone di nozze di Juseppe de Ribera e comune denominatore fra lui e Ricca. Di quest’ultimo non ci sono più notizie dal 1656, data quindi stimata, ma non accertata e definitiva, della sua morte.

 

Il quadro, gli artisti e il contesto

Il dipinto Santa Caterina è stato acquisito dai Musei Civici di Torino nel 2006 dalla collezione dell’editore Giulio Einaudi e ha costituito l’opportunità di presentare il quadro della situazione artistica italiana del Seicento, influenzata dall’arrivo a Napoli del viceré duca di Osuna nel 1616, accompagnato dallo spagnolo Ribera. Lo “Spagnoletto” è uno dei maggiori artisti del periodo e, insieme a Battistello Caracciolo, Bernardo Cavallino, Luca Giordano, Mattia Preti e Massimo Stanzione, uno dei pittori che seguirono a Napoli il caravaggismo, rendendo il capoluogo campano un polo artistico d’importanza internazionale.

Hamlet

"Amo ricercare, leggere, studiare ogni profilo dell'umanità, ogni avvenimento, perciò mi interesso di notizie e soprattutto come renderle ad un pubblico facilmente raggiungibile come quello della net. Mi piace interagire con gli altri e dare la possibilità ad ognuno di esprimere le proprie potenzialità e fare perchè no, nuove esperienze." Eleonora C.

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