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Il cantautore sardo Flavio Secchi raccoglie ampi consensi sul web

FlavioSecchi2 - foto Massimiliano Perasso
FlavioSecchi2 – foto Massimiliano Perasso

E’ una vera e propria video mania quella che tanti fan e amici del cantautore sardo Flavio Secchi hanno messo in atto nelle ultime settimane su Facebook per sostenerne la qualificazione alla finale di Musicultura. Sul noto social network è montata una vera e propria febbre del voto per permettere all’artista sardo di accedere all’ultima fase della rassegna dedicata alla musica d’autore e alla poesia che il 23, 24 e 25 giugno chiuderà i battenti della ventisettesima edizione con le tre serate finali all’Arena Sferisterio di Macerata. Tutto è iniziato quando un amico dell’artista cagliaritano ha invitato tutti i suoi contatti a sostenerne la qualificazione lanciando una simpatica sfida e da lì in poi si è assistito ad un vero e proprio fantasioso carosello che ha visto tra i sostenitori un determinato Darth Vader, un Rocky Balboa che sfinito dopo un incontro parla alla folla, un medico che ne consiglia il voto per migliorare la qualità di vita e tante altre simpatiche testimonianze di affetto di giovanissimi e meno giovani, senza trascurare gatticani e addirittura un simpatico cavallo. Anche gli artisti si sono mobilitati per aiutare il paroliere sardo e tra questi sono scese in campo le cantanti Claudia AruStefania Secci e Lavinia Viscuso, il filmmaker Joe Bastardi e la piccola attrice cagliaritana Viola Scuderi: ognuno di loro con un simpatico contributo ha sposato la causa di Flavio Secchi per aiutarlo a raggiungere l’importante traguardo. Le votazioni su Facebook resteranno aperte fino al prossimo 16 maggio. Link diretto per votare: https://applicazioni-social.it/musicultura2016/show/secchi.

 
L’ARTISTA – Flavio Secchi inizia lo studio della chitarra nel 1986, prendendo le prime lezioni da suo padre. Dal 1994 inizia lo studio della chitarra classica e del jazz con i maestri Paolo Alfonsi e Gianluca Corona. Nel 2009 consegue il diploma accademico in chitarra jazz presso il Conservatorio di Musica G. P. Da Palestrina di Cagliari sotto la guida del maestro Massimo Ferra, con una tesi su Wes Montgomery. Nel 2010 frequenta il St.Louis College of Music di Roma e dal 2012 inizia lo studio della chitarra flamenca a Siviglia presso il Conservatorio Cristobal de Morales con Manuel Herrera e l’accademia Artes Escenicas Rebollar di Eduardo Rebollar . Al suo attivo vanta seminari e masterclass con musicisti di calibro internazionale tra i quali Pat Metheny, Kurt Rosenwinkel, Peter Bernstein, Dave Douglas, Butch Morris, Rafael Riqueni. Dal 2010, parallelamente alla sua attività da strumentista, intraprende la strada del cantautorato mettendo a frutto le sue passioni poetiche, letterarie e musicali. Collabora con Le Balentes, il Mogase Trio, gli Haiku Sensei, gli Aletheia, Sikitikis e con la cantante Francesca Corrias. Nel 2013 prende vita il suo primo lavoro cantautorale, l’album Flavio Secchi & the Hall Kitchen, lavoro indipendente e autoprodotto con il quale partecipa all’Ichnusa Music Contest qualificandosi tra i primi 20 artisti su oltre 600 iscritti ed entrando nella compilation del contest in allegato al quotidiano L’Unione Sarda. Nel novembre 2014 si aggiudica il “Premio La Compagnia” e il “Premio Ricordando il Maestro” al Premio Donida – “Il Talent dei compositori”. Nel giugno 2015 una sua raccolta di poesie viene pubblicata nell’opera intitolata “Aurisse” per Aletti Editore. Nel settembre 2015 conquista il terzo posto al IV Premio Internazionale di Letteratura “Alda Merini” con la poesia inedita intitolata “Il Perditore di Treni”. Nello stesso anno l’artista prende vita la collaborazione con il produttore artistico Massimo Satta con cui inizia il lavoro per la realizzazione del disco “Parole per Chitarra” in uscita nella primavera 2016 per l’etichetta “La Compagnia di Donida”. Il 26 febbraio 2016 partecipa alle audizioni della rassegna musicale “Musicultura: Festival della Canzone Popolare e d’Autore – XXVII edizione“, con due brani inediti inclusi nella prossima produzione discografica e si aggiudica il premio ‘Un Certain Regard’, riconoscimento conferito alla migliore performance della serata.
LA RASSEGNA – In ventisette anni, “Musicultura” (già Premio Recanati) si è affermato come una delle rassegne musicali italiane più innovative. La peculiarità della formula, la prerogativa di attingere alla creatività della musica “popolare” senza confini di genere e senza criteri di esclusione che non siano quelli della qualità e della originalità, il dinamismo delle scelte hanno reso il Festival un polo di riferimento spettacolare verso cui si volge annualmente l’attenzione del pubblico e del circuito mediatico. Al contempo, l’elevato profilo culturale della rassegna, anche per l’attenzione dedicata alla poesia e più in generale alla “parola”, ha alimentato nell’immaginario di una platea molto vasta l’idea del “Festival” come “contenitore culturale” credibile, ma non per questo accademico.Insomma, per una serie di circostanze “Musicultura” – uno dei pochi appuntamenti radiofonico-televisivi fissi del panorama musicale italiano (Radio1 Rai, Rai 2, Rai 3) – è oggi sentito come sinonimo di cultura, intrattenimento, spettacolo. La manifestazione, le cui diverse fasi – dal lancio del bando di Concorso, alla selezione delle proposte, fino alle tre serate finali di pubblico spettacolo – tengono ogni anno desta l’attenzione del pubblico per un arco temporale di più mesi, ha avuto e sempre più avrà i suoi punti di forza:
  • nella chiara scelta di una “missione” prioritaria da compiere, che è quella della individuazione delle nuove tendenze e della valorizzazione dei nuovi talenti della musica popolare e d’autore contemporanea, attraverso il Concorso annuale unico nel suo genere per trasparenza, polimedialità della formula, impatto comunicativo, consistenza dei riconoscimenti finali
  • nel forte coinvolgimento dei mezzi di comunicazione tradizionali (carta stampata, radio, tv generaliste) e nuovi (internet, canali tematici, telefonia) per realizzare un ricco e partecipato percorso polimediale in tutte le principali fasi della manifestazione
  • nello sforzo di abbattere i tradizionali steccati tra cultura e spettacolo, tra arte e intrattenimento, tra alta cultura e cultura di massa, nella convinzione che simili contrapposizioni servano solo a fornire alibi ai cattivi operatori sia della cultura, sia dello spettacolo.

 

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