Salute

La crisi riduce il numero di italiani che si curano

medicineLe difficoltà economiche rendono difficile prendersi cura della propria salute, in particolare in alcune fasce sociali come fra i più giovani

La crisi economica si ripercuote pesantemente sul rapporto fra gli italiani e la salute. La disoccupazione, le pensioni basse e i lavori a tempo determinato impediscono a circa 11milioni di nostri connazionali di sottoporsi alle cure mediche.

La salute e la crisi economica

Secondo i dati dello studio Censis Rbm Assicurazione salute, nel 2016 hanno dovuto fare a meno di prestazioni mediche ben 2.2milioni di giovani, nati fra gli anni 1980 e 2000. Il problema riguarda anche le persone in là con gli anni; sono ben 2.4milioni coloro che non hanno potuto prendersi cura del proprio stato di salute, proprio a causa della crisi economica.

La situazione è andata peggiorando nel tempo e mentre nel 2012 erano 9milioni coloro che avevano difficoltà ad accedere alle cure oggi sono arrivati ad 11milioni.

A favorire la tendenza degli italiani a ritardare o a non effettuare le visite mediche non è soltanto la minor disponibilità economica ma anche l’aumento dai ticket. Il 45.4% dei nostri connazionali che si è sottoposto a visite private ha pagato una parcella di poco superiore, o uguale, al ticket.

La ricerca ha svelato che, rispetto agli anni scorsi, sono ben 10.2milioni coloro che hanno deciso di rivolersi alle prestazioni private. La motivazioni principale, che accomuna il 72.6% degli italiani, è rappresentata dalle liste di attesa eccessivamente lunghe.

Le difficoltà della sanità nazionale

La sanità nazionale italiana è considerata di ottimo livello perché annovera moltissimi modelli all’avanguardia e affidabili. Esistono però delle problematiche legate, soprattutto, alle lunghe attese che si devono affrontare per poter eseguire alcuni esami specifici, come per esempio le tac. Proprio per evitare di dover attendere tempi troppo lunghi, sempre più spesso ci si rivolge alle strutture private convenzionate con la sanità nazionale.

Per ovviare alle code di attesa sono in crescita gli italiani che ricorrono alle visite in intramoenia. I dati della ricerca del Censis Rbm evidenziano che il 66.4% dei nostri connazionali ha scelto questa opzione per far fronte a liste d’attesa eccessive. Ad incrementare il numero di pazienti verso le prestazioni sanitarie a pagamento è anche la maggior flessibilità oraria. Gli studi medici ed i laboratori privati hanno orari di apertura ampi che, non di rado, comprendono anche il sabato. Di contro, la sanità nazionale garantisce le prestazioni esclusivamente in alcuni giorni e in determinati momenti della giornata che spesso non coincidono con le esigenze di chi lavora.

 

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