Esteri

Immigrati sub-sahariani tra caccia all’uomo nero in Algeria e l’accoglienza in Marocco

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Mentre è in corso in Algeria la caccia all’uomo nero Immigrato sub-sahariano e le espulsioni di massa e la deportazione di queste persone verso il deserto meridionale algerino, il Marocco ha deciso per la seconda volta in due anni la regolarizzazione e l’integrazione degli immigrati in situazione irregolare che si trovano sul suo territorio.

La Commissione Nazionale Incaricata della Regolarizzazione e l’Integrazione degli Immigrati in Marocco che fa parte del ministero dell’Interno, ha fatto sapere, ieri, tramite un comunicato che a base di istruzioni del Re Mohammed VI e conformemente alla nuova politica migratoria del Regno il Marocco decide di regolarizzare tutti gli immigrati presenti sul suo territorio.

La commissione ha sottolineato che durante il tour del Re in Africa subsahariana, diversi Capi di Stato si sono congratulati con il Marocco, “per la sua politica migratoria, che riguarda l’integrazione economica e sociale di persone in situazione irregolare provenienti soprattutto dai paesi africani subsahariani”. La commissione aggiunge che Mohammed VI aveva affermato nel suo discorso del 20 agosto 2016, in occasione della Festa della Rivoluzione del Re e del Popolo che: “il Marocco si conta fra i primi paesi del Sud (del mondo) d’aver adottato una politica solidale autentica per accogliere gli immigrati subsahariani, con un approccio umano integrato, che protegge loro diritti e preserva la loro dignità (…) per attuare questa politica, nostro paese, senza condiscendenza, né arroganza, né denigrazione né discriminazione, ha proceduto alla regolarizzazione degli immigrati, conformemente a criteri ragionevoli ed equi, creando per loro le condizioni adeguati a stabilirsi, lavorare e vivere degnamente nella società marocchina. Notiamo con molta considerazione e soddisfazione ciò che fa particolarità di quest’immigrati, cioè una buona moralità ed una buona condotta in relazione ad altrui, l’ardore al lavoro, il rispetto della legge, dei valori e delle costanti sacre dei Marocchini”. “Tengo a ribadire che facciamo solo il dovere che ci spetta riguardo a questa categoria, dato che si tratta di persone spinte dalla precarietà a rischiare la loro vita e a lasciare le loro famiglie ed il loro paese. Ha detto il Re concludendo che “Il Marocco ha a lungo accusato i metodi seguiti da alcuni per trattare le questioni della migrazione, metodi che, peraltro, si sono rivelate inoperanti. Invece, è (il Marocco) fiero dell’azione che conduce nel settore dell’accoglienza e dell’integrazione degli immigrati e non ritornerà su quest’approccio pratico ed umanitario”.

Il Marocco sull’argomento, è molto accogliente. Tradizionalmente paese d’emigrazione, è successivamente diventato un paese di transito poi oggi d’immigrazione.

Mentre in Algeria c’è un’altra realtà, infatti, è in corso dal primo dicembre il blitz contro gli immigrati africani nei quartieri di Algeri, che vengono deportati a Tamanrasset 1900 km a sud per essere espulsi. Si tratta di ben 1400 immigrati subsahariani provenienti in maggioranza da Nigeria, Niger, Liberia, Camerun, Mali e Guinea.

Gli immigrati sono stati arrestati in Algeri dalle forze di polizia nelle loro case, nei luoghi di lavoro o per strada. Il blitz non ha risparmiato le persone malate, gli anziani, le donne incinte, i bambini, gli immigrati regolarmente residenti, i richiedenti d’asilo e profughi, come notificano diverse ONG internazionali come Human Rights Watch che ha denunciato “l’espulsione massiccia e sommaria di immigrati fra i quali uomini e donne che sono forse fuggiti dalle persecuzioni o lavorano in Algeria da anni” si tratta di “una violazione dei loro diritti”. La HRW apporta che i gendarmi algerini hanno usato manganelli, gas lacrimogeno ed insulti nei confronti di numerose persone, in particolare delle donne e dei bambini per costringerli a montare sugli autobus, denunciando le gravissime dichiarazioni di Farouk Ksentini, presidente della Commissione Nazionale Consultiva di Promozione e di Tutela dei Diritti dell’Uomo in Algeria, (CNCPPDH), un’istituzione pubblica che dipende dalla Presidenza, che ha detto che “la presenza degli immigrati e dei profughi africani in molte località del paese può causare problemi agli Algerini; egli espone, in particolare “il rischio della propagazione dell’AIDS diffusa fra questa Comunità”. Cosi invece di difendere i diritti umani Ksentini incoraggia l’espulsione arbitraria degli immigrati africani e giustifica “per fermare questa catastrofe che c’è impostata”.

Inoltre, il sindacato autonomo algerino SNAPAP ha denunciato la detenzione arbitraria e violenta degli immigrati africani qualificandola “la più grande caccia all’uomo nero dopo l’indipendenza” nel 1963.

Yassine Belkassem

Yassine Belkassem, marocchino italiano, già pubblicista con www.stranieriinitalia.it, e Almaghrebiya, attualmente collabora con NotizieGeoplotiche.nete Ajialpress.com testata marocchina. Per Mediterranews cura aggiornamenti dal Marocco e non solo

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