Sclerosi Multipla: gruppo internazionale di medici e scienziati a sostegno del professor Zamboni
Nello scorso mese di dicembre è stato pubblicato un interessante studio inglese intitolato “Free serum haemoglobin is associated with brain atrophy in secondary progressive multiple sclerosis” (L’emoglobina circolante nel siero è associata ad atrofia cerebrale nella sclerosi multipla secondariamente progressiva ) https://mediterranews.org/2016/12/medicina-la-riduzione-del-volume-cerebrale-nella-sclerosi-multipla-e-associata-con-una-perdita-di-proteine-nel-sangue/ in cui, secondo gli autori, una sottostante emolisi cronica intravascolare di basso grado è una potenziale fonte di ferro la cui deposizione lungo i vasi sanguigni nelle placche di sclerosi multipla contribuisce alla neurodegenerazione ed alla conseguente atrofia cerebrale osservata nella malattia progressiva. I chelanti del ferro del siero circolante saranno inefficaci nel prevenire questa neurodegenerazione, poiché il ferro (Fe2 +) viene chelato dall’emoglobina. https://mediterranews.org/2016/12/sclerosi-multipla-emoglobina-associata-allatrofia-cerebrale/
Un gruppo internazionale di medici e scienziati di diverse discipline ha commentato lo studio direttamente sul sito di PubMed (un motore di ricerca gratuito, basato principalmente sul database MEDLINE), scrivendo che il prof. Paolo Zamboni dell’Università di Ferrara già nel 2006 individuò per primo le somiglianze tra un drenaggio venoso alterato negli arti inferiori e la sclerosi multipla nella sua pubblicazione “Big idea“. L’insufficienza venosa cronica può causare una rottura dei globuli rossi, determinando un aumento dei livelli di emoglobina libera. Esattamente quello che i ricercatori londinesi ora hanno visto 11 anni dopo. https://bit.ly/2h9KvC8