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23 marzo, Giornata Mondiale Meteorologia: come affrontare il cambiamento climatico

Cambiamento climatico: consapevolezza, resilienza e tempestività per affrontarlo

 

Fondazione OMD si fa portavoce delle tematiche promosse

dall’Organizzazione Meteorologica Mondiale

Saper reagire in maniera tempestiva ai pericoli dei sempre più numerosi eventi meteorologici estremiessere resilienti di fronte alle conseguenze che il cambiamento climatico impone alle nostre vite; avere consapevolezza del ruolo e dell’importanza della risorsa acqua.

La necessità di essere weather-readyclimate-smart e water-wise è il tema della Giornata Mondiale della Meteorologia che si celebra il 23 marzo, ricorrenza istituita nel 1961 dall’Organizzazione Meteorologica Mondiale (WMO) per portare all’attenzione del grande pubblico gli aspetti della meteorologia e della climatologia che influiscono sulla quotidianità di tutti gli abitanti del pianeta.

A farsi portavoce della tematica di questa Giornata Mondiale è la Fondazione OMD – Osservatorio Meteorologico Milano Duomo, da sempre promotrice di iniziative di sensibilizzazione e divulgazione con l’obiettivo di diffondere la cultura meteorologica nel nostro Paese.

Dichiara il Generale Giuseppe Frustaci, direttore scientifico della Fondazione OMD: Nel 2014 l’ultimo rapporto dell’Ipcc – il comitato intergovernativo sul cambiamento climatico costituito dal Programma Ambiente delle Nazioni Unite (UNEP) insieme al WMO – ha definito inequivocabilmente che i cambiamenti climatici, e la velocità senza precedenti con cui stanno avvenendo, vanno ricondotti prevalentemente alle attività umane. Per questo è necessario che istituzioni, scienziati ed esperti, mondo produttivo ed economico, semplici cittadini, insomma che tutta la popolazione sia consapevole del cambiamento climatico in atto e dei suoi effetti e agisca di conseguenza.

La Giornata Mondiale vuole porre l’attenzione soprattutto sulla necessità di essere weather-ready, preparati cioè a reagire in maniera tempestiva e corretta di fronte a eventi meteorologici potenzialmente devastanti, in particolare attraverso la realizzazione di sistemi integrati di allerta precoce (MHEWS – Multi-Hazard Early Warning Systems).

Basati su 4 fattori fondamentali – conoscenza del rischio complessivo a cui è esposta una popolazioneattività integrate di monitoraggio e prevenzionecomunicazione e propagazione delle allertereattività e capacità di risposta da parte della popolazione – questi sistemi devono essere appannaggio delle istituzioni, ma non possono prescindere dal coinvolgimento attivo del singolo, che deve essere pronto a cogliere i messaggi di allerta e adottare di conseguenza i comportamenti corretti.

In Italia è il Servizio Nazionale di Protezione Civile a svolgere attività di previsione e prevenzione dei rischi.

Se da un lato abbiamo un elevato livello di conoscenza di un territorio complesso e vulnerabile come è quello italiano – afferma Filippo Thiery, meteorologo, funzionario del Dipartimento Nazionale di Protezione Civile e divulgatore scientifico – e siamo molto avanti nell’attività di previsione e prevenzione dei rischi meteo-idrogeologici e idraulicidobbiamo lavorare ancora su altri aspetti, come l’efficace comunicazione delle informazioni e il loro corretto utilizzo. Soprattutto è necessario sensibilizzare sempre di più la popolazione sui pericoli e i rischi legati agli eventi meteorologici, a partire dal senso stesso di stare in allerta, e sollecitarla a reagire prontamente. Per questo l’opera di enti come la Fondazione OMDche si impegna per diffondere la conoscenza delle nozioni di meteorologia e climatologia, dei programmi di educazione ambientale e dei protocolli comportamentali da adottare in caso di emergenza, è fondamentale per educare la cittadinanza alla cultura del rischio.

A questo occorre unire un approccio climate-smart nello sfruttare le osservazioni meteorologiche, il monitoraggio ambientale e i sistemi previsionali per pianificare le misure più adatte a diminuire i quantitativi di gas serra prodotti e immessi nell’atmosfera, avviare processi di adattamento ai cambiamenti climatici, adottare politiche corrette dal punto di vista ambientale in tema di scelte energetiche, trasporti, alimentazione. Non meno importante, è necessario usare in maniera water-wise la risorsa acqua, di fronte a fatti come le difficoltà nel gestirne la domanda a livello globale, l’innalzamento dei mari, gli effetti di inondazioni, alluvioni e siccità.

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