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Zingaro chi sei? Tra tolleranza e pregiudizio

Zingaro chi sei? Tra tolleranza e pregiudizioUn gruppo etnico quello degli zingari o si ama o si respinge.

Per i più, ancora oggi, gli zingari rimangono una “razza inferiore” e magari pericolosa. Ladri, sporchi, pigri, inaffidabili, pericolosi e rapitori di bambini. Gli zingari, i rom, sono tanto diversi da destare curiosità culturali.

Individualisti e refrattari alle leggi delle etnie maggioritarie, i rom, hanno, nella loro storia, cercato di non piegarsi a modelli organizzativi sociali per loro incomprensibili. Nomadi, ma soprattutto gelosi della propria diversità. Forse un modello per la società globale del futuro

Yul Brynner, attore di Hollywood, era uno zingaro. Così come era una zingara la madre di Rita Hayworth. Sangue zingaro scorreva probabilmente nelle vene del dittatore romeno Ceaucescu, e c’è chi dice che fosse zingaro lo stesso leader socialista spagnolo Felipe Gonzales. Andrea Pirlo, è un sinto italiano, Zlatan Ibrahimović è un rom khoraxay. Ci sono zingari in ogni ceto sociale. Questo popolo conta in Europa tra i 10 e i 12 milioni di individui; nel mondo oltre 20 milioni.


Zingaro chi sei? Se nel mondo varie etnie sono scomparse, lasciando soltanto in qualche caso testimonianze nei musei specializzati, i Rom non stanno scomparendo affatto. Le culture e le tradizioni zingare sono state capaci di superare le minacce più tremende, soprattutto nella società europea. Nell’immagginario collettivo questo destino di angherie e persecuzioni si dovrebbe alla maledizione che si vuole sia piombata sugli zingari per essere stati, alcuni di loro, i fabbri che forgiarono i chiodi che trafissero le mani e i piedi di Cristo.

La diversità degli zingari è reale, perché è in qualche modo congenita. Il popolo Rom è ovunque nel mondo, e gli stessi Rom non sanno da dove vengono. Sembra ormai certo che si mossero dal Punjab verso occidente per ragioni sulle quali esistono soltanto ipotesi. Difficile è scrivere la storia di questo popolo: una storia che non nasce dall’interno della sua comunità proprio perché essi rappresentano un popolo senza scrittura che affida alla “memoria” e alla tradizione orale il compito di trasmettere la propria storia e la propria cultura.
Comunque sin dal loro arrivo in Europa i Rom sono stati visti dai vari stati come un problema da risolvere mediante l’assimilazione, l’esclusione o l’espulsione.  Spesso si dava loro la caccia o erano imprigionati ed uccisi.

Zingari, Gitani, Boemi, Egizi. Denominazioni in quantità designano un popolo atipico, da sempre diverso: il popoloZingaro chi sei? Tra tolleranza e pregiudizio degli zingari, che nella loro lingua, il romanes, si chiamano Rom. Tra loro sono presenti una infinità di culti: ci sono zingari cattolici, protestanti, musulmani, ortodossi e di altre religioni. Per necessità o per apertura, questo popolo ha spesso abbracciato i culti delle comunità all’interno delle quali si trova ad essere minoranza, mantenendo comunque riti religiosi palesemente simili, anche se praticati da musulmani o da cattolici.

Lo stesso vale per il linguaggio: questo popolo ha sempre assorbito molte delle lingue prevalenti nelle zone in cui transita o si insedia. Si contano almeno 600 dialetti romanes strutturati, anche se tutti questi idiomi conservano una radice comune per il fatto di essere dialetti romanes.

Tra i milioni di Rom, il nomadismo è ormai quasi scomparso una minoranza, ma essi esistono, gli altri sono gagè, i non-zingari. Esistono oggi.  Per i rom passato e futuro sono la stessa cosa: sono taissa, sono «ieri» e «domani» espressi con la stessa parola. Interessa solo il giorno presente. Vivono oggi, mangiano oggi, si divertono oggi, piangono oggi. Lo ieri è ormai passato e dimenticato, il domani si vedrà. E’ una mentalità fatalista dovuta sicuramente alle origini orientali degli zingari.

Ma una cosa è certa: con la cultura zingara, così come con qualsiasi altra cultura minoritaria sul pianeta, è possibile intrecciare un dialogo prezioso.


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