Presentato l’Itinerario Archeologico: i tesori della provincia di Pesaro Urbino in rete grazie a Confcommercio
Dai Bronzi dorati di Pergola al Parco Archeologico di Fossombrone, dalla Domus del Mito di Sant’Angelo in Vado alle aree archeologiche di Colombarone e di via dell’Abbondanza a Pesaro. E ancora il Museo archeologico e della via Flaminia a Cagli, la Grotta Ipogeo a Piagge, i rinvenimenti archeologici a Tavernelle di Colli al Metauro: la provincia di Pesaro e Urbino è ricchissima dal punto di vista archeologico e conserva rilevanti testimonianze della storia e della cultura materiale dell’uomo dal Paleolitico al Rinascimento passando per l’epoca romana.
Per valorizzare questi tesori come meritano, Confcommercio Marche Nord-Pesaro Urbino ha deciso, insieme alle Amministrazioni comunali interessate, di metterli in rete realizzando l’Itinerario Archeologico nella Provincia di Pesaro Urbino. Un percorso di promozione turistica nell’ambito del progetto Itinerario della Bellezza, che sta riscuotendo tanto successo in tutto il mondo, creato dalla stessa associazione di categoria con il proprio tour operator Riviera Incoming.
Il nuovo itinerario è stato illustrato in anteprima a Pesaro nella sede di Confcommercio e il 14 novembre sarà presentato a Paestum in occasione della prestigiosa Borsa del Turismo Archeologico, alla presenza di ben 75 operatori internazionali.
Con il direttore Amerigo Varotti, sono intervenuti il vice Barabara Marcolini, il vicepresidente della Camera di Commercio delle Marche Salvatore Giordano e gli amministratori del Comuni coinvolti: il presidente del consiglio comunale di Pesaro Marco Perugini, il sindaco di Sant’Angelo in Vado Giannalberto Luzi, il collega di Terre Roveresce Antonio Sebastianelli, il vicesindaco di Cagli Benilide Marini, l’assessore di Pergola Sabrina Santelli, quello di Fossombrone Gloria Mei e il collega di Colli al Metauro Andrea Giuliani.
«E’ al momento – ha esordito Varotti – l’ultimo itinerario di Confcommercio che va a completare l’Itinerario della Bellezza, il progetto complessivo di promozione e valorizzazione che mette in rete ben otto Comuni della nostra provincia. Una promozione a 360 gradi, nelle più importanti fiere turistiche del mondo, ma anche sul web, che sta dando ottimi risultati. Solo negli ultimi mesi siamo stati protagonisti di ben 18 eventi internazionali e in calendario ce ne sono tanti altri, da Paestum a Desenzano, da Berlino a Utrecht. Un lavoro straordinario per un progetto che si sta ampliando costantemente, tanto che entrerà nell’Itinerario della Bellezza anche Fano. E per il prossimo anno stiamo lavorando all’Itinerario dei luoghi della fede».
Varotti è poi entrato nel dettaglio del nuovo itinerario: «Dopo l’Itinerario Romantico, abbiamo pensato a un nuovo cluster perché la nostra provincia è ricchissima dal punto di vista archeologico. Questo itinerario non ha la presunzione di rappresentare l’intero ed immenso patrimonio del territorio. Si muove all’interno di un percorso, di una “rete” che alcuni Comuni, con Confcommercio, hanno deciso di percorrere per valorizzare e promuovere il territorio, le proprie risorse ambientali, culturali, enogastronomiche e turistiche. Lo presenteremo a Paestum, dove gestiremo anche lo stand promozionale della Regione Marche, per poi farlo conoscere in tante altre fiere in tutto il mondo».
Gli amministratori presenti hanno evidenziato il valore dei progetti di Confcommercio e l’importanza di fare rete per promuovere e valorizzare con incisività il territorio.
Pesaro
PISAURUM, antico insediamento piceno e colonia romana dal 184 a.C., nasce sulla costa del Mare Adriatico, in una piana alluvionale, fra la foce del fiume Pisaurus (attuale Foglia) e il torrente Genica. Di grande rilievo la documentazione rappresentata dai mosaici pavimentali rimessi in luce all’interno del Duomo. Si tratta di due estese pavimentazioni a mosaico policromo, tra di loro sovrapposte. Quella superiore appartiene alla basilica di età bizantina (VI secolo d.C.) ed è costituita da uno straordinario tappeto musivo con ricche decorazioni geometriche e figurative cariche di simbologie cristiane e riempitivi figurativi riconducibili a rifacimenti di epoca medievale. Il mosaico sottostante (IV – V secolo d.C.), ricco di motivi geometrici e floreali, appartiene ad una prima fase paleocristiana, della Cattedrale. Non lontano dal Duomo recenti scoperte archeologiche rinvenute in via dell’Abbondanza hanno attestato la presenza di una domus signorile che era riccamente decorata da affreschi colorati, stucchi e mosaici in tessere bianche e nere. L’area archeologica è fornita di alcune vetrine in cui sono esposti i materiali provenienti dalle varie fasi di vita del sito. Il percorso di visita è arricchito da nuovi strumenti multimediali che permettono la ricostruzione 3D degli antichi ambienti della domus, garantendo al visitatore una esperienza di grande impatto emotivo. Di grande interesse è il Museo Archeologico Oliveriano dove sono conservati i materiali raccolti dal nobile pesarese Annibale Olivieri, provenienti soprattutto dalla Città e dal territorio che nel 1756 furono donati al Comune. Il Museo, nelle sue varie sale, conserva statue, sarcofagi, stele, cippi, materiali ed utensili, vasi etc. A Colombarone, nel cuore del Parco regionale naturale del San Bartolo, nei pressi della località balneare di Gabicce Mare, è stato portato alla luce un sito archeologico di grande interesse. Qui, tra la fine del III secolo d.C. e la metà del IV d.C., venne edificata una lussuosa villa, residenza rurale di un ricco possidente terriero. Nel VI secolo d.C. la villa mutò la sua funzione ed in parte diventò luogo di culto con ampio abside, affiancato da una torre campanaria. Fu così che la lussuosa villa divenne una chiesa cristiana identificabile con la Basilica di San Cristoforo ad Aquilam, citata dal Liber Pontificalis come sede dello storico incontro nel 743 tra Papa Zaccaria e l’Esarca Eutiche (info e video su: www.parcosanbartolo.it e www.marcheology.it ).
Colli al Metauro
Il Comune – che si trova nella vallata del fiume Metauro – è stato istituito il 1° gennaio 2017 dalla fusione dei Comuni di Montemaggiore al Metauro, Saltara e Serrungarina. Siamo lungo l’antica via Flaminia, principale arteria stradale di età romana che, attraversando l’intera Provincia di Pesaro e Urbino, collegava Roma a Rimini (Ariminum). Lungo la Flaminia nel tratto interessante l’odierno Comune di Colli al Metauro, troviamo la località di Tavernelle. Fin dall’antichità il piccolo centro ricoprì il ruolo di stazione di sosta; un posto di ristoro per uomini e cavalli in transito sul tratto della strada consolare Flaminia compreso tra Fossombrone e Fano. Tutto ciò è stato confermato da rinvenimenti archeologici nell’area dell’attuale chiesa parrocchiale dove è stato creato anche un piccolo antiquarium (alcuni ritrovamenti, tra cui una testa marmorea, sono custoditi nel Museo di Forum Sempronii – Fossombrone). Le strutture archeologiche riportate alla luce dimostrano chiaramente la presenza di una sorta di fattoria-albergo, cioè di un luogo di produzione e lavorazione di prodotti agricoli che offriva allo stesso tempo possibilità di alloggio e ristoro ai viaggiatori. Di notevole interesse è la presenza di un piccolo tempio (Sacello) dedicato ad Attis, pastore frigio amato dalla dea Cibele e divenuto suo sacerdote. A pochi chilometri da Tavernelle troviamo la località di Saltara che deve probabilmente il proprio nome dalla tradizione romana, cioè da SALTUS AERIS (“bosco del bronzo”). A Saltara, nell’ex chiesa del Gonfalone, sono conservati dei bellissimi mosaici appartenenti ad una antica domus romana. Si tratta di tre frammenti musivi( II-III sec. d. C.) di 3mx1m ognuno rinvenuti nel 1928 in via Gambarelli, non molto lontano dalla “mutatio ad Octavo”, nei pressi di Calcinelli. I tre frammenti costituivano il pavimento di una domus e raffigurano scene di caccia. Il primo mosaico circoscritto in tutti e quattro i lati da fasce di inquadramento monocrome, poteva essere collocato nella soglia della domus. Rappresentano questi mosaici un esempio di arte musiva del periodo imperiale di “buona qualità” scrive il prof. Filippo Venturini nel saggio “Il mosaico di Saltara e la produzione musiva locale”.
Terre Roveresche
E’ un Comune “sparso” istituito il 1° gennaio 2017 e nato dalla fusione dei Comuni di Barchi, Piagge, San Giorgio di Pesaro e Orciano. Nella vallata del Metauro, Terre Roveresche rappresenta al meglio il sistema dei borghi collinari che caratterizza la provincia di Pesaro e Urbino. Il municipio di Piagge è il più vicino al mare e alla città di Fano. Storicamente sembra essere il più antico poiché la sua fondazione risale all’età romana quando era denominato “Lubacaria”. A seguito di una ricerca storica su Piagge iniziata dal 1996 dall’Architetto Gabriele Polverari, è venuta alla luce la Grotta Ipogeo, una antica basilica paleocristiana scavata a 7 metri di profondità sotto le mura. Si entra nel sotterraneo attraverso una rampa di scalini in tufo. L’ipogeo si presenta a pianta cruciforme. Sono presenti nicchie e decorazioni geometrico-simboliche in rilievo sulle pareti e nella volta. Il tutto perfettamente simmetrico, quindi una disposizione non casuale ma studiata. Si tratta sicuramente di un luogo di culto paleocristiano, ed è giunto così intergo da diventare un esempio unico. Le forme utilizzate per le decorazioni sono simboli cristiani antichissimi, tant’è che l’ipogeo presenta un impianto tipicamente basilicale. Attualmente la Grotta Ipogeo è visitabile tutti i sabato sera dalle 17.00 alle 20.00. Per gli altri giorni su prenotazione chiamando i seguenti numeri: 338/1883227 – 329/0838037 – 328/0290650 – infopiaggeproart@ gmail.com
Fossombrone
La città di Fossombrone è il maggior centro della media Val Metauro. Caratterizzata da un centro di impronta medievale con numerosi edifici nobiliari, deriva il proprio nome da FORUM SEMPRONII, l’antica città romana che si trova a circa 2 km dall’attuale centro cittadino, in località San Martino del Piano. I continui scavi archeologici hanno consentito di riportare alla luce numerose strutture in grado di rivelarci la grandezza e l’importanza di Forum Fossombrone Sempronii. Il Parco Archeologico di Forum Sempronii, l’unico della Provincia di Pesaro e Urbino, è visitabile rivolgendosi all’Ufficio Turistico di Fossombrone (tel. 0721/723263 – 340/8245162). In un’ala del palazzo Ducale di Fossombrone, nella Corte Alta, posta a metà del Colle di Sant’Aldebrando, appena sotto la fortezza malatestiana, edificato da Federico da Montefeltro, è stato allestito il Museo Archeologico Vernarecci. Istituito nel 1901 da Monsignor Augusto Vernarecci, è caratterizzato da un’ampia collezione archeologica che testimonia il succedersi delle culture umane nella media Valle del Metauro dalla preistoria all’età romana. Di grande rilevanza è la collezione di età romana articolata in tre sezioni: la prima relativa alla città di Forum Sempronii e al suo territorio in cui sono esposti importanti resti scultorei databili dal I secolo d.C. al IV secolo d.C. La seconda dedicata agli aspetti e alle testimonianze della vita quotidiana. La terza destinata alle tombe e ai rituali funerari. Qui sono esposti i corredi funerari rinvenuti nelle sepolture del Recinto funerario a Calmazzo risalente al II secolo d.C..
Sant’Angelo in Vado
Cittadina dell’Alta Valle del Metauro al limitare dell’Appennino umbro-marchigiano nei pressi del valico di Bocca Trabaria è di origini medievali e sorge sulle rovine della città romana Tifernum Mataurense. Il centro storico è ricco di monumenti, palazzi e chiese di varie epoche: dal trecentesco Palazzo della Regione al secentesco Palazzo Fagnani; dall’antico Palazzo Mercuri alla Chiesa di Santa Caterina delle bastarde; dalla secentesca Chiesa ottagonale di San Filippo a Santa Maria extra muros con l’adiacente ex monastero dei servi di Maria – solo per citarne alcuni -. Ma la Città affonda le sue radici nella cultura preistorica e protostorica e diventa municipio romano tra il 90 – 88 a.C. ed è menzionata per la prima volta nella Naturalis Historia di Plinio il Vecchio. A testimonianza dell’importanza di Tifernum Mataurense nell’epoca romana, recentissimi scavi hanno conseguito il più importante ritrovamento archeologico venuto alla luce negli ultimi 50 anni. Nell’area è emersa l’intera articolazione di una domus gentilizia – di circa 1.000 mq – eretta verso la fine del I secolo d.C., impreziosita da un ricco complesso di mosaici figurati, sicuramente il più importante venuto in luce nelle Marche da diversi decenni. La pavimentazione affiorata è quella originale del I secolo d.C. e rappresenta scene legate alla mitologia classica. Ecco perché è stata battezzata “Domus del Mito”.
Museo Archeologico “Tifernum Mataurense”: Allestito al secondo piano di palazzo Mercuri, splendido edificio del XIX secolo, ubicato nella centralissima Piazza Umberto I, il Museo Archeologico Tifernum Mataurense racconta la storia del territorio di Sant’Angelo in Vado a partire dal Neolitico, attraverso l’esposizione di oggetti in selce, ceramica d’impasto e bronzi che attestano l’esistenza di insediamenti nei terrazzi fluviali della città e dell’alta valle del Metauro, fino a giungere alla fase tardoantica e alto medievale. Cospicua è la collezione di età romana, rappresentata da numerose iscrizioni, riproposte su lapidi, cippi e are, e materiali di uso comune.
Cagli
L’antica CALE, posta sulla via consolare Flaminia alla confluenza dei due fiumi che la circondano,Bosso e Burano, entrò a far parte assieme alle città vescovili di Gubbio, Urbino, Fossombrone e Jesi, del territorio della Pentapoli Montana. Il Museo Archeologico e della Via Flaminia di Cagli è situato nei locali del Palazzo Pubblico, ospita numerosi reperti archeologici riferibili alla città e al territorio, che coprono un arco cronologico molto ampio, dalla preistoria-protostoria al medioevo. Il piano terra contiene gli oggetti provenienti da raccolte o da collezionismo. Nel piano primo invece sono esposti i reperti del territorio provenienti da scavi archeologici, la prima stanza è interamente dedicata allo scavo della grotta di Fondarca,mentre nella stanza più grande sono esposti i reperti del territorio cagliese a partire dall’epoca protostorica fino all’alto medioevo. Cagli da libero comune passò al Ducato di Urbino, mantenendo sempre un ruolo di spicco nel ducato. Il Duca Federico da Montefeltro fece costruire nel 1481 da Francesco di Giorgio Martini un imponente complesso fortificato composto dal Torrione posto a cavallo delle mura cittadine e dalla Rocca situata sul Colle dei Cappuccini. La Rocca, in origine a forma romboidale, fu parzialmente demolita dai Cagliesi per evitare che cadesse nelle mani delle milizie spagnole, della struttura romboidale si conservano il puntone principale e i due torrioni laterali. La Rocca e il Torrione sono in collegamento tra loro attraverso un suggestivo camminamento segreto detto «Soccorso Coverto» composto da 365 gradini ed è interamente percorribile.
Pergola
La città di Pergola, nata come libero Comune nel 1234, è situata lungo la Valle del Cesano. Recentemente è stata inserita tra i BORGHI PIU’ BELLI D’ITALIA. La romanizzazione del territorio è ben documentata dal ritrovamento di tombe, vasi e suppellettili varie sia in città che nelle località di Grifoleto, Ferbole, Valrea, Monterolo e Montesecco. Tra questi un bellissimo mosaico policromo rettangolare del IV – V secolo d.C. appartenuto ad una domus in località Montesecco, custodito nel Museo della Città. Ma la notorietà di Pergola è dovuta al ritrovamento – nel luglio 1946 – in località Santa Lucia di Calamello presso Cartoceto di Pergola – di un Gruppo equestre in bronzo dorato. I Bronzi Dorati da Cartoceto di Pergola hanno una grande importanza ed inestimabile valore essendo l’unico gruppo dorato al mondo di età romana, giunto sino a noi. Casualmente, il 26 giugno 1946, due contadini, per creare un canale per le abbondanti piogge cadute, scoprirono diverse centinaia di frammenti di bronzo dorati di vari quintali di peso, che dopo un lungo, tormentato ed impegnativo restauro condotto dal 1949 al 1959 e poi dal 1972 al 1988, consentì la ricostruzione di un Gruppo equestre composto da quattro statue, due donne velate stanti e due personaggi maschili, vestiti con corazza, a cavallo. Numerose sono le teorie per una corretta identificazione delle personalità raffigurate e della datazione dei Bronzi dorati. C’è chi vi ha riconosciuto Neore Cesare e Livia, l’imperatore Tiberio e Giulia di Druso Minore. Altri, ancora, Cicerone. Anche questa inevitabile incertezza, insieme alle cause della frammentazione delle statue e del luogo del ritrovamento, costituiscono il fascino ed il mistero dei bellissimi e unici Bronzi dorati da Cartoceto di Pergola, custoditi nel Museo dei Bronzi dorati e della Città di Pergola in cui è presente anche una ricca pinacoteca ed una sezione numismatica imperniata sulle monete coniate dalla zecca di Pergola attiva alla fine del XVIII secolo. Nella primavera del 2019 la Sala che ospita i Bronzi dorati è stata oggetto di un consistente ammodernamento con la creazione di una sala immersiva – realizzata dal fisico Paco Lanciano – che grazie all’utilizzo di moderne tecnologie e applicazioni consente una piena immersione nel periodo romano ed una piena valorizzazione del gruppo equestre.