Comunicati Stampa

UCSI SARDEGNA: SOLIDARIETÀ AI COLLEGHI DELL’ANSA

L’Ucsi Sardegna esprime solidarietà ai giornalisti dell’Ansa Sardegna che venerdì hanno iniziato uno sciopero di 48 ore contro un piano aziendale che vorrebbe compensare i minori introiti legati all’emergenza Covid-19 con il taglio dei costi dei lavoratori e in particolare con il taglio degli stipendi già bassi dei collaboratori esterni. Il momento è difficile per tutto il settore dell’informazione – che in Sardegna è purtroppo caratterizzato da un altissimo tasso di precari sottopagati – e non è ammissibile che aziende editoriali prestigiose e autorevoli come l’Ansa facciano ricadere gli effetti della crisi sui lavoratori, soprattutto su quelli più deboli e privi di tutele. L’informazione, presidio fondamentale nella democrazia, presuppone lavoratori liberi e retribuiti dignitosamente. Per questo ai colleghi va il nostro sostegno in questa battaglia di libertà, con l’auspicio che venga riconosciuto il lavoro puntuale e di grande qualità che l’agenzia ha sempre garantito in Sardegna.
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Ecco il comunicato dell’assemblea dei giornalisti Ansa
L’assemblea dei giornalisti dell’ANSA ritiene irricevibile il piano prospettato dall’azienda per recuperare gli ipotizzati minori ricavi legati all’emergenza sanitaria Covid-19. Le misure avanzate comprometterebbero gravemente la capacità dell’ANSA di assicurare un notiziario qualitativamente e quantitativamente adeguato alle esigenze del Paese in un momento in cui il ruolo dell’informazione è quanto mai essenziale. Un indebolimento, quello prospettato, che pare ancora più inconcepibile alla luce del riconoscimento della funzione che la politica tutta e le istituzioni hanno tributato all’Ansa in questa fase drammatica del Paese, nella quale il lavoro della redazione, che ha operato in smart working in assenza di dotazioni tecnologiche adeguate, è stato unanimemente ritenuto indispensabile nella lotta alle fake news. Per l’ennesima volta l’azienda intende raggiungere il pareggio dei conti scaricando i costi sui redattori e ancor peggio sui collaboratori e sui precari dell’agenzia privati, non solo di prospettive, ma anche di una retribuzione dignitosa, con la pretesa, inoltre, di raggiungere l’obiettivo entro il 2020. Con queste premesse si ritiene impossibile qualsiasi confronto con l’azienda, confronto che sarebbe ipotizzabile solo sulla base di una prospettiva di rilancio con una conseguente riorganizzazione del lavoro.
La redazione negli ultimi 15 anni ha subito progressivi tagli di organico e sacrifici economici che hanno compromesso il futuro dell’agenzia, rendendo così palese che l’assetto proprietario, immaginato 75 anni fa per garantire al Paese una fonte di notizie imparziale e indipendente, è ormai del tutto inadeguato ai tempi.  I giornalisti dell’Ansa chiedono all’azienda un piano industriale e rivolgono un appello al Governo, al Parlamento, alla società civile e a tutte le forze democratiche, con cui proseguiranno un serrato confronto, perché facciano sentire la loro voce affinché si impediscano scelte che metterebbero a rischio uno dei principali pilastri del sistema informativo nazionale.
L’assemblea dei redattori dell’Ansa indice uno sciopero di 48 ore a partire dalle 7 di venerdì 15 maggio, proclama lo stato di agitazione e invita le redazioni a riunirsi subito dopo l’assemblea per definire possibili iniziative a sostegno dell’attività sindacale.
L’assemblea affida al Cdr un pacchetto di ulteriori 10 giorni di sciopero e lo sollecita ad avviare una azione che porti all’esterno la vertenza dell’ANSA attraverso una campagna di informazione e sensibilizzazione dell’opinione pubblica e dei nostri lettori.

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