L’Itinerario delle Rocche nella provincia di Pesaro Urbino: viaggio tra i capolavori di Francesco di Giorgio Martini
I capolavori, tra rocche, palazzi e fortificazioni, più importanti e significativi del grande architetto senese Francesco di Giorgio Martini sono protagonisti dell’ultima creazione firmata Confcommercio Marche Nord: l’Itinerario delle Rocche. E l’ennesimo progetto di promozione turistica, all’interno del più vasto Itinerario della Bellezza nella provincia di Pesaro Urbino di cui fanno parte ben 12 comuni: Urbino, Gradara, Pesaro, Fano, Pergola, Fossombrone, Mondavio, Cagli, Gabicce Mare, Terre Roveresche, Sant’Angelo in Vado, Colli al Metauro.
Lungo l’Itinerario della Bellezza, l’architetto realizzò o trasformò diversi palazzi ad uso civile e religioso ma, soprattutto, rocche e fortificazioni militari. Molte di queste sono state smantellate, distrutte o ve ne rimangono poche tracce, come i ruderi della Rocca di Pergola. Altre, rappresentano le realizzazioni più significative dell’opera del Martini e del suo ingegno: Cagli, Mondavio, Sassocorvaro, Fossombrone oltre, naturalmente, al Palazzo Ducale di Urbino. Nella guida turistica c’è spazio anche per la Rocca di Gradara, seppur in quest’ultima non vi è nessun riferimento circa la presenza e l’opera dell’architetto.
«L’Itinerario della Bellezza di Confcommercio Pesaro e Urbino/Marche Nord – evidenzia il direttore Amerigo Varotti – è un grande contenitore dall’interno del quale, periodicamente, estraiamo nuove suggestioni, nuove proposte. Così è, ora, per l’Itinerario delle Rocche di Francesco di Giorgio Martini e il Palazzo Ducale di Urbino. Un viaggio – all’interno dell’Itinerario della Bellezza – alla ri-scoperta delle rocche progettate e costruite dall’architetto senese che Federico da Montefeltro chiamò alla Sua corte di Urbino nel 1477 e che realizzò capolavori assoluti dell’architettura militare e civile del Rinascimento. Non poteva mancare, in questo percorso turistico il Palazzo Ducale di Urbino, senz’altro l’architettura più significativa del Rinascimento marchigiano. L’itinerario è anche un viaggio alla scoperta della bellezza di luoghi da cui trae origine la nostra storia e la nostra cultura. Come l’Itinerario della Bellezza, l’Itinerario Romantico, l’Itinerario Archeologico – conclude il direttore – sarà uno strumento prezioso per valorizzare questo territorio. La promozione sta dando ottimi risultati, con tanti visitatori e agenzie di viaggio interessati ai luoghi dell’itinerario. Appena possibile lo presenteremo nelle fiere più importanti. E in cantiere abbiamo tanti altri progetti, dai luoghi del silenzio e della fede all’Itinerario dei sapori e del gusto».
Francesco di Giorgio Martini
Francesco di Giorgio Martini nasce a Siena il 23 settembre 1439. È stato uno degli artisti più versatili e creativi nel mondo dell’arte tra il Quattrocento e il Cinquecento. Inizialmente attivo come pittore e scultore, è ricordato, principalmente, come Architetto e teorico della architettura militare. Di fondamentale importanza fu il soggiorno ad Urbino, presso la Corte del Duca Federico da Montefeltro, iniziato nel 1474 con l’incarico di portare a compimento il Palazzo Ducale, già disegnato ed avviato dall’Architetto dalmata Luciano Laurana, di cui Francesco ne sviluppò la già eccellente filosofia urbanistica.
Lungo l’Itinerario della Bellezza l’Architetto senese realizzò o trasformò diversi palazzi ad uso civile e religioso ma, soprattutto, rocche e fortificazioni militari. Molte di queste sono state smantellate, distrutte o ve ne rimangono poche tracce (come i ruderi della Rocca di Pergola). Altre, rappresentano le realizzazioni più importanti e significative dell’opera del Martini e del suo ingegno: Cagli, Mondavio, Sassocorvaro, Fossombrone oltre, naturalmente, al Palazzo Ducale di Urbino. Ma non possiamo non citare il Palazzo Ducale – Corte Alta – di Fossombrone e il palazzo Vescovile, il Palazzo Comunale di Cagli, il Convento di Santa Chiara e il Mausoleo dei Duchi – Chiesa di San Bernardino a Urbino.
URBINO
Dal 1998 il suo centro storico è patrimonio dell’umanità UNESCO. E’ la Città che ha dato i natali, nel 1483, a Raffaello Sanzio. E’ la Capitale del Rinascimento italiano; sede di una delle più antiche Università degli Studi d’Europa (fondata nel 1506).
Nella seconda metà del ‘400 Urbino diventa sede della potente signoria del duca Federico Da Montefeltro (1422-1482). Federico, amante della cultura umanistica chiama a corte letterati, matematici, artisti (Giovanni Santi, padre di Raffaello, Piero della Francesca, Luciano e Francesco Laurana, Leon Battista Alberti, Francesco di Giorgio Martini). Federico, signore del Ducato dal 1444 al 1482, volle la realizzazione di quella che è considerata una delle più belle opere del Rinascimento: il Palazzo Ducale.
Il nuovo Palazzo è il vero fulcro della Città ed alla sua costruzione vi parteciparono alcuni fra gli artisti più grandi dell’epoca (tra i quali il fiorentino Maso di Bartolomeo, il dalmata Luciano Laurana e il senese Francesco di Giorgio Martini). Il Palazzo Ducale fu costruito in più fasi.
Nel 1474 Francesco di Giorgio Martini assunse la direzione del cantiere del Palazzo, cui sovrintese fino al 1485. L’architetto portò a termine intere zone del palazzo, ne creò di nuove e rifinì la decorazione interna di numerose stanze. In particolare progettò le logge sul cortile del Pasquino, il giardino pensile, gli ambienti e tutto il complesso impianto idraulico dei sotterranei all’avanguardia per l’epoca. L’architetto senese realizzò anche la Data, le antiche stalle ducali capaci di 300 cavalli con magazzini e locali per gli stallieri e la vicina rampa elicoidale che, dal sottostante piano del Mercatale, poneva in comunicazione la residenza dei Montefeltro con le stalle della Data e l’esterno delle mura.
Nel 1912 viene istituita all’interno del Palazzo Ducale la Galleria Nazionale delle Marche che ospita opere di Raffaello, Piero della Francesca, Tiziano e un vasto patrimonio di opere d’arte.
CAGLI
La città di Cagli ha origini antichissime: nella Grotta delle Nottole, appartenente allo scenografico complesso dell’Arco di Fondarca, è stata accertata una frequentazione già dall’età del bronzo antico (1800 a.C.). È nel periodo tardo medievale e rinascimentale, con l’alleanza con Urbino ed i Montefeltro, che Cagli si sviluppa notevolmente.
Federico da Montefeltro favorì i lavori di ristrutturazione e abbellimento di molti palazzi cittadini tra cui il medievale Palazzo Pubblico (oggi sede del Comune e del Museo Archeologico) affidandone il compito a Francesco di Giorgio Martini. Ma Federico intuisce le necessità di creare un sistema difensivo del Ducato con rocche potentissime e fortilizi capaci di garantire anche sicurezza contro le nuove armi da fuoco. E Cagli è strategica nella politica difensiva di Federico che affida pertanto all’architetto senese il compito di realizzare ex novo il complesso difensivo composto da una poderosa rocca sul colle dei Cappuccini e da un torrione ovoidale dabbasso, nel centro cittadino anticamente allacciato alle mura urbane. Le due strutture erano collegate tramite un “lungo cunicolo sotterraneo”, il “SOCCORSO COVERTO”, ancora interamente percorribile, articolato in oltre 360 gradini che dal Torrione risalivano la collina per aprirsi all’interno della Fortezza.
La rocca, in costruzione nel 1481, fu smantellata nel 1502. Di essa sopravvivono alcune rovine da cui è oggi possibile visitare i ruderi del fabbricato e del puntone della rocca. Il Torrione (definito da Francesco di Giorgio Martini nei trattati come una seconda rocca) è invece giunto fino a noi in ottime condizioni di conservazione, recentemente restaurato e destinato a funzioni museali. Il complesso architettonico progettato da di Giorgio Martini e contenuto con dovizia di particolari nel suo “Trattato di architettura civile e militare”, è considerato uno dei più importanti ed innovativi tra quelli realizzati dall’architetto.
FOSSOMBRONE
La città di Fossombrone, maggior centro della media vallata del Metauro, deriva le proprie origini dalla romana Forum Sempronii, antica Città sulla consolare Flaminia che si trova a circa 2 km dall’attuale centro cittadino. Ma anche Forum Sempronii non sfuggì – come tutte le Città romane – alla decadenza determinata da pestilenze, carestie o dalle tante invasioni che si abbatterono sul nostro Paese. È con i Malatesta, ma ancor di più con Federico da Montefeltro, che Fossombrone si sviluppa dal punto di vista economico, culturale, urbanistico e architettonico con la costruzione di bellissimi palazzi ed un moderno sistema difensivo. La rocca, situata sulla sommità del Colle di Sant’Aldebrando, entro il recinto della «cittadella», è stata edificata prima dai Malatesta. Ebbe, poi, varie modifiche sino all’intervento di Federico da Montefeltro che incaricò, infine, Francesco di Giorgio Martini per un adeguamento della fortezza alle nuove esigenze difensive.
E ciò nell’ambito di un progetto di ristrutturazione difensiva di tutto il territorio del Montefeltro. Nel 1502 la rocca fu smantellata da Guidobaldo da Montefeltro, insieme ad altre fortificazioni, per non lasciarla, intatta, nelle mani del Valentino e tra le sue mura venne successivamente eretta la Chiesetta di Sant’Aldebrando. Cadde nel dimenticatoio fino al 1968, quando un gruppo di volontari iniziò il lavoro di «riscoperta» della rocca riportando alla luce i muri di scarpa del lato occidentale, la parte sepolta del caput carenato, i cunicoli di collegamento ed altre parti della fortezza che, a seguito di ulteriori interventi di recupero dall’alto della collina, domina sulla Corte Alta e la città di Fossombrone.
MONDAVIO
La storia di Mondavio è legata alle vicende dei Malatesta, dei Montefeltro e dei Della Rovere. Nel 1462 Federico da Montefeltro alla testa delle truppe pontificie sconfisse e segnò la fine del dominio dei Malatesta. Nel 1471 fu eletto Papa Sisto IV Della Rovere che favorì l’avvicinamento della sua famiglia ai Montefeltro: elargì il titolo di Duca a Federico da Montefeltro e il Signore di Urbino acconsentì al matrimonio di sua figlia Giovanna con il nipote del papa, Giovanni Della Rovere. Questi, ottenuta la signoria di Mondavio e Senigallia, fece costruire da Francesco di Giorgio Martini – tra il 1482 e il 1492 – una imponente rocca, da molti ritenuta il capolavoro dell’opera martiniana e comunque, una delle più interessanti testimonianze della attività e dei progetti dell’Architetto senese. Il progetto di Francesco di Giorgio Martini prevedeva un complesso fortificato molto più articolato ma l’opera rimase incompiuta, forse, per la morte sia di Giovanni della Rovere che del Martini. La maestosa fortezza in ottimo stato di conservazione – si presenta come un monumento all’arte fortificatoria, costruito con prospettive sfuggenti ai micidiali colpi di bombarda. La rocca è visitabile e meta di turisti e scolaresche che possono ammirare, nelle varie stanze, scene di vita rinascimentale, la sala delle torture (la rocca fu utilizzata come carcere), la sala del forno, il deposito delle munizioni ed una pregevole collezione di armature e strumenti di uso militare originali, realizzate tra l’VIII e il XVII secolo, nel piano più alto del mastio. La Rocca Roveresca di Mondavio è arrivata ai giorni nostri sostanzialmente immutata negli anni, non avendo mai subito assedi o attacchi ed anche perché l’essere praticamente a ridosso del borgo abitato ne ha evitato lo stato di abbandono in cui versano molte altre fortezze. Mondavio è Bandiera Arancione del Touring Club italiano, è Bandiera Verde “Agricoltura” ed è inserita tra “I Borghi più belli d’Italia”.
PERGOLA
Terra abitata da Umbri, Etruschi e Galli Senoni, fu dominazione romana al centro dei municipi di Sentinum (Sassoferrato), Suasa Senonum (Castellone di Suasa) e Forum Sempronii (Fossombrone). Non lontano dalla Consolare Flaminia, furono rinvenuti, il 26 luglio 1946, i Bronzi dorati da Cartoceto di Pergola ora conservati nel Museo della Città. Dopo un travagliato periodo di lotte tra varie dinastie (Visconti, Medici, Sforza e Malatesta) con la sconfitta di Sigismondo Malatesta ad opera di Federico da Montefeltro, fu annessa al Ducato di Urbino. Federico incaricò Francesco di Giorgio Martini di costruire una possente rocca su una preesistente fortezza. È situata su un’altura adiacente al centro storico, circondata da una zona boscosa, che sovrasta l’intera Città.
Della rocca, demolita per ordine di Guidobaldo I Duca di Urbino nell’ambito delle azioni di contenimento del potere di Cesare Borgia “Il Valentino”, sono rimasti due torrioni diroccati e coperti d’edera, la Cappella Gentilizia, parte delle mura perimetrali e dei sotterranei con volta a botte. Sui resti della rocca fu costruito (sec. XVI-XVIII) il Palazzo della Rocca o Palazzo Fulvi-Cittadini.
La Città è oggi inserita tra “I Borghi più belli d’Italia”.
SASSOCORVARO
Sassocorvaro (capoluogo del Comune di Sassocorvaro Auditore dal 1° gennaio 2019) è un borgo, sviluppato attorno alla Rocca Ubaldinesca, che si erge su un colle che domina la Valle del fiume Foglia.
Federico da Montefeltro e Ottaviano degli Ubaldini si adoperarono dapprima a trasformare Urbino, capitale del ducato, in una città rinascimentale di primo livello; poi l’interesse si rivolse a rendere più sicuri i confini affidando l’incarico di fortificare il territorio a Francesco di Giogio Martini che costruì nel Montefeltro ben 136 edifici tra rocche, edifici pubblici, chiese. Siamo nel periodo di transizione dall’arma bianca all’arma da fuoco; Francesco di Giorgio Martini fu il protagonista di una vera e propria rivoluzione nel modo di costruire le fortificazioni che dovevano ora resistere agli effetti distruttivi della nuova terribile arma: la bombarda. I castelli medievali, costruiti per opporsi agli attacchi portati con balestre e frecce, erano ormai del tutto superati; occorreva trovare un nuovo modo di costruire e il Martini lo sperimentò per la prima volta nella Rocca Ubaldinesca di Sassocorvaro (intorno al 1475), che diventa quindi la prima costruzione militare realizzata per opporsi agli effetti della bombarda. A ben studiare la fortificazione – che rende proprio l’idea di una tartaruga – pare che la maggiore preoccupazione fosse quella di offrire una superficie sfuggente ai colpi di artiglieria (il guscio). Era così garantita l’efficacia della “difesa passiva”; ma la “difesa attiva” presentava serie complicazioni. Già in fase di costruzione il Martini dovette accorgersi che la soluzione non era militarmente valida in quanto dall’interno la difesa risultava difficile perché la forma curva consentiva alle sentinelle un limitato angolo di visuale. Lo stesso Martini considerò un fallimento sul piano militare quella progettazione che è però considerata un esemplare unico, un “magnifico errore”, reputato tra i massimi capolavori dell’architettura del Rinascimento. La Rocca di Sassocorvaro non è soltanto un innovativo, incredibile strumento bellico ma molto di più, perché la sua realizzazione è il risultato del contributo di più personaggi, tutti straordinari. La visita guidata alla rocca, che viene fatta con i bravi volontari della Pro Loco, si sviluppa intorno ai quattro principali temi di interesse che la contraddistinguono: l’architettura, l’aspetto esoterico, la storia del Salvataggio delle opere d’arte, la pinacoteca. Una sala del Castello è dedicata alla storia di Francesco di Giorgio Martini e della Rocca di Sassocorvaro: “Il magnifico errore”. Una straordinaria “chicca”, inaspettata all’interno di una rocca, è il Teatrino ottocentesco, l’ultima significativa modifica all’interno della rocca, che ha trasformato il salone d’onore per le esigenze della cittadinanza.
GRADARA
Non v’è nessun riferimento scientifico e storico circa la presenza e l’opera di Francesco di Giorgio Martini nella Rocca di Gradara. Solo sul web, in un paio di siti, si fa genericamente riferimento all’architetto senese a cui Sigismondo Pandolfo Malatesta avrebbe affidato l’incarico di riadattare la fortezza a seguito dell’invenzione della bombarda. In realtà è assai improbabile che ciò sia avvenuto: non ci sono riscontri storici e, soprattutto, Francesco di Giorgio Martini era l’architetto chiamato anche per rafforzare militarmente il Ducato di Urbino da Federico da Montefeltro, acerrimo nemico dei Malatesta, signori di Gradara. Ma un Itinerario di rocche e Castelli all’interno dell’Itinerario della bellezza non può tralasciare la Rocca di Gradara.
Il Castello di Gradara ed il suo borgo rappresentano una delle strutture medievali meglio conservate d’Italia. Le due cinte murarie che proteggono la fortezza la rendono una delle più imponenti della nazione.
Furono i Malatesta a decidere il completamento del Castello e l’edificazione di due cinte di mura (tra il XIII e il XIV secolo).
La rocca venne acquistata nel 1920 dalla famiglia Zanvettori che finanziò il restauro del Castello e delle mura che erano ridotti a ruderi. Nel 1928 fu venduta allo Stato italiano con diritto di usufrutto da parte della vedova di Zanvettori fino al 1983. Secondo la tradizione la rocca ha fatto da sfondo al tragico amore tra Paolo Malatesta e Francesca da Rimini cantato da Dante nella Divina Commedia. Gradara è bandiera Arancione del Touring Club ed è stata eletta Borgo dei Borghi 2018 dalla Associazione “I borghi più belli d’Italia”. È oggi una delle mete turistiche più visitate della Regione Marche.