San Sebastiano, la leggenda e le usanze italiane
San Sebastiano si festeggia il 20 gennaio. Le leggende e le tradizioni legate alla festa di san Sebastiano nel nostro Paese sono di grande suggestione.
Tradizioni e processioni i Italia
In tutta Italia i festeggiamenti del 20 gennaio sono molto sentiti e si tramandano da secoli. In molte regioni, come la Sardegna e la Puglia, si accendono grandi falò che bruciano per l’intera notte ed attorno ai quali ci si raduna per consumare cibo e divertirsi.
Una delle manifestazioni votive più caratteristiche si può ammirare a Mistretta, in Sicilia.
Qui, si svolge una processione molto particolare sia il 20 gennaio che il 18 agosto.
La Vara di san Sebastiano, un’elegante opera d’arte risalente al 1610, è portata a spalla dai portanti per le vie del centro fra due ali di folla.
Il santo è venerato anche a Chiomonte, in provincia di Torino, perché nel XVII secolo liberò la città dalla peste.
Una delle fasi salienti della festa è la processione della puento. Si tratta di un’alta costruzione a forma di punta finemente decorata che viene portata a spalla fra le vie del centro.
Cucina tipica del giorno di festa
In occasione del 20 gennaio si preparano molti piatti tipici.
A Barcellona Pozzo di Gotto, in Sicilia, si festeggia con la giaurrina. Si tratta di un dolce dalla preparazione elaborata e lunga.
La giaurrina è base di miele che, con l’aggiunta di zucchero, viene lavorato fino ad ottenere un composto liscio e sodo. Successivamente, si ricavano delle piccoli bastoncini che possono assumere vare forme. Per questo dolce si seguono tecniche tramandate da padre in figlio.
San Sebastiano, la leggenda
San Sebastiano, noto come uno dei tre mercanti della neve, è un santo taumaturgo che da secoli è invocato come liberatore dalla peste.
Nato a Narbona, all’epoca dell’Imperatore Diocleziano diventa soldato, scalando velocemente la gerarchia militare. In virtù della carica acquisita si adopera per salvare e proteggere i cristiani perseguitati ma scoperto viene condannato a morte.
Sebastiano, dopo esser legato ad una colonna, è trafitto con delle frecce fino a quando è creduto morto. Curato e salvato da sant’Irene, il futuro santo proclamerà ancora la sua fede nel cristianesimo e sarà nuovamente condannato a morte. Fustigato è poi gettato nella cloaca massima.
Il suo supplizio è dato al 20 gennaio del 304.