La leggenda di Manigunda al monastero di Cairate

La leggenda di Manigunda e del monastero di Cairate, in Lombardia. Lo spirito della nobildonna aleggerebbe, ancora oggi, fra le antiche mura.
La leggenda di Manigunda
La leggenda vuole che Manigunda fosse figlia del re Lotario. Bellissima e di stirpe nobile aveva una salute cagionevole, minata da una malattia renale. Le sue condizioni fisiche la condannavano ad un’esistenza da nubile, nonostante la sua avvenenza e l’alto lignaggio.
Un giorno, la giovane Manigunda seppe che vicino a Bergoro, in provincia di Varese, si trovava una fonte di acqua salutare. La dama si recò alla fontana e subito dopo aver bevuto qualche sorso si sentì meglio. Invocò allora la Vergine, chiedendole la grazia della salute ed offrendo in cambio la costruzione di un luogo di culto.
Manigunda proseguì la cura con le acque di Bergoro ed in breve ritrovò la salute. Immediatamente diede ordini perché venisse edificato un monastero dedicato a santa Maria Assunta. Quando il cenobio fu pronto, nel 737 d.C., la giovane prese i voti e si dedicò, per sempre, alla vita spirituale. Divenne badessa e visse qui per alcuni anni.
Alla sua morte, fu riccamente vestita e seppellita all’interno di un sarcofago intagliato. Nel XVI secolo, durante alcuni lavori di ristrutturazione, avvenne il ritrovamento delle spoglie, perfettamente conservate. Nonostante l’aspetto regale si decise di trasferire il corpo in una fossa comune.
Di lì a poco cominciarono a manifestarsi eventi inspiegabili e fenomeni paranormali che sono stati attribuiti alla sfortunata Manigunda.
Il fantasma della nobildonna si aggirerebbe ancora oggi fra le mura del monastero ormai sconsacrato manifestandosi con rumori e brevi apparizioni.
Il monastero di Cairate
Si tratta di un esteso complesso monastico costruito su un precedente edificio romano. Il convento di Cairate, in Lombardia, comprendeva, oltre alle celle e alla chiesa, vasti appezzamenti di terra. Soppresso per volontà della Repubblica Cisalpina, di recente è stato ristrutturato.
Oggi il monastero , che ospita eventi culturali e mostre, è visitabile. Al suo interno si possono ammirare reperti di epoca longobarda e medioevale e numerosi affreschi, fra i quali spicca quello di Aurelio Luini.