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Fichi d’India, il benessere e la bontà di origine antica

I fichi d’india sono originari del Su America. Coltivati anche in Italia, sono frutti benefici e versatili, impiegati anche nella medicina popolare.

I fichi d’India, origini e leggende

La diffusione massiccia di queste piante in Europa si deve a Cristoforo Colombo ma, in Sicilia, erano già stati importati dagli arabi. Come accaduto per altri alimenti, come le melanzane, in principio anche  furono considerati pericolosi per la salute.

La loro cattiva fama però fu presto smentita dalla bontà dei frutti. Il fico d’India è originario del Messico dove compare anche nella bandiere nazionale. Simboleggiano la resistenza e la capacità di adattarsi alle condizioni climatiche più avverse.

I fichi d’India sono presenti nelle regioni del Sud Italia dove si trovano sia coltivati che spontanei. La medicina popolare li impiega da secoli per trattari ferite e tagli ma anche contro la tosse e la stitichezza.

Proprietà e ricette del frutto spinoso

Succosi e dolci, sono frutti rimineralizzanti ed energizzanti. Contengono vitamina A, vitamina C, flavonoidi e vitamine del gruppo B. Sono ricchi di acqua e di fibre e quando sono perfettamente maturi possono contrastare la stitichezza.

La fibra è essenziale per limitare l’assorbimento di grassi e zuccheri a livello intestinale ma anche per favorire il senso di sazietà.

Il fico d’India ha buone quantità di acqua e di minerali come potassio, calcio e ferro.

Secondo uno studio scientifico svolto a Tijuana, è un alimento adatto anche ai diabetici perché può ridurre la glicemia evitando anche la formazione di adipe.

Dei fichi d’India si sfruttano non soltanto i frutti ma anche le pale che, dopo esser state attentamente pulite, vengono grigliate oppure lessate o, ancora, infarinate e fritte. Inoltre, il gel contenuto al loro interno viene sfruttato per il benessere della cute.

Sono un ingrediente versatile che si presta sia ricette dolci che salate. I frutti possono essere aggiunti nelle insalate o impiegati per la mostarda.

Invece, se si preferiscono i dolci si possono usare nei frullati, nelle macedonia, per la marmellata o per arricchire gli impasti delle torte.  Si prestano anche per la preparazione di sciroppi e di liquori.

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