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I cani possono migliorare il benessere mentale

I cani possono migliorare il benessere mentale. Convivere con un amico a quattro zampe riduce lo stress e favorisce le relazioni interpersonali.

I cani possono migliorare il benessere mentale


Il nostro cane può aiutarci a migliorare il tono dell’umore e facilita i rapporti interpersonali.

A dirlo è una ricerca scientifica svolta in Australia e pubblicata sul Journal of public health. l’indagine, che ha coinvolto oltre mille persone per due anni, si è focalizzata sulla salute mentale. I risultati dimostrano che chi possiede un cane è meno stressato e ha più facilità nel conoscere persone buone. Portare a passeggiare l’amico a quattro zampe ha molti risvolti positivi perché aiuta a fare movimento e rilassa.

Inoltre, l’American heart association afferma che i proprietari di un cane godono di una salute cardiaca migliore. Gli esperti sottolineano che un animale porta ad un incremento del dispendio energetico del 54%. In media, un amico con la coda fa aumentare di circa 30 minuti al giorno il tempo speso facendo attività fisica.
Oltre a bruciare calorie e a ridurre i valori di colesterolo, muoversi previene le patologie cardiache.

Una conferma a tale conclusione arriva da una ricerca statunitense dell’università di San Diego. Dai dati emerge che chi possiede un cane preserva il benessere e riduce il  rischio di malattie cardiache e polmonari. Passeggiare quotidianamente permette di controllare il peso corporeo, rinforzare le difese immunitarie e combattere l’ipertensione arteriosa.

 I cani e la longevità


I cani possono influire sulle aspettative di vita dei loro padroni. Uno studio dell’American heart association dimostra che se si vive con un amico a quattro zampe le possibilità di morte di riducono del 24%. La ricerca, che ha riguardato circa 4milioni di soggetti, dimostra che gli animali migliorano lo stile di vita. Gli studiosi hanno concluso che la presenza di un cane è utile anche per coloro che hanno affrontato ictus o altre patologie cardiache. In questi casi la possibilità di morte per eventi cardiovascolari scende del 31%.

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