Salute

Donazioni di sangue in Sardegna: una crisi sistemica

Anche nel 2022 l’estate in Sardegna è diventata la stagione della richiesta di donazioni, tra le tante difficoltà del sistema trasfusionale.

donazioni sangue

A fronte dei vitali bisogni di oltre 1000 pazienti talassemici e delle richieste di sangue per gli ordinari interventi in ospedale, la Sardegna ancora una volta si misura con la generosità dei cittadini, ma anche con le croniche difficoltà del suo sistema trasfusionale.

Carenza di medici, restrizioni per le norme anti-Covid, difficoltà a coordinare l’attività di raccolta con quelle di laboratorio: tanti i problemi che ogni anno portano la regione a importare un quinto delle sacche necessarie.

Donazioni in calo

Nel 2021 la Sardegna ha raccolto 81mila donazioni di sangue, di cui più di 54.000 grazie ai soci Avis e le restanti 27mila avvenute nei vari centri trasfusionali dell’isola. Tuttavia, la regione necessita ogni anno di circa 110mila sacche di sangue, e quindi il restante 20% viene importato da varie altre regioni.

Il problema è che, come ha spiegato all’Unione Sarda il dottor Mauro Murgia, responsabile della Struttura regionale di Coordinamento delle Attività trasfusionali dell’ospedale Brotzu di Cagliari, a fine 2021 Piemonte e Veneto hanno tagliato le loro forniture. Grazie a numeri record nel mese di febbraio 2022, questa improvvisa mancanza era stata tamponata in extremis.

2022: non solo estate, appelli fin da gennaio

Già da gennaio hanno iniziato ad arrivate i primi appelli alla donazione, in particolare da Sassari, soprattutto a causa delle restrizioni degli ultimi due anni, che hanno reso più difficile la raccolta di sangue (il 2021 ha visto un calo dell’1,8% a livello nazionale).

Le carenze, tuttavia, sono comuni a tutte le aree dell’isola. In estate, come ogni anno, il numero di donazioni cala ulteriormente e il grido d’allarme si è fatto più forte.

Molte donazioni, poche donazioni

donazioni

In Sardegna, idealmente, si dovrebbero raggiungere i 6,3 donatori per mille abitanti per poter essere autosufficienti. Con un tale valore si raggiungerebbe la quota di 110mila sacche annuali. Al momento, tuttavia, i numeri si fermano a 5,2 donatori per mille abitanti, ben sopra i 4 ogni mille che l’OMS ritiene soglia di autosufficienza, ma non abbastanza per soddisfare il peculiare fabbisogno dell’isola.

Infatti, a causa della malaria che fino allo scorso secolo l’ha afflitta, la Sardegna conta ben 1060 talassemici (su 6000 in tutta Italia), che richiedono trasfusioni di molto sangue più volte all’anno. Non basta quindi la generosità già dimostrata dai sardi.

Donazioni: carenze strutturali

Ai problemi quantitativi si aggiungono anche problemi qualitativi (mancanza di donatori del gruppo 0), ma soprattutto le carenze di personale e di infrastrutture per la gestione del sistema trasfusionale.

Come spiegato il 25 luglio 2022 dal presidente di Avis Sardegna Vincenzo Dore, “a fronte della grande generosità dei Sardi a donare e dell’impegno quotidiano di Avis per la fidelizzazione, la gestione e l’accoglienza dei donatori, molte sono anche le problematiche che intervengono nell’accoglienza dei donatori e nella lavorazione del sangue raccolto”.

Dore lamenta l’annoso problema del personale medico e paramedicodi gran lunga insufficientenei Centri Trasfusionali, ma anche “le forti limitazioni dei giorni e degli orari di prelievo presso le strutture trasfusionali pubbliche e nelle raccolte organizzate dalle sezioni comunali e provinciali, la gestione dei limiti di prenotazioni legate alle norme di sicurezza antiCovid, la frequente difficoltà nel programmare delle raccolte aggiuntive rispetto ai calendari concordati tra i Centri Trasfusionali e le varie provinciali AVIS, causati dalla consistente carenza di tecnici di laboratorio deputati alla lavorazione del sangue“.

Incentivi alla donazione

Per avvicinare la soglia delle 110mila sacche annuali, la Sardegna, e le varie associazioni del settore, propongono regolarmente iniziative per spingere la popolazione a fare donazioni: dal coinvolgimento di sportivi molto amati, ai buoni spesa per chi decide di donare, per non parlare dell’offerta di screening specialistici e di biglietti in omaggio per concerti.

L’esempio è arrivato anche dall’assessore alla Sanità della Regione, Mario Nieddu, poco seguito anche dai suoi colleghi. Inoltre la regione ha lanciato la campagna “Sardegna Sì Dona”, con la partecipazione di Pino & gli anticorpi.

Il target non è lontano, ma serve grande sensibilizzazione per raggiungerlo e rendere l’isola autosufficiente.

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