Maestrale: il vento di Sardegna
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Impetuoso e refrigerante, spesso fastidioso, il vento di maestrale è il compagno di vita della Sardegna, che da esso è sferzata e modellata.
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Chi vive in Sardegna, in particolare sulla sua costa occidentale, sa bene cosa significhi maestrale: un vento impetuoso e freddo, che scatena i mari, scaccia le nubi e abbassa notevolmente la temperatura percepita.
La sua venuta è spesso accolta con fastidio dai sardi: in estate “rovina” il mare, scuotendolo e raffreddandolo; nelle stagioni più fredde muove con violenza l’aria fredda presente. Tuttavia maestrale è anche refrigerio dal caldo rovente e pulizia del cielo dalle nubi cariche di pioggia. Scopriamolo meglio.
Maestrale, mistral e vento maestro
Ai tempi dell’impero romano la rosa dei venti era solitamente collocata al centro del mar Mediterraneo, nel medioevo sull’isola di Zante: da qui si capisce che il maestrale era il vento proveniente da “Roma magistra mundi”, capitale dell’impero e centro simbolico del mondo di allora.
Tuttavia, per chi vive in Sardegna, i nomi basati su una tale collocazione geografica della rosa dei venti non hanno molto senso. Il maestrale è in realtà il “mistral”, termine francese che si riferisce a questo indomito vento, la cui effettiva origine si trova nelle aree dell’Occitania e della Provenza.
In Sardegna, a ben vedere, da Roma Magistra arriverebbe quello che nella rosa dei venti è il “grecale”. Senza contare che il vento da sud-ovest, il “libeccio”, per i sardi ha ben poco a che fare con la Libia, che rispetto all’isola si trova a sud-est (da cui invece spirerebbe lo “scirocco”, che per la Sardegna non rappresenta il vento dalla Siria).
Un vento impetuoso
Il maestrale è il “vento maestro” del Mediterraneo, il più caratteristico e frequente. Come accennato, ha origine francese: quando un anticiclone posto in pieno Oceano Atlantico o una bassa pressione proveniente dall’artico sono in azione, l’aria fresca viene fatta discendere furiosamente per la Francia, incanalandosi verso l’Occitania e la Provenza. Qui, tra i rilievi e nella valle del Rodano, guadagna incredibile velocità per poi sfociare nel golfo del Leone.
Guardando l’immagine satellitare del mediterraneo occidentale, si nota come il golfo del Leone sembri proprio una bocca aperta, urlante in direzione della Corsica e soprattutto della Sardegna. Questa morfologia del territorio francese fa sì che l’aria fatta discendere da nord/nord-ovest da cicloni e anticicloni sia ributtata con violenza in direzione delle due isole.
Il maestrale in Sardegna
Come detto, il vento di maestrale è più spesso un cruccio che un sollievo per gli abitanti della Sardegna. Non per tutti, ma in particolare per coloro che risiedono nella costa ovest e in quella nord (chi vive nella costa est o a sud si trova sottovento; per Cagliari il discorso è diverso in quanto il vento si incanala nel Campidano e vi arriva più direttamente).
D’inverno, in particolare, questo vento soffia con raffiche che non faticano a superare i 100 km/h, e le sue sfuriate possono durare anche più di due giorni. Anche se solitamente spazza via le nubi e il loro carico di pioggia, nella stagione fredda può anche portare piogge intermittenti. Il suo effetto più caratteristico è quello sul mare, che diventa scuro e incredibilmente mosso.
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Questo carattere indomito lo ha portato a scolpire con violenza il volto della costa ovest della Sardegna, ripida e sempre più scavata, con una vegetazione che conseguentemente si è evoluta per essere bassa, compatta e resistente alle sue sferzate.
In estate, il maestrale è croce e delizia per l’isola: in primo luogo, il suo arrivo rimescola le acque in superficie, raffreddandole considerevolmente e rendendole meno invitanti alla balneazione. D’altro canto, un episodio di maestrale dopo giorni o anche settimane di calura rappresenta un vero atto salvifico: l’aria e i muri delle case sono rinfrescati, l’umidità cala e la sensazione che si prova è incredibilmente liberatoria.