L’isola del fuoco, dei morti, spesso disabitata e oggi meta turistica con qualche segnale preoccupante: ecco l’isola di Vulcano, nell’arcipelago siciliano delle Eolie.
Nomen omen: Vulcano non è un’isola qualunque, ma un’isola vulcanica (parte dell’arcipelago delle Eolie, a nord della Sicilia) ancora in attività a cui è stato attribuito il nome più rappresentativo che fosse possibile.
Formata da vari crateri, di cui oggi solo uno in attività, l’isola non è molto popolata, ma oggi vive in uno stato di rinnovata allerta. La sua è una storia interessante.
Efesto, Vulcano, i morti: un’isola dal carattere simbolico
In antichità questa isola era identificata come la sede della forge di Efesto, il dio della mitologia greca che dominava il fuoco e con incredibile sapienza artigiana scolpiva (con l’ausilio del suo seguito di ciclopi) manufatti di gran pregio, come il carro del sole o i fulmini e lo scettro di Zeus.
Quando i romani idearono la divinità corrispondente di Vulcano, il nome dell’isola dal greco Hiera passò, appunto, a Vulcano. Questo nome greco originario significava “offerta sacra, sacrificio, vittima”: l’isola era meta di viaggi “purificatori” per le salme dei defunti, che qui erano riposte per espiare i loro peccati. A questi riti erano probabilmente connessi luoghi come le Grotte dei Rossi, situate nella zona del Vulcano Piano. A testimonianza di questo valore purificatore, a Vulcano sono state rinvenute circa 130 sepolture corredate dai tipici amuleti egizi Ushabiti, risalenti al VI secolo a.C.
L’isola oggi
Vulcano è l’isola dell’arcipelago delle Eolie più vicina alla Sicilia, a poco più di 30 chilometri dalla penisola di Milazzo. È la terza più grande, e ad oggi vi abitano 500 persone, di cui 250 nella zona del porto. Si può dividere in tre aree principali: l’area di “Vulcanello” e del porto, la più abitata e piana, l’area del cratere “della Fossa” (con i suoi 500 metri di elevazione, è il cratere attivo sull’isola) e l’area del Vulcano Piano (un’antica, estesa, caldera, oggi fertile pianura).
Vulcanello (di cui le prime testimonianze risalgono ad attività eruttive nel 2° secolo a.C.) e l’isola vera e propria si sono uniti probabilmente nel 1500, durante l’ultima eruzione, appena 500 anni fa.
Oggi Vulcano è meta turistica come del resto tutte le isole dell’arcipelago, e la sua grande attrazione sono i fanghi naturali del laghetto in riva al mare, situato a pochi metri dal molo del porto. Qui i turisti possono immergersi nelle calde e limacciose acque di falda, sperimentando gli effetti benefici sia per la pelle che per le articolazioni.
Vulcano offre anche splendide calette e vari hotel e agriturismi in cui rilassarsi e vivere la magia delle isole Eolie.
Un vulcano in quiete, o no?
Il vulcano nell’ultimo anno ha dato timidi segnali di risveglio. Sebbene la sua vitalità sia sempre stata segnalata dall’attività delle sue solfatare, dentro e nei dintorni del cratere della Fossa, i vulcanologi dell’INGV hanno iniziato a monitorare dei valori al di sopra della soglia di guardia.
Le emissioni di CO2 e di anidride solforosa nella scorsa estate hanno visto un’impennata preoccupante, portando da novembre 2021 la decisione di evacuare parzialmente l’isola. Ad aprile 2022 c’è stata anche un’esercitazione di evacuazione dell’isola per preparare la popolazione nel caso in futuro si renda necessaria.
Episodio suggestivo anche la colorazione che la baia del porto ha assunto a maggio, in occasione di una emissione solforosa sottomarina.
Non è chiaro a cosa possano portare questi valori, crisi simili sono già avvenute nel corso dei decenni (l’ultima vera eruzione tra il 1888 e il 1890) e si sono risolte nel nulla. Al di là del rischio eruttivo (e di sismi associati), l’emissione di gas tossici come CO2 e SO2 è un fattore di pericolo da considerare.