Caprera: l’isola incontaminata di Garibaldi
L’isola di Caprera, oggi collegata da un ponte alla vicina La Maddalena, è nota per il suo splendido mare e la natura aspra e selvaggia, ma anche per essere stata dimora e luogo di sepoltura di Giuseppe Garibaldi.
L’isola che un tempo era delle capre oggi è un gioiello naturalistico apprezzato ogni anno da migliaia di turisti. Caprera ha passato la maggior parte della sua esistenza senza essere abitata, e oggi lo è scarsamente, ma il turismo la ha resa un luogo decisamente frequentato nei mesi più caldi.
La sua storia prima del turismo è stata legata alla pastorizia, ma soprattutto al soggiorno di Giuseppe Garibaldi, che qui ha vissuto parte dei suoi ultimi 27 anni, e che qui è stato sepolto.
Come si arriva all’isola di Caprera?
Arrivare a Caprera è più semplice di quanto di pensi: l’isola è collegata tramite un ponte alla vicina La Maddalena, che a sua volta è raggiungibile con un breve viaggio in traghetto dal porto di Palau, sulla costa Gallurese. Soggiornare alla Maddalena significa quindi avere la possibilità di visitare anche Caprera con i mezzi su strada che si preferiscano.
Naturalmente, chi vuole può arrivare, previo pagamento di un ticket, via mare con una barca, godendosi da distanza l’isola galleggiando sulle sue splendide acque, o attraccando in uno dei vari moli.
La storia di Caprera: dal neolitico a Garibaldi
Caprera, come la Maddalena, presenta nascoste dalla vegetazione delle strutture megalitiche, che ne sottolineano il popolamento in età neolitica o del bronzo. L’isola poi venne occupata dai romani, e dopo tanti secoli di abbandono a fine 1600 divenne terra di pascolo per le capre dei pastori corsi che vennero ad occupare dell’arcipelago.
I pastori, però, si spostarono a inizio 1800 a La Maddalena, attratti dalla possibilità di lavorare nella neonata Marina Militare diretta da De Geneys. All’arrivo di Garibaldi, nel 1855, l’isola era abitata solo da un bandito corso, Giovanni Battista Ferracciuolo, da sua moglie e dal figlio, con cui ebbe buoni rapporti e scambiò dei terreni.
Garibaldi costruì una casa secondo lo stile delle fazendas sudamericane, la “Casa Bianca”, e durante i suoi periodi di soggiorno si dedicò alla pastorizia e alla coltivazione. Qui morì il 2 giugno 1882, venendo imbalsamato e poi sepolto nel retro della casa.
Cosa fare a Caprera?
Per iniziare da ciò di cui si è appena detto, Caprera oggi è sede del Compendio Garibaldino, l’area dove sorgono la casa e le strutture costruite dall’Eroe dei Due Mondi nell’800: un’occasione per scoprire come Garibaldi vivesse sull’isola tra una spedizione e l’altra, conducendo vita contadina secondo le possibilità dell’epoca.
Oltre al Compendio, il sistema dei Musei Garibaldini comprende anche il Museo Memoriale di Giuseppe Garibaldi, che ha sede prezzo il Forte Arbuticci, 4 chilometri a nord della Casa Bianca, in un punto molto panoramico. Qui, con anche supporti multimediali, i turisti potranno ripercorrere la vita e le gesta di Garibaldi, osservando oggetti legati alla sua esistenza.
I Musei Garibaldini lavorano dal martedì alla domenica dalle 8.30 alle 19.30, con l’ultimo ingresso alle 18.45. Ogni prima domenica del mese l’ingresso è per tutti gratuito, mentre negli altri giorni di apertura si pagano 11 euro di biglietto per visitar entrambe le strutture museali.
Il mare e la natura
Naturalmente Caprera è anche e (per molti) soprattutto mare, un mare smeraldino e trasparente che lambisce le coste rocciose e le calette di sabbia bianca e finissima. L’isola è quindi vivibile sia da terra che da mare, e può essere esplorata facendo trekking per i sentieri che la percorrono, addentrandosi verso l’interno o lambendo le sue coste rocciose.