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Isole Bisce, Li Nibani, Mortorio, Soffi: la Sardegna meno rispettata

L’arcipelago della Maddalena non finisce a Caprera e Santo Stefano: più a sud si trovano altre isole protette, ma solo sulla carta.

La Maddalena, Budelli, Caprera, Santo Stefano: le isole più famose dell’arcipelago della Maddalena si trovano tutte vicine, a nord di Palau, nei pressi delle Bocche di Bonifacio. Tuttavia, fanno parte dell’arcipelago anche alcune isole e isolotti che invece si trovano più a sud: stiamo parlando delle isole delle Bisce, di Li Nibani, del Mortorio e dei Soffi.

Queste isole, sulla carta soggette a tutela integrale sia a terra che nelle acque circostanti, ogni estate sono vittima del menefreghismo.

Come raggiungere le isole delle Bisce, dei Nibani del Mortorio e dei Soffi?

Non ci dovrebbe essere modo di raggiungere queste isole, in quanto nella zonizzazione dell’arcipelago della Maddalena sono tutte inserite in zona rossa, ovvero Zona Terrestre di Riserva Integrale. Inoltre, intorno a queste isole vige anche una zona rossa marina, visto che risultano Zona Marina di Riserva Integrale: è obbligatorio mantenersi a debita distanza dai confini delle loro aree.

L’unico modo di avvicinarsi o di visitarle sarebbe tramite visite guidate organizzate dall’ente parco, ma pochi seguono i divieti, e pochi li fanno rispettare.

L’isola delle Bisce

Partiamo dall’isola più a nord, spostandoci a mano a mano verso le più meridionali. L’isola delle Bisce di trova 3 chilometri a sud-est dell’isola di Caprera, di fronte alla penisola di Capo Ferro.

Il suo nome non è dovuto alla presenza di serpenti sul suo territorio, quanto alla pericolosità dello stretto braccio di mare che passa tra di essa e Capo Ferro: per passarvi, infatti, bisogna essere capaci di muoversi abilmente come bisce, evitando di incagliarsi o di scontrarsi con il fondale irregolare.

Questo stretto contribuì alla già grande fama dell’ammiraglio Nelson,, che a inizio ‘800 salpò di notte dalla Maddalena con la sua flotta, passando per questo pericoloso tratto di mare con le navi in fila indiana sfidando il rischio di danneggiamenti.

Isole di Li Nibani

I nibani, in gallurese, altro non sono che i gabbiani, qui molto presenti. Questi isolotti rocciosi si trovano a est di Porto Cervo, e anch’essi formano uno stretto passaggio marino con la vicina costa gallurese. Qui vi nidificano anche delle specie di falchi, unici abitanti di questi luoghi inospitali e inaccessibili.

Isola del Mortorio

Il nome lugubre fa intendere proprio ciò che vuole intendere: si narra che quest’isola, un tempo Buxinarii, fu così ribattezzata in seguito a una mattanza operata dai genovesi. I saraceni, che nel 935 assaltarono Genova, sarebbero stati inseguiti fino a qui dai genovesi e quindi sterminati, con le loro spoglie lasciate in bella vista come monito.

Nel 1700 Mortorio fu brevemente abitata da dei coloni genovesi, la famiglia dei Bertoleoni, che poi si spostarono più a sud a Tavolara, dove tutt’oggi vivono i discendenti, “sovrani del Regno di Tavolara”.

Oggi anche questa isola è teoricamente area terrestre e marina integralmente tutelata, d’estate vip e non-vip la prendono d’assalto in barba alle regole, ormeggiando nei pressi della bellissima spiaggia del Mortorio. A leggere i commenti su Youtube, pochi prendono in considerazione gli effetti del turismo sull’ambiente.

Isole di Soffi e Le Camere

Ultime ma non ultime, le isole di Soffi e Le Camere, poco più ad ovest del Mortorio. Stesso discorso affrontato per Mortorio: sono sotto tutela integrale sia nel mare circostante che nel loro territorio, ma tali divieti di accesso sono costantemente infranti, a detrimento delle specie faunistiche e ittiche che qui trovano casa e nidificano.

Basta monitorare i social media o accedere a Google Maps o altri servizi di immagini satellitari per osservare come ci siano sempre barche ormeggiate e persone nelle calette di questi luoghi (non) protetti. La paura di scontentare i turisti che affollano la Costa Smeralda vince sulla tutela dell’ambiente.

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