Sant’Antioco: l’isola-non isola regina del Sulcis
È di fatto un’isola, ma a voler essere precisi è collegata alla terraferma da un lembo d’asfalto: quel che è certo è che Sant’Antioco sia tutta da scoprire.
Millenni di storia, tanti popoli, tante genti che la hanno occupata o solamente visitata, rimanendo folgorati dalla sua bellezza. Sant’Antioco è una splendida isola nel mare di fronte alle coste del Sulcis, nel sud-ovest della Sardegna, e ha tanto da raccontare a chi decida di esplorarla.
Parte dell’Arcipelago del Sulcis insieme alla vicina San Pietro, Sant’Antioco è una località turistica a 360 gradi che fa contenti tutti. Scopriamola!
Breve storia di Sant’Antioco
L’isola ancora oggi presenta resti di antiche occupazioni di epoca nuragica, a sottolineare come anche durante il passato più remoto la sua posizione fosse molto apprezzata. Le testimonianze più antiche risalgono al Neolitico, ma in aree limitrofe sono stati rinvenuti resti che datano fino al Paleolitico Medio (120.000- 35.000 a.C. circa). A queste epoche si fanno risalire i menhir e le Domus de Janas presenti sull’isola.
A partire dal 2000 a.C. inizia l’occupazione nuragica. Tanti i nuraghi (o i loro resti) che si possono incontrare intorno all’isola, tra cui spicca quello di Grutti Acqua, nel sud-ovest dell’isola. Si stima che il villaggio associato a questo nuraghe fosse molto esteso, e nei dintorni si trovano templi a pozzo, tombe dei giganti, resti di urbanizzazione.
Dopo i nuragici fu il tempo dei fenici, che qui nell’VIII secolo a.C. fondarono Sulki, un centro abitato su cui oggi sorge il paese di Sant’Antioco. La loro presenza fu terminata dall’arrivo dei Romani, vincitori delle guerre puniche, sotto il cui dominio Sulki continuò a fiorire diventando un importantissimo scalo portuale.
Dopo la caduta dell’Impero Romano d’Occidente nel V secolo d.C. l’isola vide diverse dominazioni e si spopolò progressivamente. Solo nel 1700, sotto il controllo dei Savoia, regnanti di Sardegna, iniziò il ripopolamento, a partire da alcune famiglie di Iglesias che si stabilirono presso le rovine dell’antica Sulki. A loro seguirono poi i tabarchini che fondarono Calasetta all’estremo nord dell’isola.
Cosa vedere a Sant’Antioco?
I due paesi, le cale e le spiagge, i siti archeologici, l’entroterra e il mare, nonché interessanti tradizioni e feste: sono tanti i buoni motivi per cui visitare l’isola di Sant’Antioco. Vediamoli in breve.
Sant’Antioco e Calasetta
Il capoluogo, che accoglie i turisti all’ingresso dell’isola, è un pittoresco paese sul mare che offre ogni servizio desiderabile. Il suo lungomare offre la possibilità di una lunga passeggiata a due passi dall’acqua e dalle tante imbarcazioni ormeggiate, con diversi bar e ristoranti in cui sostare. Il centro storico è molto gradevole da esplorare, e salendo per le sue vie si può raggiungere il Belvedere, da cui godersi uno splendido panorama. Presso il paese sono presenti due musei: il Muma (Museo del Mare e dei Maestri d’Ascia) e il MAB (Museo Archeologico Ferruccio Barreca), presso il quale ammirare dei resti dell’antica Sulki.
Calasetta è decisamente più piccola, sorge su un’area pianeggiante e lascia intendere immediatamente le sue recenti origini, progettate a tavolino durante il suo popolamento tabarchino a fine 1700. Le loro facciate spesso bianche fanno da contorno alle strade perfettamente ortogonali, il porto accoglie tante imbarcazioni e la bianca Spiaggia di Sottotorre accoglie in estate tanti turisti vogliosi di godersi uno splendido mare. Poco più lontano si trovano la Spiagge La Salina e la Spiaggia Grande (presso la quale si trovano i resti della tonnara di Calasetta).
Le tradizioni
La festa più grande per l’isola è senza dubbio quella di Sant’Antioco Martire, che ogni anno si tiene quindici giorni dopo la Pasqua. I locali la chiamano “Sa Festa Manna” (la festa grande), che propone nel suo primo giorno una solenne processione per le vie del paese, tra carri, cavalieri e gruppi folkloristici in abito tradizionale, provenienti da tutta la Sardegna. Grande spazio anche a pariglie, musica, degustazioni dell’enogastronomia locale e sarda, mostre varie.
A questo grande evento primaverile ne seguono uno estivo, la Sagra di Agosto, e uno autunnale (il 13 novembre, giorno della morte del Santo).