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Levanzo: pitture rupestri, pesca e turismo

L’isola di Levanzo offre lo spettro completo della storia delle Egadi, dalla preistoria al presente fatto di pesca e turismo.

È l’isola più piccola dell’arcipelago delle Egadi, ed è anche la meno popolata (alcuni riportano 200 abitanti, altri 60). Ma Levanzo ha molto da regalare a chi la visiti, in termini paesaggistici e culturali. Le passeggiate nel lungomare del porticciolo o tra le viuzze del piccolo borgo, il trekking seguendo i sentieri che la percorrono, il bagno nelle sue splendide calette e le pitture rupestri nelle sue grotte: i passatempi non mancano su quest’isola.

porto levanzo
Porto di Levanzo (foto Simonetta Viterbi, da Flickr.com)

Come si arriva a Levanzo?

Come le altre isole Egadi, Levanzo è collegata alla Sicilia da traghetti e aliscafi che quotidianamente salpano (mare permettendo)da Trapani e Marsala verso i porti delle tre isole maggiori. Da Trapani il tragitto dura tra i 30 e i 45 minuti, mentre da Marsala si impiega un’ora. L’isola è anche collegata alla vicina Favignana, da cui si arriva in 15-20 minuti.

Breve storia di Levanzo

Levanzo è il luogo in cui sono stati rinvenuti i reperti storici più antichi dell’arcipelago delle Egadi, testimonianza abitanti preistorici. 12-13.000 anni fa su quest’isola vivevano dei cacciatori, i cui usi e riti sono rimasti impressi sulle pareti della Grotta del Genovese, presso l’estremità più a ovest dell’isola e a picco sul mare.

La loro vita sull’isola terminò con il sollevamento della superficie marina, che finì per dividere l’isola dalla vicina Sicilia. Dopo questi abitanti preistorici arrivarono i Siculi, quindi fenici, cartaginesi e romani, fino al periodo post-imperiale e medievale (in cui si susseguirono Vandali, Bizantini e Saraceni). La storia di Levanzo fu di continua decadenza fino al 1600, quando gli spagnoli dovettero cedere l’arcipelago per esigenze di denaro alla nobile famiglia genovese dei Pallavicino.

Da qui iniziò un lento miglioramento dell’economia e delle condizioni abitative alle Egadi, culminato con l’arrivo dei Florio di Palermo a metà 1800, che svilupparono l’industria delle pesca del tonno tramite tonnare.

Oggi Levanzo vive esclusivamente di turismo.

La Grotta del Genovese

La Grotta del Genovese (dal nome della contrada in cui è collocata) è una delle più importanti attrazioni turistiche (ma non solo) dell’isola di Levanzo. In questa grotta carsica, nel punto più a ovest dell’isola, nel secondo dopoguerra sono state rinvenute importantissime testimonianze della vita e della cultura delle popolazioni che durante la preistoria abitavano l’odierno arcipelago.

Al suo interno di trovano pitture rupestri molto antiche, fatte con carboncino e grasso animale, ma anche delle incisioni che rappresentano una testimonianza del tipo di animali che al tempo abitavano con l’uomo l’antica Sicilia.

Cosa fare a Levanzo?

Levanzo non è solo storia, ha tanto altro da offrire. In primis, all’arrivo sull’isola ci si trova subito nel suo principale (e unico) centro abitato, intorno al porto. Qui ci si potrà avventurare nei vicoletti tra le case o passeggiare sul lungomare, magari fermandosi a mangiare in uno dei ristoranti a picco sull’acqua.

L’isola è poi percorsa da sentieri che permettono di esplorarla e di godersi il panorama salendo su e giù per i suoi rilievi e percorrendo la sua costa. Lungo la costa si trovano varie cale e calette, poco sabbiose e prevalentemente rocciose, in cui si può prendere il sole e fare il bagno in un mare dai colori affascinanti.

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