San Nicola: la fortezza delle isole Tremiti, tra mito e religione

L’isola di San Nicola è stata per secoli il centro nevralgico della vita alle isole Tremiti: scopriamone la storia, tra mito e religione.

La tomba di Diomede, eroe greco e portatore di civiltà (e di tesori). Ma anche un luogo di fede in cui si sono susseguiti ordini monastici e in cui si è andata a formare una cittadella fortificate, posta in un punto strategico per la difesa dell’isola e dell’intero arcipelago. San Nicola non avrà la bellezza naturalistica della vicina San Domino, ma ha una storia molto ricca da raccontare, simboleggiata da ciò che si può osservare all’interno delle sue mura.
Come raggiungere l’isola di San Nicola (Tremiti)?
L’isola di San Nicola è raggiungibile secondo le stesse modalità in cui si può raggiungere la sorella San Domino. Verso il suo piccolo porto salpano tutto l’anno traghetti da Termoli, il porto principale di collegamento della terraferma con l’arcipelago. Durante i mesi estivi si può anche raggiungere tramite collegamenti stagionali da altri porti della costa pugliese e molisana.
La storia di San Nicola
L’arcipelago ha visto la presenza umana sin da tempi antichissimi (a San Domino sono stati scoperti i resti di un villaggio neolitico risalente al VII millennio a.C.). A San Nicola vi sono fori di palificazione che si fanno risalire agli inizi del I millennio a.C., nei pressi dei quali poi si riscontrano resti di tombe più recenti, di probabile epoca ellenistica, tra cui quella che comunemente viene definita la “tomba di Diomede”.
Le leggende su Diomede
Proprio a Diomede si deve la fama iniziale di questo arcipelago, che in passato ne prendeva il nome (prima di isole Tremiti, si chiamarono Diomedee). Secondo alcune leggende, l’arcipelago sarebbe nato proprio per mano dell’eroe greco, che lanciando tre massi in mare finì per creare San Domino, San Nicola e Capraia. Altre leggende vogliono che e i suoi uomini siano stati tramutati negli uccelli simbolo dell’arcipelago, le berte, dalla Dea Afrodite: i loro pianti, in seguito alla morte del condottiero, spinsero la dea a prendere questa decisione.
A Diomede, infine, sarebbe collegata anche la nascita della chiesa dell’isola di San Nicola, o quantomeno della sua prima iterazione. Si narra che un eremita, arrivato qui per isolarsi durante il III secolo d.C., abbia avuto un’apparizione mariana, in cui la Madonna gli chiese di costruire una chiesa in suo onore. Per potersi permettere l’opera, la Madonna gli indicò un tesoro lì presente, che si pensa fosse il tesoro custodito nella sepoltura di Diomede. Da qui sarebbe nata la chiesa di Santa Maria Madre, nei secoli anche monastero e abbazia.
Periodo Cristiano

Di certo il completamento e la consacrazione di questa chiesa avvennero nel 1045 circa, ben più tardi. Nel IX secolo i benedettini, sotto il controllo dell’abbazia di Montecassino, edificarono il primo centro religioso dell’arcipelago, e rimasero al suo controllo fino a che non li sostituirono i cistercensi nel 1200. Sempre durante questo secolo, gli angioini aiutarono i monaci a fortificare il complesso religioso per proteggersi dalle incursioni piratesche. Ma questo non bastò.
Nel 1334, infatti, l’isola e la sua popolazione di monaci furono attaccate dai corsari dalmati sotto la guida di Almogavaro, che con un astuto stratagemma riuscì a introdursi nella fortezza. Una volta dentro, lui e i compagni fecero strage di monaci e depredarono quanto possibile.
Passò un secolo prima che nuova vita monastica si instaurasse dietro le mura della fortezza di San Nicola. Per quanto la fortificazione e le strutture religiose vengano nuovamente rinnovate, questi sono secoli di continuo declino. La fine della vita religiosa a San Nicola è sancita dai Borbone, che diedero inizio alla stagione carceraria dell’isola e dell’arcipelago. Questi emarginati si guadagnarono col tempo la libertà.
San Nicola oggi
Oggi San Nicola è quasi disabitata, ma presenta servizi essenziali (Bar, Tabaccheria, B&B, ristoranti) per accogliere i tanti turisti che continuamente la visitano per apprezzare la sua storia e i suoi panorami. La si potrebbe definire un museo diffuso. Qui si trova anche la sede del Comune.