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Derby di Milano: paure incrociate, mentre Napoli scappa

Tra Inter e Milan ha vinto la squadra più in forma, ma entrambe hanno mostrato le fragilità che tanto le stanno intralciando in questa Serie A. E Il Napoli continua imperterrito nella sua fuga.

Dopo quasi due anni l’Inter torna a vincere un Derby di Milano in Serie A, e non si può dire che il risultato sia inaspettato. Il Milan arrivava a questa partita dopo un mese horror, tra i peggiori della propria storia, con 18 (ora 19) gol subiti, una sola vittoria e tanti infortuni a limitare le rotazioni e snaturare il gioco di Pioli.

Nelle precedenti tre partite il Milan aveva concesso dodici gol (tre contro l’Inter in Supercoppa, quattro contro la Lazio e cinque contro il Sassuolo in Campionato) e di certo non era la favorita. Ma l’Inter ha a sua volta mostrato croniche fragilità.

La partita: occasioni, possesso e inerzia dalla parte dell’Inter

In molti tifosi dei rossoneri a fine primo tempo si sono sfogati su Twitter riportando lo screenshot delle statistiche, che vedevano l’Inter al 74% di possesso palla con nove tiri totali. Il Milan, invece, non aveva neanche provato un singolo tiro: troppo poco per un Derby.

Quello zero alla voce tiri era figlio di una scelta azzardosa di Pioli, alla ricerca di una solidità difensiva da lungo perduta. Il tecnico del Milan aveva scelto di schierare la sua squadra “a specchio” con un inedito 3-5-2, identico a quello che l’Inter usa ormai dal 2019 (quando in panchina arrivò Antonio Conte).

Un Milan senza Tomori, Bennacer, Maignan e con un Leão fuori forma ha così iniziato un altro importantissimo Derby con una formazione sperimentale figlia della disperazione, e non ha trovato le risposte cercate.

Il primo tempo si è giustamente concluso 1 a 0 per l’Inter (gol di Lautaro su corner battuto da Chalanoglu), che ha decisamente dominato questa prima frazione di gioco, meritando forse un gol in più.

Secondo tempo: Inzaghi rischia, Pioli pure

Il secondo tempo è stato rivelatore del valore di entrambe le squadre, in positivo e negativo. Da un lato il Milan è tornato in campo con Brahim Diaz a prendere il posto di Messias, che nei tre di centrocampo non aveva trovato il suo ruolo. Dall’altro, l’Inter ha sempre più iniziato a speculare sul suo risibile vantaggio, concedendo sempre più campo ai rossoneri.

Una svolta è stato il doppio cambio operato da Pioli al 55°: fuori Calabria e Origi, dentro Saelemaekers e Leão: di fatto un completo ritorno al 4-2-3-1, con Brahim trequartista e un Kalulu più terzino destro che centrale. Da qui il Milan ha iniziato a ritrovare in parte i suoi meccanismi in attacco, portando progressivamente l’Inter a impaurirsi e a concedere campo.

Inzaghi sceglie di attendere per fare i cambi, preferendo consegnare quasi un quarto d’ora al Milan per avere Lukaku, Brozovic e Gosens freschi e senza limitazioni per gli ultimi venti minuti. I tre infatti sono entrati al minuto 71 al posto di Dzeko, Mkhitaryan e Dimarco. Poco prima, Pioli aveva inserito Thiaw al posto di Gabbia, spostando nuovamente Kalulu al centro della difesa.

Tanti rischi, ma il Derby è dell’Inter

L’Inter continua a concedere e rischiare il pareggio, e al 75° subisce dal Milan una ripartenza come tante in questa stagione: i nerazzurri si erano sbilanciati in maniera scomposta verso l’area del Milan, e quando la palla è stata affidata a Skriniar sulla trequarti i rossoneri hanno avuto vita facile a metterlo sotto pressione, rubargli il possesso e ripartire velocissimi verso la porta difesa da Onana. Qui però si è visto perché non sia più il solito Milan: Leão, dopo aver condotto palla fino al limite dell’area di rigore dei ragazzi di Inzaghi, aveva servito perfettamente Giroud, che avrebbe potuto concludere in porta per l’1 a 1. Incredibilmente, il francese sbaglia il controllo e permette all’Inter di allontanare la palla.

Da qui il Milan ha avuto un’altra occasione su punizione dal limite con Giroud, e ha provato a sfondare centralmente e con Leão sulla destra, ma senza successo. D’altronde l’Inter ha sfiorato più volte il 2 a 0, grazie a un Lautaro sempre più leader e a un Lukaku sempre più in forma. Dopo due reti del 2-0 annullate per fallo in attacco e fuorigioco (veramente millimetrico), l’Inter ha accompagnato il Derby di Milano al triplice fischio con un Milan ormai affranto.

L’inter ride, Spalletti di più

Vincere il Derby sarebbe servito anche al Milan, probabilmente di più. Ma l’Inter aveva disperato bisogno di confermarsi ed esorcizzare il 2021-22, per proseguire con fiducia negli ultimi quattro mesi della stagione. Non è detto che i nerazzurri siano capaci di creare un’inerzia a loro favore: anche quella con il Napoli, un mese fa, avrebbe potuto rappresentare l’inizio di un lungo filotto, ma a Monza e contro l’Empoli l’Inter ha ricordato che in questa stagione, come nella scorsa, la vittoria sia raramente scontata.

Chi invece potrebbe iniziare a dare ciò per scontato è Spalletti. Il Napoli sembra incapace di perdere: nelle ultime 17 partite sono arrivate 16 vittorie, solo l’Inter è riuscita a sconfiggere gli azzurri. E in generale, su 63 punti a disposizione in 21 giornate, il Napoli ne ha perso solo 7, arrivando a 56 punti, primo in classifica con l’Inter seconda a 43 punti, tredici in meno.

In questo senso, l’esultanza per il gol dello 0-2 di Osimhen, figlia delle altezze raggiunte dal nigeriano per colpire di testa il pallone verso la rete, può anche valere come un’immagine della concorrenza che scruta da grande distanza il volo del Napoli verso lo Scudetto.

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