Metano in Sardegna: i sindacati
Le parole pronunciate dall’Assessore all’Industria che chiede altro tempo, di fatto spostando la decisione del Consiglio di Stato sull’arrivo del metano in Sardegna, dopo quattro anni di rinvii e meline, destano forti preoccupazioni perché di tempo, sino a oggi, ne abbiamo perso troppo. Siamo davanti a una situazione veramente preoccupante. C’è il rischio concreto che Eurallumina ritiri il piano di investimenti da 300 milioni di euro e lasciando in strada i 200 lavoratori diretti e non creando alcuna prospettiva per le ulteriori 150 maestranze necessarie e 130 contrattisti. Questo fatto non possiamo permettercelo in alcun modo, e non va certo in linea “con la tutela degli interessi delle imprese e delle famiglie” annunciato. I problemi rimangono tutti in campo, il famoso Paur è ancora da definire, l’appuntamento di dicembre è slittato ancora; pratica che dovrebbe durare normalmente 180 giorni e che invece va avanti da circa due anni. Anche dell’addendum ai Protocolli d’Intesa del 2009 e del 2012, fondamentale tra le varie questioni anche per la messa in sicurezza del reddito delle maestranze Eurallumina sino al completo riavvio delle produzioni, nonostante siano state redatte nel tempo diverse bozze, ad oggi non si sa nulla. Da mesi chiediamo un incontro senza aver mai avuto risposta. Per ultima e non meno importante, se non fondamentale, la persistente incertezza rispetto alle modalità e tempistiche rispetto all’approvvigionamento del gas metano, anche e soprattutto a seguito dell’impugnazione del DPCM Energia presso il Consiglio di Stato, l’unico punto fermo era rappresentato dal 23 febbraio, data in cui si dovrebbe esprimere ill Consiglio di Stato; ora vogliono togliere anche questa certezza senza prospettare nessuna soluzione. Piuttosto, dalla Regione ci aspettiamo ancora un atto concreto e rapido sul porto di Portovesme. Perché i lavori di escavo ancora non partono, anzi appaiono ben lontani nonostante da tempo chiediamo il commissariamento dell’opera. All’abbassamento dei fondali è legato il futuro di ogni progetto che si intende realizzare nel polo industriale di Portovesme. Non è tempo di rinvii ma servono atti concreti e immediati. C’è bisogno di azioni concrete per evitare che un’occasione di rinascita possa naufragare. Il Presidente della Regione deve occuparsi in prima persona della questione energetica, e del polo metallurgico di Portovesme compresa la vertenza Eurallumina, così come dovrebbe fare per le altre partecipate del territorio.
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