Italiane in Champions League: è tutto oro quel che luccica?
L’Inter stasera ha la possibilità di fare tre su tre dopo le vittorie di Milan e Napoli: ma è veramente un segnale di salute per il calcio italiano?
Tre su tre, sia in questa andata degli ottavi di finale di Champions League sia, in prospettiva, come presenza di squadre ai quarti di finale. Per l’Italia del calcio si sta prospettando un possibile colpaccio nella competizione più prestigiosa. Dopo le vittorie di Milan (in casa, 1-0 contro il Tottenham) e Napoli (ieri a Francoforte, 0-2 contro l’Eintracht) si inizia ad anticipare anche la vittoria dell’Inter stasera (dimenticando il grande valore del Porto), a regalare al calcio italiano una tripletta che ha pochi precedenti.
Ma è tutto oro quel che luccica?
I precedenti: tre ai quarti in Champions League, sarebbe la quarta volta nella storia
Dal 1955 al 1991 la Coppa dei Campioni lo era di nome e di fatto: l’accesso al trofeo più ambìto era riservato ai vincitori dei campionati nazionali di buona parte dei Paesi dell’area europea. Al più, in alcune edizioni, si aveva la partecipazione di una seconda squadra di uno stesso Paese: quando i campioni in carica della Coppa erano anche i campioni in carica del rispettivo campionato, era concessa la partecipazione dei vicecampioni dello stesso campionato nazionale.
Con la nascita della Champions League, le cose cambiarono progressivamente: dal 1997 furono concesse fino a due squadre per nazione e dal 1999 il limite fu portato a quattro. È così che nel giro dei successivi sette anni per ben TRE volte l’Italia riuscì a portare ai quarti di finale ben tre squadre.
L’ultima volta nel 2006
Il primo precedente risale al 2002/03, edizione della Champions League in cui tre italiane raggiunsero addirittura le semifinali, non semplicemente i quarti. Fu l’edizione del Derby di Milano in semifinale, aggiudicato dal Milan grazie alla regola dei gol fuori casa, che premiò la squadra rossonera nell’1-1 complessivo nella doppia sfida. Nell’altra semifinale la Juventus batté il Real Madrid, per poi perdere ai rigori la finale contro il Milan.
L’evento si ripeté nel 2004/05, con le stesse tre squadre: ai quarti di Champions League si sfidarono di nuovo Milan e Inter (altra vittoria complessiva per i rossoneri, stavolta senza appelli) e la Juventus affrontò il Liverpool, che proprio contro il Milan vincerà ai rigori una finale tra le più pazze di sempre.
Ultimo precedente nel 2005/06: sempre Milan, Inter e Juventus, rispettivamente contro Lione, Villareal e Arsenal. Inter e Juve persero, mentre il Milan sconfisse il Lione.
C’è da esserne orgogliosi?
Per i vertici del calcio italiano sicuramente una tripletta di squadre ai quarti di Champions League, per la prima volta in diciassette anni e per la quarta volta nella storia, sarebbe un’occasione da celebrare. Tuttavia, nel caso si dovesse veramente avverare questo scenario, la “sistemicità” di questo risultato sarebbe discutibile.
Da un lato c’è un dato evidente: questa edizione è la terza delle ultime quattro in cui tre squadre italiane raggiungano gli ottavi di finale, superando i gironi di qualificazione. Fino al 2019/20 risultava miracoloso anche solo fare doppietta agli ottavi. In questo ha aiutato la riforma UEFA che dal 2017 ha regalato all’Italia ben quattro posti ai gironi per le prime quattro classificate in Serie A, senza contare tre ulteriori posti nelle coppe minori (Europa League e la giovane Conference League).
L’accesso diretto alla Champions League per ben quattro squadre italiane ogni anno ha permesso a diverse realtà di risollevarsi (Inter su tutte, e ora il Milan) e ad altre di fare importante esperienza (Lazio, Atalanta) contro l’élite del calcio mondiale. C’è da dire che negli ultimi anni il calcio italiano si è reso molto più europeo, più arrembante e meno difensivo, cosa che in questa competizione ha pagato positivamente.
Ma i risultati alla fine sono sempre gli stessi: le squadre italiane escono già agli ottavi (se li raggiungono), al più ai quarti. Nello scorso decennio la Juventus riusciva anche a raggiungere la finale (2015 e 2017), ma era sola in un campionato in crisi. Oggi, nessuna squadra appare attrezzata ad andare oltre i quarti di finale: il divario tra italiane e squadre spagnole, inglesi, tedesche e il PSG è davvero importante. La crisi ha colpito anche la Juventus, e ora l’Italia recita in maniera palese la parte dell’underdog, senza più eccezioni a coprire il disastro economico della Serie A.
Tra diritti TV nazionali ed esteri svenduti, stadi vetusti e pochi soldi investiti nelle squadre (quantomeno in rapporto alle spese pazze dell’Inghilterra), il calcio italiano è in crisi, e non basta il grande lavoro degli allenatori con le rose a disposizione per riportare con continuità le nostre squadre a giocarsi le coppe europee.
Magari quest’anno una tra Milan, Napoli e Inter riuscirà in un’impresa spingendosi addirittura oltre ai quarti, ma i problemi sistemici che relegano la Serie A ai margini dei vertici del calcio europeo rimarrebbero a zavorrare una ripresa difficilissima.